La malaria è la più rilevante tra le malattie di importazione in Italia. Ad oggi, non esiste consenso unanime sul miglior percorso di gestione diagnostico-terapeutica del paziente con malaria di importazione, lasciando spazio a diverse modalità operative. Questo studio si propone di valutare i differenti approcci diagnostico-terapeutici per malaria, attuati nei maggiori ospedali della Toscana, per evidenziare i principali elementi di discordanza, in relazione a esperienze, strumenti e criticità presenti nelle diverse realtà ospedaliere. A questo scopo sono stati somministrati attraverso una piattaforma online due questionari: uno riguardante i percorsi e gli strumenti diagnostici, indirizzato ai referenti dei laboratori, e l’altro relativo alla gestione clinico-terapeutica, indirizzato ai referenti clinici delle strutture di Malattie Infettive. Hanno partecipato alla survey tutti i laboratori di riferimento (n=10) e tutte le Unità di Malattie Infettive della Toscana (n=11). Riguardo ai percorsi e agli strumenti diagnostici, emerge come le tre principali metodiche – emoscopia, test immunocromatografici (ICT) e biologia molecolare – assumano ruoli differenti all’interno dei diversi algoritmi, in base alla diponibilità e agli orari di attività dei laboratori. La Loop-mediated isothermal AMPlification (LAMP), disponibile in 7/10 laboratori, è la tecnica molecolare più utilizzata, per lo più come test di screening, in alternativa o in sostituzione degli ICT. L’emoscopia viene più spesso utilizzata come test di conferma, ma in alcuni laboratori (3/10) non viene eseguita se il test di screening è negativo. E’ emerso inoltre che diversi laboratori non eseguono l’emoscopia sulla goccia spessa. Riguardo alle strategie terapeutiche per la cura della malaria, emerge grande variabilità nella soglia di parassitemia utilizzata per la definizione di malaria grave, nei criteri di dimissione e follow-up. Esiste invece buona concordanza sulle scelte terapeutiche di prima e seconda linea per la malaria da Plasmodium falciparum, sia grave che non complicata, anche se non sempre artesunato è presente nelle strutture e possono essere necessarie fino a 12-24 ore per ottenerlo. Ulteriori discrepanze si sono evidenziate nella posologia delle combinazioni a base di artemisinina e nella terapia delle forme non complicate da Plasmodium non-falciparum. Alla luce dei risultati, è auspicabile un confronto tra specialisti coinvolti nella gestione del paziente con malaria, finalizzato all’elaborazione di un algoritmo diagnostico-terapeutico condiviso.
Spinicci, M., Mangano, V., Gesualdi, F., Zanelli, G., Tordini, G., Fabiani, S., et al. (2019). Malaria: approccio diagnostico-terapeutico nei maggiori ospedali della Toscana. In Abstract Book 2019 - XVIII Congresso Nazionale SIMIT (pp.1-1). Palermo : SIMIT.
Malaria: approccio diagnostico-terapeutico nei maggiori ospedali della Toscana
Michele Spinicci;Giacomo Zanelli;Giacinta Tordini;Danilo Tacconi;Irene Galanti;Alessandro Bartoloni
2019-01-01
Abstract
La malaria è la più rilevante tra le malattie di importazione in Italia. Ad oggi, non esiste consenso unanime sul miglior percorso di gestione diagnostico-terapeutica del paziente con malaria di importazione, lasciando spazio a diverse modalità operative. Questo studio si propone di valutare i differenti approcci diagnostico-terapeutici per malaria, attuati nei maggiori ospedali della Toscana, per evidenziare i principali elementi di discordanza, in relazione a esperienze, strumenti e criticità presenti nelle diverse realtà ospedaliere. A questo scopo sono stati somministrati attraverso una piattaforma online due questionari: uno riguardante i percorsi e gli strumenti diagnostici, indirizzato ai referenti dei laboratori, e l’altro relativo alla gestione clinico-terapeutica, indirizzato ai referenti clinici delle strutture di Malattie Infettive. Hanno partecipato alla survey tutti i laboratori di riferimento (n=10) e tutte le Unità di Malattie Infettive della Toscana (n=11). Riguardo ai percorsi e agli strumenti diagnostici, emerge come le tre principali metodiche – emoscopia, test immunocromatografici (ICT) e biologia molecolare – assumano ruoli differenti all’interno dei diversi algoritmi, in base alla diponibilità e agli orari di attività dei laboratori. La Loop-mediated isothermal AMPlification (LAMP), disponibile in 7/10 laboratori, è la tecnica molecolare più utilizzata, per lo più come test di screening, in alternativa o in sostituzione degli ICT. L’emoscopia viene più spesso utilizzata come test di conferma, ma in alcuni laboratori (3/10) non viene eseguita se il test di screening è negativo. E’ emerso inoltre che diversi laboratori non eseguono l’emoscopia sulla goccia spessa. Riguardo alle strategie terapeutiche per la cura della malaria, emerge grande variabilità nella soglia di parassitemia utilizzata per la definizione di malaria grave, nei criteri di dimissione e follow-up. Esiste invece buona concordanza sulle scelte terapeutiche di prima e seconda linea per la malaria da Plasmodium falciparum, sia grave che non complicata, anche se non sempre artesunato è presente nelle strutture e possono essere necessarie fino a 12-24 ore per ottenerlo. Ulteriori discrepanze si sono evidenziate nella posologia delle combinazioni a base di artemisinina e nella terapia delle forme non complicate da Plasmodium non-falciparum. Alla luce dei risultati, è auspicabile un confronto tra specialisti coinvolti nella gestione del paziente con malaria, finalizzato all’elaborazione di un algoritmo diagnostico-terapeutico condiviso.File | Dimensione | Formato | |
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