Le decorazioni medievali in opus sectile dell’Italia Meridionale attestano la diffusione ed il continuo aggiornamento di una tecnica antica, ritornata in auge a partire dal cantiere desideriano di Montecassino (1071), le cui tracce consistenti si trovano nei più noti pavimenti cosmateschi di Roma e del Lazio. Obiettivo delle ricerche è quello di delineare un quadro attendibile e pressoché inedito della produzione in opus sectile del meridione normanno, distinguendone i caratteri peculiari e individuando plausibili relazioni tra le maestranze che vi operarono. Un importante esito riguarda l’identificazione e la caratterizzazione dei litotipi bianchi. Le indagini sulle tessere bianche sono state effettuate su campioni prelevati in diversi edifici dislocati nelle regioni del regno normanno: in Campania, nella chiesa di San Menna e nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti (BN), nel Duomo di Salerno; in Calabria, nella chiesa di Sant’Adriano a San Demetrio Corone (CS); in Sicilia, nella Cappella Palatina, nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nel palazzo della Zisa a Palermo. I risultati delle indagini hanno prodotto due esiti sostanziali: uno concerne l’impiego del calcare bianco “palombino” e la sua descrizione e caratterizzazione mineralogico-petrografica; l’altro riguarda l’identificazione di un litotipo artificiale (stracotto), la sua descrizione e caratterizzazione, il suo impiego originario e la sua distribuzione nei monumenti del meridione normanno.

Longo, R., Giarrusso, R. (2011). L'impiego del palombino e del litotipo artificiale stracotto nell'opus sectile del meridione normanno. In Atti del XVI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (pp.229-242). Tivoli : Scripta Manent.

L'impiego del palombino e del litotipo artificiale stracotto nell'opus sectile del meridione normanno

Longo, Ruggero
;
2011-01-01

Abstract

Le decorazioni medievali in opus sectile dell’Italia Meridionale attestano la diffusione ed il continuo aggiornamento di una tecnica antica, ritornata in auge a partire dal cantiere desideriano di Montecassino (1071), le cui tracce consistenti si trovano nei più noti pavimenti cosmateschi di Roma e del Lazio. Obiettivo delle ricerche è quello di delineare un quadro attendibile e pressoché inedito della produzione in opus sectile del meridione normanno, distinguendone i caratteri peculiari e individuando plausibili relazioni tra le maestranze che vi operarono. Un importante esito riguarda l’identificazione e la caratterizzazione dei litotipi bianchi. Le indagini sulle tessere bianche sono state effettuate su campioni prelevati in diversi edifici dislocati nelle regioni del regno normanno: in Campania, nella chiesa di San Menna e nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti (BN), nel Duomo di Salerno; in Calabria, nella chiesa di Sant’Adriano a San Demetrio Corone (CS); in Sicilia, nella Cappella Palatina, nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nel palazzo della Zisa a Palermo. I risultati delle indagini hanno prodotto due esiti sostanziali: uno concerne l’impiego del calcare bianco “palombino” e la sua descrizione e caratterizzazione mineralogico-petrografica; l’altro riguarda l’identificazione di un litotipo artificiale (stracotto), la sua descrizione e caratterizzazione, il suo impiego originario e la sua distribuzione nei monumenti del meridione normanno.
2011
978-88-901693-5-9
Longo, R., Giarrusso, R. (2011). L'impiego del palombino e del litotipo artificiale stracotto nell'opus sectile del meridione normanno. In Atti del XVI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (pp.229-242). Tivoli : Scripta Manent.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1293278