Testo in italiano Contesto e descrizione del problema Questa comunicazione presenta i primi risultati di una ricerca condotta tra professionisti attivi in ambito sanitario (medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, operatori sociosanitari) e tra volontari formati (ma non specializzati), accomunati dall’impegno in attività di volontariato per FILe Fondazione Italiana di Leniterapia, ente non profit che opera nell’ambito delle cure palliative (o leniterapia): sia offrendo assistenza a malati oncologici o cronici in fase terminale, sia con attività di promozione della ricerca, divulgazione, formazione, aggiornamento. Il sistema sanitario nazionale italiano nella sua attuale declinazione organizzativa prevede come è noto la presa in carico e in cura della persona-paziente. Questa azione troppo spesso e contraddittoriamente si trova a divergere con l’imperativo dell’economicismo e relative priorità e protocolli. A cominciare dai tempi dedicati alla comunicazione e al reciproco ascolto tra membri delle équipe sanitarie, così come allo spazio e all’attenzione rivolte alla promozione, raccolta e valutazione delle narrazioni di malattia espresse dai pazienti e ancora solo raramente implementate nella prassi clinica. In questo scenario, la presenza dei volontari può rappresentare un elemento di rottura delle precedenti e consolidate dinamiche relazionali. Rottura che può a sua volta tradursi in maggiori livelli di attrito e conflittualità tra attori convolti; ma anche in una nuova occasione per spostare il barometro del clima ospedaliero da una situazione di prevalente dissonanza emotiva (Abraham 1998) ad una di risonanza (Elias 1982): esito della promozione di percorsi di valorizzazione del dialogo, di costruzione di rapporti di fiducia, di armonizzazione tra le richieste dell’organizzazione e il sentire più intimo dei singoli. Obbiettivi Sulla scorta dell’esigenza espressa dalla stessa Fondazione FILe di rendere più sinergica ed efficace l’azione di tutti i suoi volontari negli hospice fiorentini, due sono stati gli obbiettivi condivisi. Primo: osservare le dinamiche di interazione interne alle équipe “miste” di professionisti volontari e volontari formati e tra équipe, degenti e familiari accudenti. Secondo ma non di secondaria importanza: rilevare e analizzare le emozioni dominanti tra i volontari di ogni appartenenza professionale, proprio tenendo conto dell’imprescindibile intreccio che lega insieme le emozioni stesse e le forme di interazione dei soggetti coinvolti. Teorie, metodi, modelli, materiali Lo studio è stato condotto nell’arco di 4 mesi tra novembre 2014 e febbraio 2015 e ha coinvolto i tre hospice gestiti dall’Azienda Sanitaria di Firenze presenti nell’area urbana. La metodologia utilizzata si è basata su una serie di colloqui preliminari ad interlocutori privilegiati e sulla somministrazione di brevi questionari a risposta aperta. Il campione di riferimento è stato costituito dai circa 80 tra volontari formati e operatori volontari che prestano assistenza qualificata e gratuita presso i presidi ospedalieri, per un totale di 67 questionari raccolti: 32 fra i volontari, 35 fra gli operatori. Risultati L’esperienza di ricerca, ricostruendo e analizzando le dinamiche di azioni e di reazioni intercorrenti tra le diverse figure presenti in hospice e interagenti, è stata lo stimolo e - in fase di restituzione dei primi risultati - ha offerto materiale per: a) una comune riflessione sulle criticità e per delineare le priorità di cambiamento e le possibili direzioni; b) porre in evidenza e leggere aspetti quotidiani inediti e inaccessibili ad uno sguardo solo “interno”; c) individuare meglio le eventuali dinamiche e linee di conflitto. Là dove queste sono state riscontrate si è infine tentato di impostare una azione di possibile “disinnesco”, di organizzare un intervento capace di ridare sinergia e fluidità al “sistema” FILe, attraverso la promozione di incontri diretti, scambi e confronti tra tutti i volontari. Le procedure di interpretazione dei testi collezionati hanno portato ad individuare anche tra i volontari attivi in FILe la crucialità del riconoscimento di un fine condiviso e dell’interdipendenza dei compiti. Queste consapevolezze innescano dinamiche virtuose, incoraggiando la sinergia tra attori, anche quando originariamente su posizioni differenti; promuovono inoltre un benessere che è benessere collettivo nel senso più ampio: non solo di chi opera nella associazione - ed è dunque “dentro al gruppo” - ma innanzitutto di chi entra a contatto con il gruppo sia per interazioni di tipo operativo/lavorativo (altri volontari) sia per relazioni di supporto e cura (degenti e familiari). Contributo Le risultanze che si delineano pongono in evidenza due diverse aree di potenziale criticità: sul fronte volontari e operatori volontari quella della conflittualità nelle interazioni in hospice; sul fronte volontari (tutti) e pazienti quella del turbamento emotivo nello svolgimento delle pratiche quotidiane. Nuovi sforzi in termini di formazione, una più attenta rinegoziazione dei compiti e lo sviluppo di competenze di ascolto e di espressione finalizzate alla costruzione di un dialogo efficace sono le leve più preziose per superare le eventuali fallacie dell’attuale sistema di cooperazione e per eliminare o ridurre tanto il livello di conflittualità tra volontari (ma anche tra volontari e altri curanti) quanto per costruire un clima relazionale il più possibile sereno, garantire agli assistiti un supporto in linea con le loro aspettative e bisogni, scongiurare i più gravi rischi dei processi stressogeni.

