According to Bayle, there is a hidden Manichaeism within orthodox Christianity. This assertion must be placed in the context of the clarification of the rules of ars disputandi (to which Bayle devotes particular attention, being well aware of the decisive importance of procedural questions in philosophical debates). The philosopher of Hanover understands well, for his part, that a large part of his dispute with his adversary of Rotterdam is decided in the definition of the very rules of the game and it is not by chance that he establishes very different tasks, in the development of the dispute, for those who oppose the Christian doctrine and those who instead defend it. The latter does not need to adduce evident proofs, while the former, on the contrary, must demonstrate that the truths of faith are completely impossible. Leibniz transforms, in short, in a point of strength what for Bayle constituted a point of weakness of Christianity: the inherent obscurity of the truths of faith constitutes their best protection against the attacks of those who would like to demolish them rationally.

Secondo Bayle c'è un manicheismo celato all'interno del cristianesimo ortodosso. Quest'affermazione va collocata nel contesto della precisazione delle regole dell'ars disputandi (a cui Bayle dedica particolare attenzione, essendo ben consapevole dell'importanza decisiva delle questioni procedurali nell'ambito dei dibattiti filosofici). Il filosofo di Hannover comprende bene, da parte sua, come gran parte della sua disputa che l'oppone al suo avversario di Rotterdam si decide nella definizione delle regole stesse del gioco e non a caso stabilisce compiti molto diversi, nello sviluppo della controversia, per chi si oppone alla dottrina cristiana e per chi invece la difende. Quest'ultimo non ha bisogno di addurre prove evidenti, mentre l'altro al contrario deve dimostrare che le verità di fede sono del tutto impossibili. Leibniz trasforma insomma in punto di forza quello che per Bayle costituiva un punto di debolezza del cristianesimo: l'oscurità inerente alle verità di fede costituisce la loro miglior protezione contro gli attacchi di chi vorrebbe demolirle razionalmente.

Brogi, S. (2015). Le dualisme caché : Leibniz, Bayle et les manichéens. In Ch. Leduc, P. Rateau, J.-. Solère (a cura di), Leibniz et Bayle: confrontation et dialogue (pp. 425-438). Stuttgart : Franz Steiner Verlag.

Le dualisme caché : Leibniz, Bayle et les manichéens

BROGI, STEFANO
2015-01-01

Abstract

According to Bayle, there is a hidden Manichaeism within orthodox Christianity. This assertion must be placed in the context of the clarification of the rules of ars disputandi (to which Bayle devotes particular attention, being well aware of the decisive importance of procedural questions in philosophical debates). The philosopher of Hanover understands well, for his part, that a large part of his dispute with his adversary of Rotterdam is decided in the definition of the very rules of the game and it is not by chance that he establishes very different tasks, in the development of the dispute, for those who oppose the Christian doctrine and those who instead defend it. The latter does not need to adduce evident proofs, while the former, on the contrary, must demonstrate that the truths of faith are completely impossible. Leibniz transforms, in short, in a point of strength what for Bayle constituted a point of weakness of Christianity: the inherent obscurity of the truths of faith constitutes their best protection against the attacks of those who would like to demolish them rationally.
2015
9783515106382
Secondo Bayle c'è un manicheismo celato all'interno del cristianesimo ortodosso. Quest'affermazione va collocata nel contesto della precisazione delle regole dell'ars disputandi (a cui Bayle dedica particolare attenzione, essendo ben consapevole dell'importanza decisiva delle questioni procedurali nell'ambito dei dibattiti filosofici). Il filosofo di Hannover comprende bene, da parte sua, come gran parte della sua disputa che l'oppone al suo avversario di Rotterdam si decide nella definizione delle regole stesse del gioco e non a caso stabilisce compiti molto diversi, nello sviluppo della controversia, per chi si oppone alla dottrina cristiana e per chi invece la difende. Quest'ultimo non ha bisogno di addurre prove evidenti, mentre l'altro al contrario deve dimostrare che le verità di fede sono del tutto impossibili. Leibniz trasforma insomma in punto di forza quello che per Bayle costituiva un punto di debolezza del cristianesimo: l'oscurità inerente alle verità di fede costituisce la loro miglior protezione contro gli attacchi di chi vorrebbe demolirle razionalmente.
Il y a, selon Bayle, un manichéisme caché au sein du christianisme orthodoxe. On doit situe cette thèse dans le contexte de la réflexion sur l’ars disputandi (les questions de procédure dans la discussion étant fondamentales). Leibniz voit bien que sa victoire contre Bayle se joue en grande partie sur la définition des règles mêmes du jeu. Il met donc en place pour l’ars disputandi des contraintes très différentes de celle de Bayle. Le devoir de l’opposant n’est pas celui du soutenant. Celui-ci n’a pas à atteindre l’évidence, tandis que celui-là doit au contraire démontrer l’impossibilité des vérités de foi. Leibniz transforme donc en point fort ce qui constituait pour Bayle le point faible du christianisme : l’obscurité inhérente à ces vérités constitue leur meilleure protection contre les attaques.
Brogi, S. (2015). Le dualisme caché : Leibniz, Bayle et les manichéens. In Ch. Leduc, P. Rateau, J.-. Solère (a cura di), Leibniz et Bayle: confrontation et dialogue (pp. 425-438). Stuttgart : Franz Steiner Verlag.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/869442