Il saggio affronta la questione della periodizzazione nelle società dell’alto Medioevo, evidenziando preliminarmente come la suddivisione del tempo storico in epoche sia un processo essenziale, che risponde a esigenze di comprensione e interpretazione degli eventi, e al tempo stesso non sia neutrale, ma influenzato da prospettive culturali, disciplinari e geografiche. Dopo una discussione del tema dell’opposizione fra la concezione ciclica del tempo, tipica del mondo classico, e quella lineare, legata alla tradizione giudaico-cristiana, tesa a mostrare come entrambe le visioni siano più complesse e articolate di quanto suggerito da interpretazioni semplificate, l’analisi si sposta sugli schemi periodizzanti destinati a maggiore popolarità presso gli autori alto-medievali: i sistemi cronologici dell’Anno Domini e dell’Anno Mundi, ma soprattutto le teorie dei “Quattro Imperi” e delle “Sei Età”. La prima, che descrive la successione di entità statali sovranazionali capaci di imporre un unico governo alla maggior parte del mondo, viene fatta normalmente derivare da un passo del Libro di Daniele; la seconda, che concepisce la storia universale come articolata in sei epoche, è invece ricondotta nella sua forma compiuta al pensiero di Sant’Agostino. Il saggio rintraccia la lunga persistenza – almeno fino all’età moderna – e la lontana e stratificata origine di queste dottrine, cercando di cogliere l’intreccio di tradizioni e la sintesi di elementi culturali (mediterranei, medio e vicino-orientali) che ne formano la sostanza.
Franceschi, F. (2024). Tempi storici: periodizzazioni ed età della storia. In Il tempo nell’alto Medioevo (pp.1115-1148). Spoleto : Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo.
Tempi storici: periodizzazioni ed età della storia
Franceschi, Franco
2024-01-01
Abstract
Il saggio affronta la questione della periodizzazione nelle società dell’alto Medioevo, evidenziando preliminarmente come la suddivisione del tempo storico in epoche sia un processo essenziale, che risponde a esigenze di comprensione e interpretazione degli eventi, e al tempo stesso non sia neutrale, ma influenzato da prospettive culturali, disciplinari e geografiche. Dopo una discussione del tema dell’opposizione fra la concezione ciclica del tempo, tipica del mondo classico, e quella lineare, legata alla tradizione giudaico-cristiana, tesa a mostrare come entrambe le visioni siano più complesse e articolate di quanto suggerito da interpretazioni semplificate, l’analisi si sposta sugli schemi periodizzanti destinati a maggiore popolarità presso gli autori alto-medievali: i sistemi cronologici dell’Anno Domini e dell’Anno Mundi, ma soprattutto le teorie dei “Quattro Imperi” e delle “Sei Età”. La prima, che descrive la successione di entità statali sovranazionali capaci di imporre un unico governo alla maggior parte del mondo, viene fatta normalmente derivare da un passo del Libro di Daniele; la seconda, che concepisce la storia universale come articolata in sei epoche, è invece ricondotta nella sua forma compiuta al pensiero di Sant’Agostino. Il saggio rintraccia la lunga persistenza – almeno fino all’età moderna – e la lontana e stratificata origine di queste dottrine, cercando di cogliere l’intreccio di tradizioni e la sintesi di elementi culturali (mediterranei, medio e vicino-orientali) che ne formano la sostanza.File | Dimensione | Formato | |
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