Nel saggio si descrivono le peculiarità dell'urbanesimo minore nell' Itala basso e tardomedievale, partendo dalle quasi-città (eclatante anomalia italiana di centri urbani che non potevano esser considerati città perché senza vescovo) per seguire poi con i centri minori (insieme molto ampio e variegato di centri tra i 1000 e i 5000 abitanti, che in qualche modo si distinguevano dai villaggi e castelli propriamente rurali). Per far ciò è necessario inquadrare il tema nella peculiare organizzazione del territorio nell'Italia centrosettentrionale, ovvero nella costruzione tra XII e XIV secolo degli stati territoriali delle civitates (le città vescovili), e nella costruzione, nel periodo post-comunale, del privilegium civilitatis, processi da cui i centri non vescovili, anche i più grandi, restarono quasi completamente esclusi. Si esaminerà una matrice di soglie nella scala tra i centri urbani non vescovili, i centri minori e i comuni rurali (dimensioni, controllo del territorio, autonomie e privilegi, élites locali, articolazione e mobilità sociale, reti commerciali, manifatture, istituzioni ecclesiastiche, memoria scritta e paesaggi urbanistici) e inoltre il problema dei centri di nuova fondazione e le nuove prospettive interpretative su essi. Si concluderà con l'analisi dell'evoluzione differenziata di quasi-città e centri minori delle diverse regioni dell'Italia centro-nord tra Tre e Cinquecento.
Ginatempo, M.A. (2020). Piccole patrie: le peculiarità dell’urbanesimo minore nell’Italia bassomedievale/«Piccole patrie»: las peculiaridades del urbanismo menor de la Italia centro-septentrional en la Baja Edad Media (siglos XII-XV). In La ciudad de los campesinos: Villas nuevas, pequeñas villas, villas mercado, XLVI Semana de Estudios Medievales Estella-Lizarra 16/19 julio 2019 (pp.91-117). Pamplona : Gobierno de Navarra [10.35462/siemel.46].
Piccole patrie: le peculiarità dell’urbanesimo minore nell’Italia bassomedievale/«Piccole patrie»: las peculiaridades del urbanismo menor de la Italia centro-septentrional en la Baja Edad Media (siglos XII-XV)
Ginatempo Maria Ausiliatrice
2020-01-01
Abstract
Nel saggio si descrivono le peculiarità dell'urbanesimo minore nell' Itala basso e tardomedievale, partendo dalle quasi-città (eclatante anomalia italiana di centri urbani che non potevano esser considerati città perché senza vescovo) per seguire poi con i centri minori (insieme molto ampio e variegato di centri tra i 1000 e i 5000 abitanti, che in qualche modo si distinguevano dai villaggi e castelli propriamente rurali). Per far ciò è necessario inquadrare il tema nella peculiare organizzazione del territorio nell'Italia centrosettentrionale, ovvero nella costruzione tra XII e XIV secolo degli stati territoriali delle civitates (le città vescovili), e nella costruzione, nel periodo post-comunale, del privilegium civilitatis, processi da cui i centri non vescovili, anche i più grandi, restarono quasi completamente esclusi. Si esaminerà una matrice di soglie nella scala tra i centri urbani non vescovili, i centri minori e i comuni rurali (dimensioni, controllo del territorio, autonomie e privilegi, élites locali, articolazione e mobilità sociale, reti commerciali, manifatture, istituzioni ecclesiastiche, memoria scritta e paesaggi urbanistici) e inoltre il problema dei centri di nuova fondazione e le nuove prospettive interpretative su essi. Si concluderà con l'analisi dell'evoluzione differenziata di quasi-città e centri minori delle diverse regioni dell'Italia centro-nord tra Tre e Cinquecento.File | Dimensione | Formato | |
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