Su una superficie totale di quasi 170 ha, il centro storico di Siena (patrimonio Unesco dal 1995) è stato classificato per un 58% come aree edificate e per ben il 42% come aree verdi. Queste ultime sono costituite da parchi, giardini e orti privati distribuiti all’interno dell’edificato (per un 17%) e dalle cosiddette Valli verdi (per il 25%), formate da 5 corpi principali: la Valle di Follonica, la Val di Pania, la Valle di Porta Giustizia in Val di Montone, l’Orto botanico e il crinale di Santa Lucia. Questa ricerca è incentrata su queste aree, spazi di vera e propria campagna racchiusi entro le mura trecentesche, con l’obiettivo di delineare la loro evoluzione dal XIV secolo in poi, allorché l’arresto della crescita di popolazione dopo l’epidemia di peste medievale fece sì che si mantenessero inedificati. In considerazione del lento trend demografico di Siena nei secoli successivi, queste vaste aree intercalate al tessuto urbano sono state (con l’eccezione di pochi ettari) destinate all’agricoltura, adibite a orti e a poderi, fino agli anni ‘50 del Novecento quando, con il primo piano urbanistico, si aprì un acceso dibattito sulla loro destinazione d’uso che vide prevalere, fortunatamente, la loro conservazione a spazi verdi. Nonostante abbiano perso in buona parte la funzione agraria, nelle Valli sono ancora riconoscibili elementi tipici del paesaggio rurale storico: formazioni lineari arboree o arbustive, fossi, sistemazioni agrarie quali muretti, terrazzamenti e ciglionamenti, acquidocci e oliveti di impianto tradizionale. Oggi l’antica città di Siena si qualifica come realtà quasi unica nel panorama mondiale grazie alle Valli verdi, aree di grande suggestione e di molteplici utilità: culturali, ricreative e, soprattutto, ecologiche per il loro ruolo di spazi vitali per la sostenibilità urbana, grazie alla funzione primaria di assorbimento di CO2 e di riduzione delle ondate di calore da parte della vegetazione. Per analizzare le dinamiche che hanno plasmato queste aree dal tardo medioevo ad oggi e per mettere a fuoco la loro percezione nel tempo da parte delle società locali e degli outsiders, si fa ricorso ad un ampio ventaglio di fonti geostoriche: catasti geometrici storici (in particolari quelli geometrico-descrittivi del 1820-30 e del 1936), cartografia dei secoli XVI-XX, fotografie aree dal 1954 ad oggi, descrizioni letterarie e resoconti di viaggio, censimenti demografici e piani urbanistici.
Guarducci, A. (2024). La campagna entro le mura. Le Valli verdi di Siena (Toscana, Italia) attraverso i secoli, da spazi agrari a spazi vitali per la sostenibilità del sistema urbano. In C. Camarero Bullón, M. Á. Bringas Gutiérrez, A. L. San Eugenio (a cura di), Ecos modernos. Fuentes geohistóricas de los siglos XIX y XX (pp. 265-279). Santander; Madrid : Editorial de la Universidad de Cantabria; Ediciones Universidad Autónoma de Madrid.
La campagna entro le mura. Le Valli verdi di Siena (Toscana, Italia) attraverso i secoli, da spazi agrari a spazi vitali per la sostenibilità del sistema urbano
Anna Guarducci
2024-01-01
Abstract
Su una superficie totale di quasi 170 ha, il centro storico di Siena (patrimonio Unesco dal 1995) è stato classificato per un 58% come aree edificate e per ben il 42% come aree verdi. Queste ultime sono costituite da parchi, giardini e orti privati distribuiti all’interno dell’edificato (per un 17%) e dalle cosiddette Valli verdi (per il 25%), formate da 5 corpi principali: la Valle di Follonica, la Val di Pania, la Valle di Porta Giustizia in Val di Montone, l’Orto botanico e il crinale di Santa Lucia. Questa ricerca è incentrata su queste aree, spazi di vera e propria campagna racchiusi entro le mura trecentesche, con l’obiettivo di delineare la loro evoluzione dal XIV secolo in poi, allorché l’arresto della crescita di popolazione dopo l’epidemia di peste medievale fece sì che si mantenessero inedificati. In considerazione del lento trend demografico di Siena nei secoli successivi, queste vaste aree intercalate al tessuto urbano sono state (con l’eccezione di pochi ettari) destinate all’agricoltura, adibite a orti e a poderi, fino agli anni ‘50 del Novecento quando, con il primo piano urbanistico, si aprì un acceso dibattito sulla loro destinazione d’uso che vide prevalere, fortunatamente, la loro conservazione a spazi verdi. Nonostante abbiano perso in buona parte la funzione agraria, nelle Valli sono ancora riconoscibili elementi tipici del paesaggio rurale storico: formazioni lineari arboree o arbustive, fossi, sistemazioni agrarie quali muretti, terrazzamenti e ciglionamenti, acquidocci e oliveti di impianto tradizionale. Oggi l’antica città di Siena si qualifica come realtà quasi unica nel panorama mondiale grazie alle Valli verdi, aree di grande suggestione e di molteplici utilità: culturali, ricreative e, soprattutto, ecologiche per il loro ruolo di spazi vitali per la sostenibilità urbana, grazie alla funzione primaria di assorbimento di CO2 e di riduzione delle ondate di calore da parte della vegetazione. Per analizzare le dinamiche che hanno plasmato queste aree dal tardo medioevo ad oggi e per mettere a fuoco la loro percezione nel tempo da parte delle società locali e degli outsiders, si fa ricorso ad un ampio ventaglio di fonti geostoriche: catasti geometrici storici (in particolari quelli geometrico-descrittivi del 1820-30 e del 1936), cartografia dei secoli XVI-XX, fotografie aree dal 1954 ad oggi, descrizioni letterarie e resoconti di viaggio, censimenti demografici e piani urbanistici.File | Dimensione | Formato | |
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