The research explores the issues related to the textual tradition of the “Lancelot propre”, the longest and central section of the “Prose Lancelot” or “Lancelot-Grail” cycle. The approach is based on two different critical perspectives. The first perspective relates to the general studies on the prose Arthurian romances, which in the last decades focused on the specific phenomena connected with the genre in their composition and transmission. Between them, the research underlines the cyclification and vulgarization, the latter particularly important in the Italian area. The second perspective is linked more specifically with the vast “Lancelot propre” tradition, consisting in around 90 manuscripts and already studied by Alexander Micha and Elspeth Kennedy. The research is a wide assessment of their results, trying to systematize the data about the various witnesses’ relationships. The problem of how to perform a new analysis is consequently posed, in order to use the previous studies’ contribution and advance toward a better understanding of the textual tradition. In order to do so, the research focuses on a specific section of the text, i.e. the “False Guinevere” episode. Its importance is already known since Sommer’s edition, who noted for the first time that the episode is transmitted in various forms according to the different manuscripts. Since Lot and Micha’s assessments, two versions, a “long” and a “short” one, has been identified, but until now it is not clear which one is the original (or even previous) one. The research verifies the existence of this division, which seems not to be confirmed. The analysis is driven by a study of the narrative characteristics of the episode, which underlines how some manuscripts from the “long” and the “short” versions in Micha’s assessment contain the same text. According to this situation, the very same use of the term “version” appears improper. New perspectives arise from these conclusions, which can be useful for a new understanding of the manuscript transmission of the “Lancelot propre”.
Il lavoro si propone come una ricognizione dei problemi connessi alla tradizione testuale del “Lancelot propre”, inquadrandosi in due prospettive critiche generali. La prima è quella degli studi sui romanzi arturiani in prosa, che negli ultimi decenni si sono orientati sull’individuazione di numerosi fenomeni specifici del genere con importanti conseguenze sulle modalità compositive e di trasmissione delle opere. Tra questi fenomeni, la tesi si sofferma in particolare sulla ciclizzazione - meccanismo compositivo proprio a numerosi romanzi e gruppi di romanzi, dal Lancelot al Guiron - e sul volgarizzamento, tanto rilevante soprattutto in ottica italiana anche alla luce della recente scoperta del codice toscano oggetto di una tesi recente in questo stesso dottorato. La seconda prospettiva riguarda, più nello specifico, l’ampia tradizione del Lancelot cosiddetto propre, che consta nel complesso di circa novanta manoscritti e che ha ricevuto la sua sistemazione ad oggi più nota con gli studi di Alexandre Micha ed Elspeth Kennedy. Il lavoro si articola con un’ampia mezza a punto dei dati rilevabili da quegli studi, provando a sistematizzare quanto emerge circa il rapporto tra i testimoni dalla critica precedente. Viene posto poi il problema di come procedere ad una nuova analisi della tradizione manoscritta, che permetta di far tesoro di quanto già appreso dagli studi e di fare passi avanti nella direzione di una maggiore comprensione dei meccanismi di trasmissione del testo. Per fare questo, il lavoro si concentra su una sezione del testo specifica, l’episodio della Falsa Ginevra: la sua importanza e peculiarità nella storia della tradizione è nota fin dai tempi del Sommer, in particolare perché le vicende narrate sono presenti, nei diversi manoscritti, in una notevole varietà di redazioni. A partire dal Micha, ma già con il Lot, è invalsa l’individuazione di una versione “lunga” e di una versione “breve” dell’episodio, anche se rimane a tutt’oggi non definito quale delle due sia anteriore cronologicamente. La tesi si propone di verificare anzitutto la solidità di questa divisione, che ad un esame più ravvicinato pare non essere confermata. L’analisi è condotta con un esame delle caratteristiche narrative dell’episodio, attraverso il quale si sottolinea come alcuni manoscritti afferenti alla versione lunga e alla versione breve secondo Micha sono in realtà latori di un testo molto prossimo, e tale situazione renderebbe del tutto improprio lo stesso utilizzo del termine e del concetto di “versione”. Alla luce di queste acquisizioni, emergono dal lavoro di tesi nuove prospettive, ancora in nuce, per una comprensione della trasmissione manoscritta del Lancelot en prose. Esse aprono la strada anche ad analisi di tipo letterario e stilistico: un primo saggio è svolto nel capitolo finale, che raccoglie alcuni appunti per un commento tesi ad inquadrare l’episodio e la sua importanza all’interno del romanzo.
Zagni, G. (2017). La tradizione del “Lancelot en prose”: L’episodio della Falsa Ginevra.
La tradizione del “Lancelot en prose”: L’episodio della Falsa Ginevra
ZAGNI, GIOVANNI
2017-01-01
Abstract
The research explores the issues related to the textual tradition of the “Lancelot propre”, the longest and central section of the “Prose Lancelot” or “Lancelot-Grail” cycle. The approach is based on two different critical perspectives. The first perspective relates to the general studies on the prose Arthurian romances, which in the last decades focused on the specific phenomena connected with the genre in their composition and transmission. Between them, the research underlines the cyclification and vulgarization, the latter particularly important in the Italian area. The second perspective is linked more specifically with the vast “Lancelot propre” tradition, consisting in around 90 manuscripts and already studied by Alexander Micha and Elspeth Kennedy. The research is a wide assessment of their results, trying to systematize the data about the various witnesses’ relationships. The problem of how to perform a new analysis is consequently posed, in order to use the previous studies’ contribution and advance toward a better understanding of the textual tradition. In order to do so, the research focuses on a specific section of the text, i.e. the “False Guinevere” episode. Its importance is already known since Sommer’s edition, who noted for the first time that the episode is transmitted in various forms according to the different manuscripts. Since Lot and Micha’s assessments, two versions, a “long” and a “short” one, has been identified, but until now it is not clear which one is the original (or even previous) one. The research verifies the existence of this division, which seems not to be confirmed. The analysis is driven by a study of the narrative characteristics of the episode, which underlines how some manuscripts from the “long” and the “short” versions in Micha’s assessment contain the same text. According to this situation, the very same use of the term “version” appears improper. New perspectives arise from these conclusions, which can be useful for a new understanding of the manuscript transmission of the “Lancelot propre”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1029490
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