L’Anisakidosi è un’infezione parassitaria umana del tratto gastrointestinale determinata dal consumo di pesce crudo o poco cotto contaminato da larve di nematodi prevalentemente del genere Anisakis. La presentazione clinica, dovuta all’invasione diretta della mucosa gastrointestinale da parte del parassita, può variare da quadri simili ad un addome acuto fino a reazione allergiche sistemiche. La diagnosi, basata sul dato anamnestico, è generalmente confermata dall’esecuzione di una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) che rappresenta, attraverso la rimozione delle larve, anche il principale presidio terapeutico. Descriviamo il caso clinico di una paziente con Anisakidosi gastrica, in cui il sospetto diagnostico è emerso attraverso l’esecuzione di indagini strumentali radiologiche. Donna di 42 anni, residente in Toscana, giunge in PS, per violenti dolori addominali in epigastrio associati a vomito. Negativa l’anamnesi patologica. L’esame obiettivo mostra intensa dolorabilità addominale nei quadranti superiori con segni di peritonismo. Nei limiti i parametri vitali, TC 36°C. Tra gli esami ematochimici: PCR 2.32 mg/dl (vn <0.5), 13210 leucociti/mmc (87% neutrofili), non eosinofilia. Negativo l’Rx torace, all’Rx diretta addome minima distensione di alcune anse del piccolo intestino. L’ecografia e la TC addome mostrano presenza di liquido libero addominale, stomaco con pareti diffusamente e marcatamente ispessite con ipervascolarizzazione della mucosa e con imbibizione edemigena dell’omento senza sicure soluzioni di continuo della parete, assenza di pneumoperitoneo, discreta splenomegalia. Le alterazioni descritte, di non univoca interpretazione, pongono il sospetto di parassitosi in evoluzione microperforativa, avvalorata dal dato anamnestico retrospettivo di recente consumo di pesce crudo (acciughe) in famiglia. Per tale motivo viene effettuata EGDS che mostra al corpo minuscole lesioni polipoidi di diametro sino ad 1 mm riferibili a cisti intramucose ed aree di mucosa edematosa due delle quali (una al III inferiore del corpo ed una in antro) centrate da vermi infissi nella mucosa e riferibili a larve di anisakidi asportati con pinza bioptica. L'esame istologico conferma la presenza di larva di nematode su una mucosa con edema della lamina propria. Positiva la ricerca di IgE anti-Anisakis 0.50 kUA/l (neg<0,1). La paziente viene sottoposta a terapia antibiotica (Piperacillina/tazobactam seguita da Amoxicillina/acido clavulanico 10 giorni) e antiparassitaria (albendazolo 400 mg X 2 per 5 giorni) con rapida e completa remissione della sintomatologia. Il caso descritto sottolinea la necessità di considerare l’anisakidosi nella diagnosi differenziale di addome acuto e suggerisce il contributo importante degli esami radiologici nella formulazione del sospetto clinico.
Zanelli, G., DI LUCIA, D., Chieca, R., Vindigni, C., Mancini, V., Tordini, G., et al. (2015). Anisakidosi in Pronto Soccorso: una diagnosi radiologica?. In 14. Congresso Nazionale SIMIT, Catania, 8-11 novembre 2015. Abstract book.
Anisakidosi in Pronto Soccorso: una diagnosi radiologica?
ZANELLI G.;VINDIGNI C.;TORDINI G.;SANSONI S.;PUTTINI C.
2015-01-01
Abstract
L’Anisakidosi è un’infezione parassitaria umana del tratto gastrointestinale determinata dal consumo di pesce crudo o poco cotto contaminato da larve di nematodi prevalentemente del genere Anisakis. La presentazione clinica, dovuta all’invasione diretta della mucosa gastrointestinale da parte del parassita, può variare da quadri simili ad un addome acuto fino a reazione allergiche sistemiche. La diagnosi, basata sul dato anamnestico, è generalmente confermata dall’esecuzione di una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) che rappresenta, attraverso la rimozione delle larve, anche il principale presidio terapeutico. Descriviamo il caso clinico di una paziente con Anisakidosi gastrica, in cui il sospetto diagnostico è emerso attraverso l’esecuzione di indagini strumentali radiologiche. Donna di 42 anni, residente in Toscana, giunge in PS, per violenti dolori addominali in epigastrio associati a vomito. Negativa l’anamnesi patologica. L’esame obiettivo mostra intensa dolorabilità addominale nei quadranti superiori con segni di peritonismo. Nei limiti i parametri vitali, TC 36°C. Tra gli esami ematochimici: PCR 2.32 mg/dl (vn <0.5), 13210 leucociti/mmc (87% neutrofili), non eosinofilia. Negativo l’Rx torace, all’Rx diretta addome minima distensione di alcune anse del piccolo intestino. L’ecografia e la TC addome mostrano presenza di liquido libero addominale, stomaco con pareti diffusamente e marcatamente ispessite con ipervascolarizzazione della mucosa e con imbibizione edemigena dell’omento senza sicure soluzioni di continuo della parete, assenza di pneumoperitoneo, discreta splenomegalia. Le alterazioni descritte, di non univoca interpretazione, pongono il sospetto di parassitosi in evoluzione microperforativa, avvalorata dal dato anamnestico retrospettivo di recente consumo di pesce crudo (acciughe) in famiglia. Per tale motivo viene effettuata EGDS che mostra al corpo minuscole lesioni polipoidi di diametro sino ad 1 mm riferibili a cisti intramucose ed aree di mucosa edematosa due delle quali (una al III inferiore del corpo ed una in antro) centrate da vermi infissi nella mucosa e riferibili a larve di anisakidi asportati con pinza bioptica. L'esame istologico conferma la presenza di larva di nematode su una mucosa con edema della lamina propria. Positiva la ricerca di IgE anti-Anisakis 0.50 kUA/l (neg<0,1). La paziente viene sottoposta a terapia antibiotica (Piperacillina/tazobactam seguita da Amoxicillina/acido clavulanico 10 giorni) e antiparassitaria (albendazolo 400 mg X 2 per 5 giorni) con rapida e completa remissione della sintomatologia. Il caso descritto sottolinea la necessità di considerare l’anisakidosi nella diagnosi differenziale di addome acuto e suggerisce il contributo importante degli esami radiologici nella formulazione del sospetto clinico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1028108