Introduzione: Negli ultimi anni sono rapidamente cambiate le conoscenze sulla biologia del virus dell’epatite E (HEV). L’infezione, a lungo sottostimata, si è dimostrata sorprendentemente diffusa anche nei paesi industrializzati; il virus, causa nota di epatite acuta, è in grado di cronicizzare nei pazienti immunodepressi e può trasmettersi mediante emotrasfusioni. Scarsi ed incompleti sono i dati epidemiologici disponibili in Italia. Obiettivo del lavoro: Verificare la prevalenza di HEV in un’area del centro Italia (Toscana) in donatori di sangue e pazienti sottoposti a trapianto di rene. Materiali e metodi: Mediante metodica ELISA (Adaltis EIAgen HEV IgG kit; limite di sensibilità 1 IU/mL) sono stati analizzati campioni di sangue di 132 donatori di sangue residenti nelle province di Arezzo, Firenze e Siena (raccolti presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese nel periodo Giugno-Dicembre 2007) e di 118 pazienti al momento del trapianto di rene (T0) presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (periodo Febbraio 2011-Febbraio 2013). Risultati: Del totale dei campioni analizzati (n=250) in 23 soggetti (9.2%, M/F=15/8, età media 55.6 anni, estremi 30-72) è stata documentata positività per IgG anti-HEV (11/132, 8.3 % in donatori di sangue vs 12/118, 10.2 % in trapiantati). Tutti i soggetti, tranne uno, erano autoctoni e nessuno presentava segni di epatopatia al momento del prelievo. In 11 dei 12 pazienti trapiantati positivi per HEV, è stato possibile analizzare campioni di siero nel follow-up successivo: in 4/11 (36.4%) non era più documentabile la presenza di anticorpi nel periodo post-trapianto (T1-T3). Conclusione: I dati confermano la circolazione del virus nella nostra area, documentata in diverse categorie di soggetti ed in epoche successive; ulteriori studi saranno necessari per definire il reale impatto del virus in soggetti a particolare rischio come i donatori di sangue ed i pazienti immunodepressi, per i quali non è attualmente previsto uno screening per l’infezione.
Romanello, F., Riccio, M.l., Puttini, C., Cenerini, M., Redi, D., Tordini, G., et al. (2014). Sieroprevalenza di HEV in donatori di sangue e pazienti trapiantati di rene nella provincia di Siena.. In 13. Congresso Nazionale SIMIT, Genova, 26-29 ottobre 2014. Abstract book.
Sieroprevalenza di HEV in donatori di sangue e pazienti trapiantati di rene nella provincia di Siena.
RICCIO ML;PUTTINI C;REDI D;TORDINI G;CARMELLINI M;DE LUCA A;ZANELLI G.
2014-01-01
Abstract
Introduzione: Negli ultimi anni sono rapidamente cambiate le conoscenze sulla biologia del virus dell’epatite E (HEV). L’infezione, a lungo sottostimata, si è dimostrata sorprendentemente diffusa anche nei paesi industrializzati; il virus, causa nota di epatite acuta, è in grado di cronicizzare nei pazienti immunodepressi e può trasmettersi mediante emotrasfusioni. Scarsi ed incompleti sono i dati epidemiologici disponibili in Italia. Obiettivo del lavoro: Verificare la prevalenza di HEV in un’area del centro Italia (Toscana) in donatori di sangue e pazienti sottoposti a trapianto di rene. Materiali e metodi: Mediante metodica ELISA (Adaltis EIAgen HEV IgG kit; limite di sensibilità 1 IU/mL) sono stati analizzati campioni di sangue di 132 donatori di sangue residenti nelle province di Arezzo, Firenze e Siena (raccolti presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese nel periodo Giugno-Dicembre 2007) e di 118 pazienti al momento del trapianto di rene (T0) presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (periodo Febbraio 2011-Febbraio 2013). Risultati: Del totale dei campioni analizzati (n=250) in 23 soggetti (9.2%, M/F=15/8, età media 55.6 anni, estremi 30-72) è stata documentata positività per IgG anti-HEV (11/132, 8.3 % in donatori di sangue vs 12/118, 10.2 % in trapiantati). Tutti i soggetti, tranne uno, erano autoctoni e nessuno presentava segni di epatopatia al momento del prelievo. In 11 dei 12 pazienti trapiantati positivi per HEV, è stato possibile analizzare campioni di siero nel follow-up successivo: in 4/11 (36.4%) non era più documentabile la presenza di anticorpi nel periodo post-trapianto (T1-T3). Conclusione: I dati confermano la circolazione del virus nella nostra area, documentata in diverse categorie di soggetti ed in epoche successive; ulteriori studi saranno necessari per definire il reale impatto del virus in soggetti a particolare rischio come i donatori di sangue ed i pazienti immunodepressi, per i quali non è attualmente previsto uno screening per l’infezione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1028110