Edizione sinottica del III libro della versione anglosassone dei Dialogi di Gregorio Magno in BL Cotton Otho C i, vol. 2 e CCCC 322. Con uno studio delle varianti testuali.

The Old English translation of Pope Gregory the Great's Dialogues has come down to us in three manuscripts and one short fragment dating from the late 10th to mid-11th century. The text in its entirety is preserved only in the ms. Cambridge, Corpus Christi College 322 (C), chosen by Hans Hecht in 1900 as the guiding text of the only critical edition of the text. However, the text in London, British Library Cotton Otho C i, vol. 2, foll. 1-137v (O) has a significant number of lexical and morphosyntactic variants, which are recorded by Hecht in the footnotes and, in many cases, not without errors. This O manuscript still lacks a diplomatic edition, as well as a tool to catalogue all variants with respect to C. Moreover, the variants and substantive differences that distinguish the C and O texts have been reputed to be errors, often to the detriment of O, with these assumptions being refuted by studies in the last century. The absence of a reliable edition has also inevitably biased linguistic studies of the text, resulting in biased and often erroneous opinions. A new synoptic edition is therefore proposed, restricted to the third book of the work, accompanied by the lexical variants that emerge from the collation of the mss. London, British Library Cotton Otho C i, vol. 2 and Cambridge, Corpus Christi College, 322 systematically collected using computer tools. The investigation was extended to the relationship between the Anglo-Saxon variants and any corresponding Latin variants, in order to establish the extent to which the witnesses that have come down to us preserve lessons that can be traced back to the reflection of variants from the parallel Latin tradition. The aim is thus to distinguish, as far as possible: interventions due to revision for the purpose of textual ‘restoration’; changes due to linguistic evolution; the inevitable failures of tradition; actual translation errors. The first chapter outlines the history of the ancient-English translation of the Dialogues, with a focus not only on its codicological and critical history, but also on the critical Latin editions of reference. The second chapter illustrates the working method adopted and the computer tools developed and employed, focusing also on the description of the identifiers used and on the ways of organising and using the databases that accompany the edition, highlighting both their limitations and advantages. In the third chapter, the synoptic edition of the two texts is arranged on two pages side by side, so as to respect the original textual arrangement of the manuscripts. The mainly palaeographic footnotes aim to highlight the material peculiarities of the Cottonian manuscript in particular. The fourth and final chapter offers an examination of the variants, divided into categories, highlighting differences and specific characteristics of the two texts. To complete the work, the TEI transcription, the databases of the variants, the results of the digital collation and the workbook processed with EVT are made available in digital format on the website of the Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne (DFCLAM) The tools are intended not only as support for the thesis, but also as an accessible resource for further study and research.

La traduzione in antico inglese dei Dialogi di papa Gregorio Magno è giunta a noi in tre manoscritti e un breve frammento risalenti al periodo compreso tra la fine del X e la metà dell’XI secolo. Il testo completo è tramandato dal solo ms. Cambridge, Corpus Christi College 322 (C), scelto da Hans Hecht nel 1900 come testo guida dell’unica edizione critica dell’opera. Tuttavia, il testo in London, British Library Cotton Otho C i, vol. 2, foll. 1-137v (O) presenta un numero significativo di varianti lessicali e morfosintattiche, che vengono registrate da Hecht nelle note a piè di pagina e, in molti casi, non senza errori. Tale manoscritto ancora non è fruibile in un’edizione diplomatica, e manca uno strumento che permetta di catalogarne tutte le varianti rispetto a C. Inoltre, le varianti e le differenze sostanziali che distinguono i testi C e O sono state generalmente reputate degli errori di O, sebbene alcune di tali conclusioni siano state smentite da alcuni studi fin dal secolo scorso. L’assenza di un’edizione affidabile ha anche pregiudicato inevitabilmente gli studi linguistici sul testo, inducendo a giudizi parziali e spesso errati. Si propone qui l’edizione sinottica del terzo libro dell’opera secondo la lezione di London, British Library Cotton Otho C i, vol. 2 (O) e Cambridge, Corpus Christi College 322 (C), corredata dalle varianti lessicali che emergono dalla collazione dei manoscritti, raccolte sistematicamente, mediante strumenti informatici. L’indagine è stata estesa alla relazione tra le varianti anglosassoni e le varianti latine corrispondenti, ove presenti, in modo da stabilire in che misura i testimoni a noi giunti conservano lezioni riconducibili al riflesso di varianti della parallela tradizione latina. Si tende in tal modo a distinguere, fin dove è possibile, gli interventi dovuti a revisione per un ‘restauro’ testuale, i mutamenti dovuti all’evoluzione linguistica, gli inevitabili guasti della tradizione e gli errori di traduzione veri e propri. Nel primo capitolo si delinea la storia della tradizione antico-inglese dei Dialogi, con un’attenzione particolare non solo alle sue vicende codicologiche ed ecdotiche, ma anche alle edizioni critiche latine di riferimento. Il secondo capitolo illustra il metodo di lavoro adottato e gli strumenti informatici sviluppati e impiegati, oltre alla descrizione degli identificatori utilizzati e alle modalità di organizzazione e fruizione dei database che corredano l’edizione, con i limiti e i vantaggi che ne derivano. Nel terzo capitolo è disposta l’edizione sinottica dei due testi, organizzata su due pagine affiancate, in modo tale da rispettare la disposizione testuale originaria dei manoscritti. L’apparato a piè di pagina mette in evidenza soprattutto le particolarità materiali del manoscritto cottoniano. Il quarto e ultimo capitolo offre la disamina delle varianti, suddivise in categorie, evidenziando differenze e caratteristiche specifiche dei due testi. A completare il lavoro si rendono disponibili in formato digitale sui canali istituzionali del Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne (DFCLAM) la trascrizione TEI, i database delle varianti, i risultati della collazione digitale e la cartella di lavoro elaborata con EVT. Gli strumenti sono offerti non solo come supporto alla tesi, ma anche come risorsa accessibile per ulteriori approfondimenti e ricerche.