Il dispositivo formativo della biblioteca sociale in carcere: un modello operativo nelle case circondariali di Sollicciano e Gozzini

This dissertation treats the topic of informal and non-formal education in prison contexts, with specific focus on the educational potential of the library. This paper presents the results of an educational research carried out in two prisons in the city of Florence. The focus was the analysis of the hindering and facilitating organisational conditions that can make it possible to configure the social library as a learning device capable of generating personal and organisational development process. This study is part of the theoretical-scientific framework characterised by the theories of experential learning, transformative learning, adult learning in prison and prison library. This theoretical framework was functional to the definition of the research design, but also as a parameter for the analysis and interpretation of the results that emerged. The empirical multi-method research was structured in two macro sequential phases with parallel sub-phases and negotiation, monitoring and evaluation phases transversal to the entire research work. In the first exploratory phase, a series of focus groups, semi-structured interviews and participant observation lead to decoding the problems underlying the poor educational function of the libraries through a triangulation of the viewpoints of all actors involved. In the second intervention research phase, the aim was to restructure the libraries into social libraries through a co-design process between the main actors. In order to restructure the libraries, bottom-up approaches and participatory problem identification and resolution processes were adopted, starting from the identified problems and the educational needs of the prison population. The analysis and interpretation of the empirical data collected in the first phase made it possible to identify five interpretative keys, useful for defining library services as semi-invisible and self-referential: libraries are not adequately recognised as educational tools by the security area; libraries do not know prisoners’ needs and, because they are managed through informal methods, they only work for those who already use the service. Following the processes of co-design and redefinition of the social library, it was possible to detect the transformative efficacy of the actions carried out, which lead to changes in prison contexts in five areas (accessibility; modes of use; training; spaces; library collection; management and organisation) and better collaborations between libraries, internal organisational actors (education and security area) and educational-cultural services present in the context. The final outcomes of the research were: • the formalisation of the learning device of the social library (accessibility; educational function of the professionalism of prison police officers; role and function of the librarian’s work in an educational perspective; liaison between inside and outside prison context; redefinition of library spaces); • the definition of a research model that can be transferred to other prisons, including strategies and approaches that make it possible to determine how this device works. The results obtained offer a theoretical-empirical contribution to the fields of prison education, prison evidence-based research and prison library. Furthermore, they provide useful elements to decision makers in prison administration and public policy for the creation of an educational service such as the social library. Social library has a transformative potential, capable of emancipating prisoners from situations that limit their agency, intercepting and assimilating stimuli from the context and from prison population, constantly adapting and transforming itself with respect to the educational demands of the prison population and affecting a new individual and organisational planning.

Il presente lavoro di tesi affronta il tema dell’educazione informale e non formale nei contesti penitenziari, con specifica attenzione alle potenzialità educative della biblioteca. L’elaborato presenta gli esiti di una ricerca educativa realizzata presso due Istituti penitenziari della città di Firenze, che ha avuto come focus l’analisi delle condizioni organizzative ostacolanti e facilitanti che possono permettere di configurare la biblioteca sociale come un dispositivo formativo capace di generare azioni di sviluppo personali e organizzative. Lo studio si inserisce all’interno del framework teorico-scientifico caratterizzato dalle teorie dell’experential learning, del transformative learning, dell’adult learning in prison e della prison library. Questo quadro teorico è stato funzionale alla definizione del disegno di ricerca, ma anche come parametro di analisi ed interpretazione dei risultati emersi. La ricerca empirica, seguendo un approccio multi metodo, è stata strutturata in due macro fasi sequenziali con sottofasi parallele e da fasi di negoziazione, monitoraggio e valutazione trasversali a tutto il lavoro di ricerca. Nella prima fase esplorativa, attraverso focus group, interviste semi-strutturate e osservazione partecipante, si sono decodificati i problemi alla base di una scarsa funzione educativa delle biblioteche prese a riferimento attraverso una triangolazione dei punti di vista di tutti i livelli e attori coinvolti. Nella seconda fase di ricerca intervento, attraverso un processo di co-progettazione tra i principali attori, si è puntato alla ristrutturazione dei servizi in biblioteche sociali, a partire dai problemi individuati e dai bisogni formativi della popolazione ristretta, adottando approcci bottom up e processi partecipativi di individuazione e risoluzione dei problemi. L’analisi ed interpretazione del materiale empirico raccolto nella prima fase ha consentito di individuare cinque chiavi interpretative utili a definire i servizi bibliotecari come semi-invisibili e autoreferenziali: le biblioteche non vengono adeguatamente riconosciute come strumenti formativi dall’area sicurezza; non conoscono i bisogni della popolazione ristretta e, essendo gestite attraverso modalità informali, funzionano solo per il pubblico reale. A seguito dei processi di co-progettazione e ridefinizione della biblioteca sociale, è stato possibile rilevare l’efficacia trasformativa delle azioni realizzate che ha determinato cambiamenti nei contesti penitenziari in cinque aree (accessibilità; modalità di fruizione; formazione; spazi; collezione libraria; management e organizzazione) e migliori collaborazioni tra biblioteche, attori organizzativi interni (area trattamentale e sicurezza) e servizi educativi-culturali presenti nel contesto. Gli esiti finali della ricerca sono stati: • la formalizzazione del dispositivo formativo della biblioteca sociale strutturato in cinque elementi (accessibilità; funzione educativa della professionalità degli agenti di polizia penitenziaria; ruolo e funzione del lavoro del bibliotecario in prospettiva educativa; liaison tra interno ed esterno; riprogettazione degli spazi della biblioteca); • la definizione di un modello di ricerca trasferibile in altri contesti penitenziari, le cui strategie e approcci consentono di determinare il funzionamento di tale dispositivo. I risultati ottenuti offrono un contributo teorico-empirico agli ambiti disciplinari della prison education, prison evidence based research e prison library. Inoltre, forniscono ai decision makers dell’amministrazione penitenziaria e delle politiche pubbliche elementi utili funzionali alla creazione di un servizio formativo come quello della biblioteca sociale. Quest’ultima presenta un potenziale trasformativo capace di emancipare i ristretti da situazioni che ne limitano l’agency, intercettare e assimilare stimoli da parte del contesto e della popolazione ristretta, adeguandosi e trasformandosi costantemente rispetto alle domande formative di quest’ultima e andando ad incidere su una nuova progettualità sia individuale che organizzativa.