Il rinvenimento di oltre 1600 sectilia vitrei durante le campagne di scavo presso la villa tardoantica di Aiano (IV-V sec. d.C.) [1] ha richiesto la definizione di strategie operative che permettessero di ovviare all’elevato numero di campioni raccolti. Per ogni ambito d’interesse (raccolta, catalogazione, pulitura e studio archeometrico) sono state quindi selezionate le procedure che meglio accogliessero in sé i criteri di qualità, rapidità e rispetto dei materiali, così da poter vagliare il maggior numero di campioni e consentire di massimizzare il lavoro svolto sul repertorio. I sectilia recuperati dallo scavo sono stati sottoposti ad una prima spolveratura delle superfici, cui è seguita una seconda e complessa fase di studio dello stato di conservazione e della morfologia dei frammenti. Successivamente, indagini chimico-fisiche effettuate con tecnologie non-invasive hanno permesso una preliminare caratterizzazione delle materie prime (fondenti, stabilizzanti, affinanti e coloranti) e delle tecniche produttive. La rimozione di concrezioni terrose che parzialmente coprivano entrambe le superfici di numerosi frammenti è stata accuratamente valutata per escludere la perdita di informazioni fondamentali alla la ricostruzione delle tecniche di realizzazione dei pannelli in opus sectile [2]. Su alcuni campioni sono tuttavia state eseguite delle prove di pulitura con lo scopo di alleggerire le concrezioni particolarmente tenaci e rendere più leggibili i frammenti. La pulitura Laser è stata identificata come la metodologia più efficace e più rispettosa della materia vitrea sottostante [3] fragile e delicata. Un Laser , reso maneggevole e preciso grazie al trasporto del fascio con fibra ottica, è stato impiegato nel presente studio. Durante le diverse fasi di pulitura è stata eseguita una verifica dello stato di avanzamento tramite Dino Lite Digital e Microscopia digitale 3D. Lo studio della presenza di eventuali alterazioni a seguito dell’interazione del laser con la superficie del frammento è attualmente in atto tramite Field Emission Scanning Electron Microscopy (FESEM) per poter investigare la buona riuscita delle operazioni di pulitura ed escludere danni alla superficie originale [4].
Cavalieri, M., Landi, S., Manna, D., Giamello, M., Fornacelli, C. (2017). Studio, restauro dei settili in pasta vitrea dagli scavi della villa tardoantica di Aiano-Torraccia di Chiusi (SI). In APLAR 6 Applicazioni Laser nel restauro.
Studio, restauro dei settili in pasta vitrea dagli scavi della villa tardoantica di Aiano-Torraccia di Chiusi (SI)
Giamello, Marco;Fornacelli, Cristina
2017-01-01
Abstract
Il rinvenimento di oltre 1600 sectilia vitrei durante le campagne di scavo presso la villa tardoantica di Aiano (IV-V sec. d.C.) [1] ha richiesto la definizione di strategie operative che permettessero di ovviare all’elevato numero di campioni raccolti. Per ogni ambito d’interesse (raccolta, catalogazione, pulitura e studio archeometrico) sono state quindi selezionate le procedure che meglio accogliessero in sé i criteri di qualità, rapidità e rispetto dei materiali, così da poter vagliare il maggior numero di campioni e consentire di massimizzare il lavoro svolto sul repertorio. I sectilia recuperati dallo scavo sono stati sottoposti ad una prima spolveratura delle superfici, cui è seguita una seconda e complessa fase di studio dello stato di conservazione e della morfologia dei frammenti. Successivamente, indagini chimico-fisiche effettuate con tecnologie non-invasive hanno permesso una preliminare caratterizzazione delle materie prime (fondenti, stabilizzanti, affinanti e coloranti) e delle tecniche produttive. La rimozione di concrezioni terrose che parzialmente coprivano entrambe le superfici di numerosi frammenti è stata accuratamente valutata per escludere la perdita di informazioni fondamentali alla la ricostruzione delle tecniche di realizzazione dei pannelli in opus sectile [2]. Su alcuni campioni sono tuttavia state eseguite delle prove di pulitura con lo scopo di alleggerire le concrezioni particolarmente tenaci e rendere più leggibili i frammenti. La pulitura Laser è stata identificata come la metodologia più efficace e più rispettosa della materia vitrea sottostante [3] fragile e delicata. Un Laser , reso maneggevole e preciso grazie al trasporto del fascio con fibra ottica, è stato impiegato nel presente studio. Durante le diverse fasi di pulitura è stata eseguita una verifica dello stato di avanzamento tramite Dino Lite Digital e Microscopia digitale 3D. Lo studio della presenza di eventuali alterazioni a seguito dell’interazione del laser con la superficie del frammento è attualmente in atto tramite Field Emission Scanning Electron Microscopy (FESEM) per poter investigare la buona riuscita delle operazioni di pulitura ed escludere danni alla superficie originale [4].I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1034209