Negli ultimi quindici anni l’archeologia pubblica si è affermata e consolidata come una delle dimensioni fondamentali della disciplina, che pone al centro la strutturazione di un rapporto organico tra la ricerca sul passato e le comunità di patrimonio che in quel passato trovano una loro dimensione identitaria. Il Dipartimento di Scienze Storiche e dell’Università di Siena dell’Università di Siena conduce sul territorio toscano diversi progetti di rilievo in questa direzione. Si tratta di progetti su siti che spaziano dall’Età preistorica al Medioevo e che si caratterizzano per una certa varietà: a ricerche in concessione su siti romani e tardoantichi (S. Marco - Elba, Vignale) si affiancano progetti di restauro e conservazione promossi da privati (Petriolo) e studi volti alla costruzione di processi innovativi di carattere metodologico finanziati attraverso la partecipazione a bandi pubblici a carattere internazionale (S. Agata del Mugello). Accanto a questi progetti, alcuni dei quali ancora in corso ci sono spazi di fruizione immersiva, che sono il risultato di ricerche archeologiche concluse, come l’Archeodromo di Poggibonsi, cui si aggiunge la stretta collaborazione con il Museo Civico di Cetona per le attività dell’Archeodromo di Belverde. Al di là delle singole specificità, i diversi progetti esplorano il ventaglio delle tante possibili archeologie pubbliche in cui si traduce il rapporto tra la ricerca e le comunità secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Faro: la costruzione di conoscenza diffusa attraverso la narrazione; la condivisione della ricerca con le comunità; la partecipazione attiva del sistema imprenditoriale locale; l’attenzione al benessere dei singoli, a partire dai soggetti e dai gruppi più svantaggiati; il rapporto con le scuole e con l’associazionismo culturale; la formazione di nuove professionalità archeologiche specifiche.
Giorgi, E., Arrighetti, A., Nardini, A., Pagliantini, L., Volante, N. (2024). Archeologia con e per le comunità: per una concreta attuazione della Convenzione di Faro. In Archeologia in Toscana: ricerca, tutela, gestione, valorizzazione: atti del Convegno di Firenze, 7-9 Giugno 2023 (pp.1-10). Roma : Arbor Sapientiae.
Archeologia con e per le comunità: per una concreta attuazione della Convenzione di Faro
Elisabetta Giorgi;Andrea Arrighetti;Alessandra Nardini;Laura Pagliantini;Nicoletta Volante
2024-01-01
Abstract
Negli ultimi quindici anni l’archeologia pubblica si è affermata e consolidata come una delle dimensioni fondamentali della disciplina, che pone al centro la strutturazione di un rapporto organico tra la ricerca sul passato e le comunità di patrimonio che in quel passato trovano una loro dimensione identitaria. Il Dipartimento di Scienze Storiche e dell’Università di Siena dell’Università di Siena conduce sul territorio toscano diversi progetti di rilievo in questa direzione. Si tratta di progetti su siti che spaziano dall’Età preistorica al Medioevo e che si caratterizzano per una certa varietà: a ricerche in concessione su siti romani e tardoantichi (S. Marco - Elba, Vignale) si affiancano progetti di restauro e conservazione promossi da privati (Petriolo) e studi volti alla costruzione di processi innovativi di carattere metodologico finanziati attraverso la partecipazione a bandi pubblici a carattere internazionale (S. Agata del Mugello). Accanto a questi progetti, alcuni dei quali ancora in corso ci sono spazi di fruizione immersiva, che sono il risultato di ricerche archeologiche concluse, come l’Archeodromo di Poggibonsi, cui si aggiunge la stretta collaborazione con il Museo Civico di Cetona per le attività dell’Archeodromo di Belverde. Al di là delle singole specificità, i diversi progetti esplorano il ventaglio delle tante possibili archeologie pubbliche in cui si traduce il rapporto tra la ricerca e le comunità secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Faro: la costruzione di conoscenza diffusa attraverso la narrazione; la condivisione della ricerca con le comunità; la partecipazione attiva del sistema imprenditoriale locale; l’attenzione al benessere dei singoli, a partire dai soggetti e dai gruppi più svantaggiati; il rapporto con le scuole e con l’associazionismo culturale; la formazione di nuove professionalità archeologiche specifiche.| File | Dimensione | Formato | |
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