Mascagni, G. (2016). Volver a organizar la colaboración: interacciones de cuidado en la experiencia de los voluntarios activos en la terapia del dolor / (Ri-)organizzare la collaborazione: interazioni di cura nell'esperienza dei volontari attivi in leniterapia. In Actas CALASS 2016: O trabalho dos profissionais frente aos desafios dos Sistemas de Saúde.

Volver a organizar la colaboración: interacciones de cuidado en la experiencia de los voluntarios activos en la terapia del dolor / (Ri-)organizzare la collaborazione: interazioni di cura nell'esperienza dei volontari attivi in leniterapia

Mascagni, Giulia
2016-01-01

Abstract

Testo in italiano Contesto e descrizione del problema Questa comunicazione presenta i primi risultati di una ricerca condotta tra professionisti attivi in ambito sanitario (medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, operatori sociosanitari) e tra volontari formati (ma non specializzati), accomunati dall’impegno in attività di volontariato per FILe Fondazione Italiana di Leniterapia, ente non profit che opera nell’ambito delle cure palliative (o leniterapia): sia offrendo assistenza a malati oncologici o cronici in fase terminale, sia con attività di promozione della ricerca, divulgazione, formazione, aggiornamento. Il sistema sanitario nazionale italiano nella sua attuale declinazione organizzativa prevede come è noto la presa in carico e in cura della persona-paziente. Questa azione troppo spesso e contraddittoriamente si trova a divergere con l’imperativo dell’economicismo e relative priorità e protocolli. A cominciare dai tempi dedicati alla comunicazione e al reciproco ascolto tra membri delle équipe sanitarie, così come allo spazio e all’attenzione rivolte alla promozione, raccolta e valutazione delle narrazioni di malattia espresse dai pazienti e ancora solo raramente implementate nella prassi clinica. In questo scenario, la presenza dei volontari può rappresentare un elemento di rottura delle precedenti e consolidate dinamiche relazionali. Rottura che può a sua volta tradursi in maggiori livelli di attrito e conflittualità tra attori convolti; ma anche in una nuova occasione per spostare il barometro del clima ospedaliero da una situazione di prevalente dissonanza emotiva (Abraham 1998) ad una di risonanza (Elias 1982): esito della promozione di percorsi di valorizzazione del dialogo, di costruzione di rapporti di fiducia, di armonizzazione tra le richieste dell’organizzazione e il sentire più intimo dei singoli. Obbiettivi Sulla scorta dell’esigenza espressa dalla stessa Fondazione FILe di rendere più sinergica ed efficace l’azione di tutti i suoi volontari negli hospice fiorentini, due sono stati gli obbiettivi condivisi. Primo: osservare le dinamiche di interazione interne alle équipe “miste” di professionisti volontari e volontari formati e tra équipe, degenti e familiari accudenti. Secondo ma non di secondaria importanza: rilevare e analizzare le emozioni dominanti tra i volontari di ogni appartenenza professionale, proprio tenendo conto dell’imprescindibile intreccio che lega insieme le emozioni stesse e le forme di interazione dei soggetti coinvolti. Teorie, metodi, modelli, materiali Lo studio è stato condotto nell’arco di 4 mesi tra novembre 2014 e febbraio 2015 e ha coinvolto i tre hospice gestiti dall’Azienda Sanitaria di Firenze presenti nell’area urbana. La metodologia utilizzata si è basata su una serie di colloqui preliminari ad interlocutori privilegiati e sulla somministrazione di brevi questionari a risposta aperta. Il campione di riferimento è stato costituito dai circa 80 tra volontari formati e operatori volontari che prestano assistenza qualificata e gratuita presso i presidi ospedalieri, per un totale di 67 questionari raccolti: 32 fra i volontari, 35 fra gli operatori. Risultati L’esperienza di ricerca, ricostruendo e analizzando le dinamiche di azioni e di reazioni intercorrenti tra le diverse figure presenti in hospice e interagenti, è stata lo stimolo e - in fase di restituzione dei primi risultati - ha offerto materiale per: a) una comune riflessione sulle criticità e per delineare le priorità di cambiamento e le possibili direzioni; b) porre in evidenza e leggere aspetti quotidiani inediti e inaccessibili ad uno sguardo solo “interno”; c) individuare meglio le eventuali dinamiche e linee di conflitto. Là dove queste sono state riscontrate si è infine tentato di impostare una azione di possibile “disinnesco”, di organizzare un intervento capace di ridare sinergia e fluidità al “sistema” FILe, attraverso la promozione di incontri diretti, scambi e confronti tra tutti i volontari. Le procedure di interpretazione dei testi collezionati hanno portato ad individuare anche tra i volontari attivi in FILe la crucialità del riconoscimento di un fine condiviso e dell’interdipendenza dei compiti. Queste consapevolezze innescano dinamiche virtuose, incoraggiando la sinergia tra attori, anche quando originariamente su posizioni differenti; promuovono inoltre un benessere che è benessere collettivo nel senso più ampio: non solo di chi opera nella associazione - ed è dunque “dentro al gruppo” - ma innanzitutto di chi entra a contatto con il gruppo sia per interazioni di tipo operativo/lavorativo (altri volontari) sia per relazioni di supporto e cura (degenti e familiari). Contributo Le risultanze che si delineano pongono in evidenza due diverse aree di potenziale criticità: sul fronte volontari e operatori volontari quella della conflittualità nelle interazioni in hospice; sul fronte volontari (tutti) e pazienti quella del turbamento emotivo nello svolgimento delle pratiche quotidiane. Nuovi sforzi in termini di formazione, una più attenta rinegoziazione dei compiti e lo sviluppo di competenze di ascolto e di espressione finalizzate alla costruzione di un dialogo efficace sono le leve più preziose per superare le eventuali fallacie dell’attuale sistema di cooperazione e per eliminare o ridurre tanto il livello di conflittualità tra volontari (ma anche tra volontari e altri curanti) quanto per costruire un clima relazionale il più possibile sereno, garantire agli assistiti un supporto in linea con le loro aspettative e bisogni, scongiurare i più gravi rischi dei processi stressogeni.
2016
Texto del Abstract Contexto y descripción del problema: Esta comunicación presenta los primeros resultados de una investigación realizada entre profesionales activos en el ámbito sanitario (médicos, enfermeros, sicólogos, fisioterapistas, operadores sociosanitarios) y entre voluntarios formados (pero no especializados), unidos por el empeño en actividades de voluntariado para la FILe Fondazione Italiana di Leniterapia, organización no lucrativa que desarrolla su actividad en el ámbito de los cuidados paliativos (o terapia del dolor): ofreciendo tanto asistencia a enfermos oncológicos o crónicos en fase terminal, como desarrollando actividades de promoción de la investigación, divulgación, formación, actualización. El sistema sanitario nacional italiano en su actual estructura organizativa prevé como es sabido la atención y el cuidado de la persona-paciente. Esta acción, con demasiada frecuencia y de forma contradictoria, difiere del imperativo del ahorro y de relativas prioridades y protocolos. Comenzando por los tiempos dedicados a la comunicación y a la escucha recíproca entre los miembros de los equipos sanitarios, así como al espacio y a la atención dirigidas a la promoción, recogida y valoración de las narraciones de enfermedades manifestadas por los pacientes y hasta ahora sólo implementadas raramente en la prácticas clínicas. En este escenario, la presencia de voluntarios puede representar un elemento de rotura de las precedentes y consolidadas dinámicas de relación. Esta rotura que puede traducirse a su vez en mayores niveles de desencuentro y conflictualidad entre los actores involucrados; incluso en una nueva ocasión para desplazar el barómetro del clima del hospital de una situación de prevalente discordancia emocional (Abraham 1998) a una de resonancia (Elias 1982): resultado de la promoción de procesos de valorización del diálogo, de construcción de relaciones de confianza, de armonización entre las peticiones de la organización y el sentir más íntimo de los individuos. Objetivos: Teniendo en cuenta la lista de exigencias manifestada por la misma Fundación FILe, hacer más sinérgica y eficaz la acción de todos sus voluntarios en los hospitales florentinos y por eso dos han sido los objetivos compartidos. Primero: observar las dinámicas de interacción