La tesi segnala i limiti della ricostruzione tecnico-normativa dei rischi psicosociali elaborata dalla letteratura nazionale ed internazionale di riferimento e propone un approccio filosofico-antropologico allo studio delle patologie sociali del lavoro, oggi tornate alla ribalta nel dibattito scientifico e politico-sindacale. Per comprendere le nuove problematiche in materia di benessere complessivo del lavoratore sollecitate dalla IV Rivoluzione Industriale si propone un’analisi della letteratura filosofica, economica e sociologica che ha accompagnato lo sviluppo e l’ascesa della I Rivoluzione Industriale, che consente di ipotizzare come il vero problema sia, al fondo di tutto, la concezione astratta del lavoro nelle moderne società industriali, mutuata acriticamente dalla riflessione marxista. Le possibilità oggi aperte dalla IV Rivoluzione Industriale di valorizzare nuovamente la soggettività del lavoratore possono favorire il superamento di una visione puramente economicista dell’attività produttiva, aprendo la strada ad una nuova idea di lavoro che rimetta al centro dei processi economici e produttivi la persona, con le sue inclinazioni e il suo innato desiderio di senso e significato. La proposta di una nuova idea di lavoro quale “opera” in senso arendtiano può infine favorire la definizione di inedite soluzione normative ed organizzative rispetto alla questione delle patologie sociali del lavoro, nel più ampio contesto del raggiungimento del benessere complessivo del lavoratore.
Leccardi, C. (2023). Il lavoro e le sue patologie sociali [10.25434/leccardi-cecilia_phd2023].
Il lavoro e le sue patologie sociali
Leccardi, Cecilia
2023-01-01
Abstract
La tesi segnala i limiti della ricostruzione tecnico-normativa dei rischi psicosociali elaborata dalla letteratura nazionale ed internazionale di riferimento e propone un approccio filosofico-antropologico allo studio delle patologie sociali del lavoro, oggi tornate alla ribalta nel dibattito scientifico e politico-sindacale. Per comprendere le nuove problematiche in materia di benessere complessivo del lavoratore sollecitate dalla IV Rivoluzione Industriale si propone un’analisi della letteratura filosofica, economica e sociologica che ha accompagnato lo sviluppo e l’ascesa della I Rivoluzione Industriale, che consente di ipotizzare come il vero problema sia, al fondo di tutto, la concezione astratta del lavoro nelle moderne società industriali, mutuata acriticamente dalla riflessione marxista. Le possibilità oggi aperte dalla IV Rivoluzione Industriale di valorizzare nuovamente la soggettività del lavoratore possono favorire il superamento di una visione puramente economicista dell’attività produttiva, aprendo la strada ad una nuova idea di lavoro che rimetta al centro dei processi economici e produttivi la persona, con le sue inclinazioni e il suo innato desiderio di senso e significato. La proposta di una nuova idea di lavoro quale “opera” in senso arendtiano può infine favorire la definizione di inedite soluzione normative ed organizzative rispetto alla questione delle patologie sociali del lavoro, nel più ampio contesto del raggiungimento del benessere complessivo del lavoratore.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
phd_unisi_094213.pdf
accesso aperto
Tipologia:
PDF editoriale
Licenza:
PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione
1.58 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.58 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1226614