Dal saggio di Luigi Dami, risalente al 1921, numerosi sono stati sino ad oggi gli interventi relativi all’attività di Giorgio Vasari quale grande ideatore di mobili in legno. L’artista aretino si rivela così una personalità nota non solo nel campo della pittura, dell’architettura e in quello letterario, ma anche nello studio e progettazione di sontuosi arredi, molto spesso legati alle fabbriche da lui stesso innalzate. Si possono così citare, ad esempio, i fondamentali saggi di Alessandro Del Vita, Daria Viviani Fiorini, Paola Barocchi, Maddalena Trionfi Honorati, Alessandro Cecchi, Claudia Conforti, Anna Maria Massinelli ed Enrico Colle. Ciò premesso, le opere lignee finora documentate e a noi giunte, sono più o meno una dozzina: per Palazzo Vecchio l’artista aretino progetta gli armadi delle Carte Geografiche, realizzati da Dionigi Nigetti nel 1565, gli sportelli lignei del “Tesoretto”, gli armadi della Guardaroba e le magnifiche cornici lignee dei soffitti, quali, ad esempio, quelle del Salone dei Cinquecento. Per edifici religiosi disegna invece il ciborio ligneo in Santa Croce a Firenze, i cori per Santa Maria Novella, per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri a Pisa, per Santa Croce a Bosco Marengo, per il Duomo e per la pieve di Santa Maria in Arezzo. Nella sua autobiografia, è poi lo stesso Vasari ad indicare altri suoi lavori lignei che, purtroppo, sono andati perduti o scomparsi. Tuttavia altri mobili possono, tramite confronti stilistici e leggendo bene i documenti, essere attributi allo stesso Vasari. Ancora oggi si conservano diverse cornici disegnate dal maestro aretino per le sue opere e nel 1994 Alessandro Cecchi ha avanzato poi l’ipotesi, assai fondata, che fosse lo stesso Vasari ad aver fornito i disegni per le grandi porte del Tribunale della Mercanzia agli Uffizi. Un’altra attribuzione a Vasari, accettata anche dalla più recente critica, fu proposta dalla Piacenti nel 1980 relativamente al noto tavolo sorretto da due sfingi in legno di sandalo, oggi nel Museo degli Argenti. La straordinaria qualità dell’intaglio e l’originalità d’invenzione fanno del tavolo di Pitti un’opera insolita, unica nel suo tempo. La sua eccezionalità è principalmente offerta, a mio parere, soprattutto da quel sapore puramente classico che si ritrova spesso nelle composizioni vasariane. In tanti altri mobili si riscontrano poi chiari motivi decorativi vasariani: basti infatti sfogliare il volume sul mobilio fiorentino del Tinti per trovare temi di forma simile in leggii, porte e cassoni lignei. Un altro eccezionale oggetto, attribuibile a Vasari, è, a parer nostro, la specchiera attualmente esposta al Museo di Casa Vasari in Arezzo. Si tratta di un raro manufatto ligneo, tipico della più raffinata cultura di tutta la maniera italiana. Oggetto insolito ma non unico, poiché compagno di altri simili costruiti con la medesima struttura, specchiere rettangolari con una cornice a forma di edicola, e decorate al centro da una piccola anta che, scorrendo lateralmente, mostra il vero e proprio specchio.
Torriti, P. (2004). I mobili di Giorgio Vasari tra novità e tradizione classica. In Percorsi vasariani tra le arti e le lettere (pp.77-87). Le Balze.
I mobili di Giorgio Vasari tra novità e tradizione classica
TORRITI, PAOLO
2004-01-01
Abstract
Dal saggio di Luigi Dami, risalente al 1921, numerosi sono stati sino ad oggi gli interventi relativi all’attività di Giorgio Vasari quale grande ideatore di mobili in legno. L’artista aretino si rivela così una personalità nota non solo nel campo della pittura, dell’architettura e in quello letterario, ma anche nello studio e progettazione di sontuosi arredi, molto spesso legati alle fabbriche da lui stesso innalzate. Si possono così citare, ad esempio, i fondamentali saggi di Alessandro Del Vita, Daria Viviani Fiorini, Paola Barocchi, Maddalena Trionfi Honorati, Alessandro Cecchi, Claudia Conforti, Anna Maria Massinelli ed Enrico Colle. Ciò premesso, le opere lignee finora documentate e a noi giunte, sono più o meno una dozzina: per Palazzo Vecchio l’artista aretino progetta gli armadi delle Carte Geografiche, realizzati da Dionigi Nigetti nel 1565, gli sportelli lignei del “Tesoretto”, gli armadi della Guardaroba e le magnifiche cornici lignee dei soffitti, quali, ad esempio, quelle del Salone dei Cinquecento. Per edifici religiosi disegna invece il ciborio ligneo in Santa Croce a Firenze, i cori per Santa Maria Novella, per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri a Pisa, per Santa Croce a Bosco Marengo, per il Duomo e per la pieve di Santa Maria in Arezzo. Nella sua autobiografia, è poi lo stesso Vasari ad indicare altri suoi lavori lignei che, purtroppo, sono andati perduti o scomparsi. Tuttavia altri mobili possono, tramite confronti stilistici e leggendo bene i documenti, essere attributi allo stesso Vasari. Ancora oggi si conservano diverse cornici disegnate dal maestro aretino per le sue opere e nel 1994 Alessandro Cecchi ha avanzato poi l’ipotesi, assai fondata, che fosse lo stesso Vasari ad aver fornito i disegni per le grandi porte del Tribunale della Mercanzia agli Uffizi. Un’altra attribuzione a Vasari, accettata anche dalla più recente critica, fu proposta dalla Piacenti nel 1980 relativamente al noto tavolo sorretto da due sfingi in legno di sandalo, oggi nel Museo degli Argenti. La straordinaria qualità dell’intaglio e l’originalità d’invenzione fanno del tavolo di Pitti un’opera insolita, unica nel suo tempo. La sua eccezionalità è principalmente offerta, a mio parere, soprattutto da quel sapore puramente classico che si ritrova spesso nelle composizioni vasariane. In tanti altri mobili si riscontrano poi chiari motivi decorativi vasariani: basti infatti sfogliare il volume sul mobilio fiorentino del Tinti per trovare temi di forma simile in leggii, porte e cassoni lignei. Un altro eccezionale oggetto, attribuibile a Vasari, è, a parer nostro, la specchiera attualmente esposta al Museo di Casa Vasari in Arezzo. Si tratta di un raro manufatto ligneo, tipico della più raffinata cultura di tutta la maniera italiana. Oggetto insolito ma non unico, poiché compagno di altri simili costruiti con la medesima struttura, specchiere rettangolari con una cornice a forma di edicola, e decorate al centro da una piccola anta che, scorrendo lateralmente, mostra il vero e proprio specchio.File | Dimensione | Formato | |
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