Il saggio analizza la realizzazione della Fonte Gaia, opera di Jacopo della Quercia, dal momento della committenza (1408) al momento della "consegna" del manufatto nel 1419, non tanto dal punto di vista storico-artistico, quanto da quello della realizzazione di una sorta di manifesto politico del potere pubblico. Attraverso il prosieguo dei lavori di costruzione della struttura e di creazione della decorazione (e attraverso le traversie che rendono difficoltosa la gestazione dell'opera) si intende mettere in rilievo la volontà dell'oligarchia dominante a Siena nel primo Quattrocento di creare un ciclo propagandistico teso ad avvalorare l'antichità, l'ascendenza romana e la dignitas della città all'indomani dell'effimero esperimento dell'inserimento di Siena all'interno del sovra-Stato visconteo di Giangaleazzo Visconti. In questo senso, si propone, per l'artistico manufatto, una lettura in chiave di linguaggi della politica e un ruolo propagandistico complementare e completativo rispetto ai cicli di affreschi di carattere civile posti all'interno del Palazzo Comunale.
Balestracci, D. (2011). Le virtù in piazza.: genesi e realizzazione della Fonte Gaia. In Fonte Gaia di Jacopo della Quercia: storia e restauro di un capolavoro dell'arte senese (pp. 23-36). Firenze : Polistampa.
Le virtù in piazza.: genesi e realizzazione della Fonte Gaia
BALESTRACCI, DUCCIO
2011-01-01
Abstract
Il saggio analizza la realizzazione della Fonte Gaia, opera di Jacopo della Quercia, dal momento della committenza (1408) al momento della "consegna" del manufatto nel 1419, non tanto dal punto di vista storico-artistico, quanto da quello della realizzazione di una sorta di manifesto politico del potere pubblico. Attraverso il prosieguo dei lavori di costruzione della struttura e di creazione della decorazione (e attraverso le traversie che rendono difficoltosa la gestazione dell'opera) si intende mettere in rilievo la volontà dell'oligarchia dominante a Siena nel primo Quattrocento di creare un ciclo propagandistico teso ad avvalorare l'antichità, l'ascendenza romana e la dignitas della città all'indomani dell'effimero esperimento dell'inserimento di Siena all'interno del sovra-Stato visconteo di Giangaleazzo Visconti. In questo senso, si propone, per l'artistico manufatto, una lettura in chiave di linguaggi della politica e un ruolo propagandistico complementare e completativo rispetto ai cicli di affreschi di carattere civile posti all'interno del Palazzo Comunale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/985874
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