La ricerca presentata nasce nell’ambito di un progetto di Dottorato che ha come titolo “La villa tardo antica in Toscana: strutture insediative, proprietà ed economia”. Il lavoro si inserisce all’interno di un vivace dibattito che ha generato negli ultimi decenni un revival di studi sulle ville romane, producendo un miglioramento quantitativo e qualitativo delle conoscenze. Fine ultimo della ricerca è stato cercare di comprendere le “cause profonde” che determinarono la continuità di occupazione di alcune ville a seguito della recessione di età antonina e le caratteristiche di questa occupazione fino ai definitivi abbandoni. I complessi individuati nella regione sono stati contestualizzati nella situazione della penisola italica e di alcune province dell’Impero (Britannia, Gallia, Regioni danubiane-balcaniche, Spagna) in modo da avere un quadro organico delle caratteristiche delle ville romane e della più generale evoluzione tardo antica fino alla destrutturazione del sistema villa, seppur con tutte le variabili geografiche e cronologiche del caso. Le ville sono state analizzate sia come edifici architettonici, residenze dotate di decorazioni di pregio destinate ad élite, sia come organismi economici-produttivi, centri di riferimento territoriali ed attrazione per insediamenti, attività e commerci. E’ stato così possibile rileggere diversamente le trasformazioni socio-economiche avvenute nella regione e fornire un differente punto di vista delle dinamiche insediative di età tardo antica che documentavano una forte differenza tra la parte settentrionale e quella meridionale della regione. Le ricerche nel nord restituiscono la fotografia di un paesaggio ricco, animato da città e ville proprietà di aristocratici senatori, come i Vettii e i Caecinae. Più articolata la situazione nel sud, al centro di un dibattito archeologico passato e recente. La letteratura accademica fra gli anni 80 del secolo scorso e i primi anni 2000 sosteneva una generale decadenza della maggior parte delle ville in Toscana, iniziata con la crisi del vino italico ed acuita durante l’età antonina, determinando l’abbandono di molti complessi e la continuità di occupazione di altri fino al V e VI secolo d.C., tuttavia privi del ruolo di riferimento nel territorio e di caratteri residenziali. La recente letteratura documenta una realtà più dinamica, un paesaggio interessato da ville, mansiones, villaggi, distretti manifatturieri ed una continuità generale di traffici con il Mediterraneo fino alla fine del V secolo d.C., con alcuni attardamenti al VI/VII secolo d.C.. L’evidenza di traffici e commerci con il Mediterraneo ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare la presenza di élite che ostentano il loro status con altri indicatori. Merito principale di questo lavoro consiste l’aver individuato nella proprietà imperiale la possibile spiegazione della serie di trasformazioni socio-economiche avvenute in un arco cronologico compreso tra la fine del I- inizi del II secolo d.C. e la fine del VI – inizi del VII secolo d.C.. Secondo questa ricerca, l’abbandono della produzione vinicola ed il conseguente cambiamento economico avvenuto tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., la continuità di traffici con il Mediterraneo attestata almeno fino alla fine del V secolo e oltre trovano una comune spiegazione nella presenza della proprietà imperiale. L’ingresso della proprietà imperiale determinò una profonda riorganizzazione del territorio che interessò la viabilità terrestre, con la nascita di infrastrutture pubbliche e quella marittima con la realizzazione di ville-porti. La presenza della proprietà imperiale spiega la continuità di traffici per tutta l’età tardoantica e giustifica l’assenza di élite, scomparse nel sud proprio con l’ingresso della res Caesaris quando l’imperatore diventò l’unico patrono e principale evergete, portando con se una società composta da liberti e schiavi.

Chirico, E. (2017). Villa Tardoantica in Toscana. Strutture insediative, sociali, proprietà ed economia.

Villa Tardoantica in Toscana. Strutture insediative, sociali, proprietà ed economia

CHIRICO, ELENA
2017-01-01

Abstract

La ricerca presentata nasce nell’ambito di un progetto di Dottorato che ha come titolo “La villa tardo antica in Toscana: strutture insediative, proprietà ed economia”. Il lavoro si inserisce all’interno di un vivace dibattito che ha generato negli ultimi decenni un revival di studi sulle ville romane, producendo un miglioramento quantitativo e qualitativo delle conoscenze. Fine ultimo della ricerca è stato cercare di comprendere le “cause profonde” che determinarono la continuità di occupazione di alcune ville a seguito della recessione di età antonina e le caratteristiche di questa occupazione fino ai definitivi abbandoni. I complessi individuati nella regione sono stati contestualizzati nella situazione della penisola italica e di alcune province dell’Impero (Britannia, Gallia, Regioni danubiane-balcaniche, Spagna) in modo da avere un quadro organico delle caratteristiche delle ville romane e della più generale evoluzione tardo antica fino alla destrutturazione del sistema villa, seppur con tutte le variabili geografiche e cronologiche del caso. Le ville sono state analizzate sia come edifici architettonici, residenze dotate di decorazioni di pregio destinate ad élite, sia come organismi economici-produttivi, centri di riferimento territoriali ed attrazione per insediamenti, attività e commerci. E’ stato così possibile rileggere diversamente le trasformazioni socio-economiche avvenute nella regione e fornire un differente punto di vista delle dinamiche insediative di età tardo antica che documentavano una forte differenza tra la parte settentrionale e quella meridionale della regione. Le ricerche nel nord restituiscono la fotografia di un paesaggio ricco, animato da città e ville proprietà di aristocratici senatori, come i Vettii e i Caecinae. Più articolata la situazione nel sud, al centro di un dibattito archeologico passato e recente. La letteratura accademica fra gli anni 80 del secolo scorso e i primi anni 2000 sosteneva una generale decadenza della maggior parte delle ville in Toscana, iniziata con la crisi del vino italico ed acuita durante l’età antonina, determinando l’abbandono di molti complessi e la continuità di occupazione di altri fino al V e VI secolo d.C., tuttavia privi del ruolo di riferimento nel territorio e di caratteri residenziali. La recente letteratura documenta una realtà più dinamica, un paesaggio interessato da ville, mansiones, villaggi, distretti manifatturieri ed una continuità generale di traffici con il Mediterraneo fino alla fine del V secolo d.C., con alcuni attardamenti al VI/VII secolo d.C.. L’evidenza di traffici e commerci con il Mediterraneo ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare la presenza di élite che ostentano il loro status con altri indicatori. Merito principale di questo lavoro consiste l’aver individuato nella proprietà imperiale la possibile spiegazione della serie di trasformazioni socio-economiche avvenute in un arco cronologico compreso tra la fine del I- inizi del II secolo d.C. e la fine del VI – inizi del VII secolo d.C.. Secondo questa ricerca, l’abbandono della produzione vinicola ed il conseguente cambiamento economico avvenuto tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., la continuità di traffici con il Mediterraneo attestata almeno fino alla fine del V secolo e oltre trovano una comune spiegazione nella presenza della proprietà imperiale. L’ingresso della proprietà imperiale determinò una profonda riorganizzazione del territorio che interessò la viabilità terrestre, con la nascita di infrastrutture pubbliche e quella marittima con la realizzazione di ville-porti. La presenza della proprietà imperiale spiega la continuità di traffici per tutta l’età tardoantica e giustifica l’assenza di élite, scomparse nel sud proprio con l’ingresso della res Caesaris quando l’imperatore diventò l’unico patrono e principale evergete, portando con se una società composta da liberti e schiavi.
2017
Chirico, E. (2017). Villa Tardoantica in Toscana. Strutture insediative, sociali, proprietà ed economia.
Chirico, Elena
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