Questo numero della rivista Ergonomia, vuole offrire una panoramica di una nicchia molto speciale dell’ Interazione Uomo-Robot, quella della robotica sociale. In particolare ci riferiamo ad una accezione molto ampia di robotica sociale, intesa sia come studio, progettazione e sviluppo di robot autonomi o semi-autonomi, in grado di interagire e comunicare con esseri umani e con altri agenti artificiali, esibendo un comportamento sociale; sia come robotica che ha un impatto sociale, per esempio sulle dinamiche e modalità di apprendimento. La prima accezione richiede che il robot abbia una sua fisicità e comportamenti definiti in base alle sue capacità sensoriali e di ragionamento; nel secondo caso parliamo di kit robotici che abilitano processi di apprendimento attraverso la costruzione di robot. Il numero speciale dà un quadro molto articolato di questa ricerca di nicchia nel panorama italiano, presentando quattro diversi ambiti di studio: - La riproduzione di dinamiche di apprendimento proprie dello sviluppo infantile. In questo ambito presenteremo il robot ICub, sviluppato presso il Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di Genova (Sciutti e altri). - L’apprendimento mediato da tecnologie robotiche, e in particolare da kit di costruzione come il Lego Mindstorm (Chioccariello, Caci e altri). - Robot a sostegno dello sviluppo di bambini con disabilità (Besio). - Robot a supporto di anziani, per mantenere la loro autonomia nell’ambiente domestico (Cesta e altri, Marti e altri). E’ interessante notare come, nelle applicazioni di robotica sociale in cui la macchina assume sembianze ispirate alla vita, come i robot umanoidi, o zoomorfi, il concetto di robot assuma un ruolo con declinazioni ed enfasi diverse sul piano dell’interazione. Dall’assistente maggiordomo (si vedano gli articoli di Cesta e altri, Marti e altri nel presente numero); al compagno di giochi in cui il robot svolge il ruolo di mediatore di relazioni sociali (si veda il contributo di Besio nel presente numero, e Marti (2010)), al robot che stabilisce con la persona una relazione empatica ed emotiva (Bech e altri, 2010). Il presente numero della rivista Ergonomia offre una riflessione ampia e multidisciplinare della ricerca italiana sull’Interazione Uomo-Robot.
Marti, P. (a cura di). (2013). Robot e Società. Milano : Rivista Italiana di Ergonomia.
Robot e Società
MARTI, PATRIZIA
2013-01-01
Abstract
Questo numero della rivista Ergonomia, vuole offrire una panoramica di una nicchia molto speciale dell’ Interazione Uomo-Robot, quella della robotica sociale. In particolare ci riferiamo ad una accezione molto ampia di robotica sociale, intesa sia come studio, progettazione e sviluppo di robot autonomi o semi-autonomi, in grado di interagire e comunicare con esseri umani e con altri agenti artificiali, esibendo un comportamento sociale; sia come robotica che ha un impatto sociale, per esempio sulle dinamiche e modalità di apprendimento. La prima accezione richiede che il robot abbia una sua fisicità e comportamenti definiti in base alle sue capacità sensoriali e di ragionamento; nel secondo caso parliamo di kit robotici che abilitano processi di apprendimento attraverso la costruzione di robot. Il numero speciale dà un quadro molto articolato di questa ricerca di nicchia nel panorama italiano, presentando quattro diversi ambiti di studio: - La riproduzione di dinamiche di apprendimento proprie dello sviluppo infantile. In questo ambito presenteremo il robot ICub, sviluppato presso il Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di Genova (Sciutti e altri). - L’apprendimento mediato da tecnologie robotiche, e in particolare da kit di costruzione come il Lego Mindstorm (Chioccariello, Caci e altri). - Robot a sostegno dello sviluppo di bambini con disabilità (Besio). - Robot a supporto di anziani, per mantenere la loro autonomia nell’ambiente domestico (Cesta e altri, Marti e altri). E’ interessante notare come, nelle applicazioni di robotica sociale in cui la macchina assume sembianze ispirate alla vita, come i robot umanoidi, o zoomorfi, il concetto di robot assuma un ruolo con declinazioni ed enfasi diverse sul piano dell’interazione. Dall’assistente maggiordomo (si vedano gli articoli di Cesta e altri, Marti e altri nel presente numero); al compagno di giochi in cui il robot svolge il ruolo di mediatore di relazioni sociali (si veda il contributo di Besio nel presente numero, e Marti (2010)), al robot che stabilisce con la persona una relazione empatica ed emotiva (Bech e altri, 2010). Il presente numero della rivista Ergonomia offre una riflessione ampia e multidisciplinare della ricerca italiana sull’Interazione Uomo-Robot.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/49324
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