Around the end of the nineteenth century emerge an increasingly widespread interest in the various artistic expressions born within psychiatric institutes. However, it was only at the beginning of the twentieth century that the works produced by patients suffering from psychiatric diseases began to find their place within the official artistic field and to be the subject of analyzes and publications that made them known to a wider audience. From the consultation of some documents preserved in the archive of the neuropsychiatric hospital of Arezzo, it emerged that many patients participated, over the years, in the life of the atelier of the hospital in this city. However, the works traced to date during this research lead us back to a few authors and to a short period, limited to the 1960s. It is a collection of works created by patients who are disinterested in the market and often indifferent to the understanding and approval of others, free from any formal inheritance and any cultural influence. These are therefore creations that go beyond our habits and our models, works that therefore go beyond the boundaries of criticism. The essay continues with the analysis of the works and their creators.

Intorno alla fine del XIX secolo inizia ad affermarsi un interesse sempre più diffuso verso le varie espressioni artistiche nate all’interno degli istituti psichiatrici. E’ però solo agli inizi del XX secolo che le opere prodotte da pazienti affetti da malattie psichiatriche cominciarono a trovare una loro collocazione all’interno del campo artistico ufficiale e ad essere oggetto di analisi e pubblicazioni che le resero note anche ad un pubblico più vasto. Dalla consultazione di alcuni documenti conservati presso l'archivio dell'ospedale neuropsichiatrico di Arezzo è risultato che molti pazienti parteciparono, negli anni, alla vita dell’atelier dell’ospedale di questa città. Tuttavia, le opere ad oggi rintracciate durante la presente ricerca ci riconducono a pochi autori e ad un breve periodo, circoscritto agli anni Sessanta del Novecento. Si tratta di un raccolta di opere create da pazienti disinteressati al mercato e spesso indifferenti alla altrui comprensione e approvazione, liberi da ogni eredità formale e da ogni influenza culturale. Si tratta quindi di creazioni che vanno oltre le nostre consuetudini e i nostri modelli, opere che superano pertanto i confini della critica. Il saggio prosegue con l’analisi delle opere e dei loro creatori.

Torriti, P. (2017). I protagonisti dell'atelier aretino. In Asili della follia. Storie e pratiche di liberazione nei manicomi toscani (pp.70-77). Pisa : Pacini.

I protagonisti dell'atelier aretino

Torriti, Paolo
2017-01-01

Abstract

Around the end of the nineteenth century emerge an increasingly widespread interest in the various artistic expressions born within psychiatric institutes. However, it was only at the beginning of the twentieth century that the works produced by patients suffering from psychiatric diseases began to find their place within the official artistic field and to be the subject of analyzes and publications that made them known to a wider audience. From the consultation of some documents preserved in the archive of the neuropsychiatric hospital of Arezzo, it emerged that many patients participated, over the years, in the life of the atelier of the hospital in this city. However, the works traced to date during this research lead us back to a few authors and to a short period, limited to the 1960s. It is a collection of works created by patients who are disinterested in the market and often indifferent to the understanding and approval of others, free from any formal inheritance and any cultural influence. These are therefore creations that go beyond our habits and our models, works that therefore go beyond the boundaries of criticism. The essay continues with the analysis of the works and their creators.
2017
978-88-6995-365-1
Intorno alla fine del XIX secolo inizia ad affermarsi un interesse sempre più diffuso verso le varie espressioni artistiche nate all’interno degli istituti psichiatrici. E’ però solo agli inizi del XX secolo che le opere prodotte da pazienti affetti da malattie psichiatriche cominciarono a trovare una loro collocazione all’interno del campo artistico ufficiale e ad essere oggetto di analisi e pubblicazioni che le resero note anche ad un pubblico più vasto. Dalla consultazione di alcuni documenti conservati presso l'archivio dell'ospedale neuropsichiatrico di Arezzo è risultato che molti pazienti parteciparono, negli anni, alla vita dell’atelier dell’ospedale di questa città. Tuttavia, le opere ad oggi rintracciate durante la presente ricerca ci riconducono a pochi autori e ad un breve periodo, circoscritto agli anni Sessanta del Novecento. Si tratta di un raccolta di opere create da pazienti disinteressati al mercato e spesso indifferenti alla altrui comprensione e approvazione, liberi da ogni eredità formale e da ogni influenza culturale. Si tratta quindi di creazioni che vanno oltre le nostre consuetudini e i nostri modelli, opere che superano pertanto i confini della critica. Il saggio prosegue con l’analisi delle opere e dei loro creatori.
Torriti, P. (2017). I protagonisti dell'atelier aretino. In Asili della follia. Storie e pratiche di liberazione nei manicomi toscani (pp.70-77). Pisa : Pacini.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1030055