internas en los equipos “mixtos” de profesionales-voluntarios y voluntarios formados y entre equipos, ingresados y familiares que cuidan. Segundo; pero no de menor importancia: remarcar y analizar las emociones dominantes entre los voluntarios de cada grupo profesional, teniendo en cuenta la imprescindible unión que une las mismas emociones y las formas de interación de los sujetos implicados. Teorías, métodos, modelos, materiales El estudio ha sido realizado en el arco de 4 meses entre noviembre de 2014 y febrero de 2015 y ha involucrado a los tres hospitales gestionados por la Empresa Sanitaria de Florencia situados en el área urbana de la ciudad. La metodología utilizada se ha basado en una serie de coloquios preliminares con interlocutores privilegiados y en la suministración de breves cuestionarios con respuestas abiertas. La muestra de referencia tomada entre unas 80 personas - voluntarios formados y operadores voluntarios que ofrecen asistencia cualificada y gratuita en las estructuras hospitalarias - por un total de 67 cuestionarios recogidos: 32 entre los voluntarios, 35 entre los operadores. Resultados: La experiencia de investigación reconstruyendo y analizando las dinámicas de acciones y de reacciones interelacionadas entre las diferentes figuras presentes e interagentes en hospitales especializados, ha sido el estímulo y - en fase de restitución de los primeros resultados - ha ofrecido material para: a) una reflexión común sobre las criticidades y para delinear las prioridades de cambio y las posibles direcciones; b) poner en evidencia y leer aspectos cotidianos inéditos e inaccesibles y una mirada sólo “al interior”; c) individuar mejor las eventuales dinámicas y líneas de conflicto. En los lugares en las que éstas se han encontrado se ha intentado plantear una acción de posible “desactivación”, de organizar una intervención capaz de volver a dar sinergia y fluidez al “sistema” FILe, a través de la promoción de encuentros directos, intercambios y confrontación entre todos los voluntarios. Los procedimientos de interpretación de los textos coleccionados han llevado a identificar también/incluso entre los voluntarios activos en la FILe la crucialidad del reconocimiento de ua finalidad compartida y de la interdependencia de las tareas. Estos conocimientos de los hechos provocan una reacción en cadena de dinámicas virtuosas, incentivando la sinergía entre los actores, incluso cuando originariamente tienes posiciones diferentes; además, promueven un bienestar que es un bienestar colectivo en el sentido más amplio: no sólo de quien trabaja en la asociación - y está por eso “dentro del grupo” - sino sobre todo de quien entra en contacto con el grupo tanto por interacciones de tipo operativo/laborales (otros voluntarios) como por relaciones de ayuda y cuidado (hospitalizados y familiares). Contribución: Los resultados que se manifiestan ponen en evidencia dos áreas diferentes de potencial criticidad: desde la parte de los voluntarios y operadores voluntarios la de la conflictualidad en las interacciones en hospitales especializados; desde la parte de los voluntarios (todos) y los pacientes la del desconcierto emotivo en el desarrollo de las prácticas cotidianas. Nuevos esfuerzos en términos de formación, una renegociación más cuidada de las tareas y del desarrollo de competencias de escucha y de expresiones con la finalidad de construir un diálogo eficaz son las palancas más importantes para superar las eventuales falacias del actual sistema de cooperación y para eliminar o reducir tanto el nivel de conflictualidad entre voluntarios (pero también entre voluntarios y otros cuidadores) como para construir un clima relacional lo más sereno posible, garantizar a los asistidos una ayuda acorde con sus espectativas y necesidades, esquivando los riesgos más graves de los procesos estresantes.
Mascagni, G. (2016). Volver a organizar la colaboración: interacciones de cuidado en la experiencia de los voluntarios activos en la terapia del dolor / (Ri-)organizzare la collaborazione: interazioni di cura nell'esperienza dei volontari attivi in leniterapia. In Actas CALASS 2016: O trabalho dos profissionais frente aos desafios dos Sistemas de Saúde.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1219998