Giraut de Borneil, trovatore professionista della seconda generazione (…1160- 1199...), autore di 74 componimenti, conservati in 29 manoscritti, in cui non è mai ripetuto lo stesso schema metrico, è stato considerato dai suoi contemporanei come le maestre dels trobadors – lo si legge nella vida – in virtù delle sue competenze tecniche formali, e per il suo moralismo didattico-cortese cantor rectitudinis nel De Vulgari Eloquentia. Jeanroy, già nel 1937, recensendo l’edizione di Kolsen, scriveva: «Une édition critique des poésies de Giraut de Bornelh était depuis longtemps un des plus sensibles desiderata de la philologie provençale»; allo stesso modo, Beltrami nel 2016 ribadiva che «Per gli studiosi non farebbe grande differenza quale ne fosse il metalinguaggio, tra le lingue d’uso nella filologia romanza internazionale, ma oggi è un problema che manchi un’edizione accessibile nella propria lingua agli studenti italiani dei primi livelli e, eventualmente, ad un pubblico italiano più vasto». Di Giraut de Borneil si possiedono due edizioni critiche complete : quella di Kolsen suddivisa in due volumi (1910-1935) e quella di Sharman (1989). L’aspetto più pericoloso di tali edizioni risiede nella loro struttura: l’opera di Giraut de Borneil, divisa in tre macrosezioni (Reine Minnelieder, Sirventes-Kanzonen, Sirventese), è classificata sulla base di una rigorosa partizione per generi che è riduttiva per un autore di livello magistrale. A questo si aggiunge l’introduzione di una nuova categoria descrittiva e interpretativa moderna, quella del sirventese-canzone, non suffragata o supportata da un’evidenza documentaria antica (Asperti 2013: 84). Tenendo conto di tali aspetti e dell’impossibilità di applicare un criterio tematico o cronologico al corpus di Giraut de Borneil, tale saggio di edizione critica presenta l’edizione dei primi 10 componimenti del ms. C, raccolta più corposa dell’opera del trovatore. Il ms. C è stato anche selezionato come ms. di base grafica, testimone preferibile alla forma catalanizzata di Sg, secondo grande collettore dei testi di Giraut de Borneil. Tale saggio di edizione critica presenta, com’è prassi, per ogni componimento un cappello introduttivo, una discussione testuale, il testo critico, l’apparato, la traduzione e il commento. Corpus: 1. Per solatz revelhar (BdT 242.55) 2. A be chantar (BdT 242.1) 3. Un sonet fatz malvatz e bo (BdT 242.80) 4. De chantar / me for’entremes (BdT 242.31) 5. Los aplechs (BdT 242.47) 6. Razon e loc (BdT 242.63) 7. Gen m’aten (BdT 242.34) 8. Si·m sentis fizels amics (BdT 242.72) 9. M’amia·m men’estra lei (BdT 242.48) 10. Qui chantar sol (BdT 242.62)
Cutruzzolà, M.S. (2022). Giraut de Borneil. Saggio di edizione critica [10.25434/cutruzzol-maria-serena_phd2022].
Giraut de Borneil. Saggio di edizione critica
Cutruzzolà, Maria Serena
2022-01-01
Abstract
Giraut de Borneil, trovatore professionista della seconda generazione (…1160- 1199...), autore di 74 componimenti, conservati in 29 manoscritti, in cui non è mai ripetuto lo stesso schema metrico, è stato considerato dai suoi contemporanei come le maestre dels trobadors – lo si legge nella vida – in virtù delle sue competenze tecniche formali, e per il suo moralismo didattico-cortese cantor rectitudinis nel De Vulgari Eloquentia. Jeanroy, già nel 1937, recensendo l’edizione di Kolsen, scriveva: «Une édition critique des poésies de Giraut de Bornelh était depuis longtemps un des plus sensibles desiderata de la philologie provençale»; allo stesso modo, Beltrami nel 2016 ribadiva che «Per gli studiosi non farebbe grande differenza quale ne fosse il metalinguaggio, tra le lingue d’uso nella filologia romanza internazionale, ma oggi è un problema che manchi un’edizione accessibile nella propria lingua agli studenti italiani dei primi livelli e, eventualmente, ad un pubblico italiano più vasto». Di Giraut de Borneil si possiedono due edizioni critiche complete : quella di Kolsen suddivisa in due volumi (1910-1935) e quella di Sharman (1989). L’aspetto più pericoloso di tali edizioni risiede nella loro struttura: l’opera di Giraut de Borneil, divisa in tre macrosezioni (Reine Minnelieder, Sirventes-Kanzonen, Sirventese), è classificata sulla base di una rigorosa partizione per generi che è riduttiva per un autore di livello magistrale. A questo si aggiunge l’introduzione di una nuova categoria descrittiva e interpretativa moderna, quella del sirventese-canzone, non suffragata o supportata da un’evidenza documentaria antica (Asperti 2013: 84). Tenendo conto di tali aspetti e dell’impossibilità di applicare un criterio tematico o cronologico al corpus di Giraut de Borneil, tale saggio di edizione critica presenta l’edizione dei primi 10 componimenti del ms. C, raccolta più corposa dell’opera del trovatore. Il ms. C è stato anche selezionato come ms. di base grafica, testimone preferibile alla forma catalanizzata di Sg, secondo grande collettore dei testi di Giraut de Borneil. Tale saggio di edizione critica presenta, com’è prassi, per ogni componimento un cappello introduttivo, una discussione testuale, il testo critico, l’apparato, la traduzione e il commento. Corpus: 1. Per solatz revelhar (BdT 242.55) 2. A be chantar (BdT 242.1) 3. Un sonet fatz malvatz e bo (BdT 242.80) 4. De chantar / me for’entremes (BdT 242.31) 5. Los aplechs (BdT 242.47) 6. Razon e loc (BdT 242.63) 7. Gen m’aten (BdT 242.34) 8. Si·m sentis fizels amics (BdT 242.72) 9. M’amia·m men’estra lei (BdT 242.48) 10. Qui chantar sol (BdT 242.62)File | Dimensione | Formato | |
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