E' la prima completa monografia dedicata alla pittura di Pasquale Vitiello (Torre Annunziata 1912 - 1962). Nel panorama dell’arte italiana dell’immediato secondo dopoguerra la pittura di Vitiello testimonia di un'esperienza che vive il difficile confronto della realtà artistica napoletana con quanto era accaduto ed accadeva in quegli anni in Europa, nell’ambito della cultura figurativa. L’artista prende distanza sia da quel naturalismo narrativo sempre latente “postulato di una realtà etnica” come aveva osservato Lea Vergine che in quegli anni ritroviamo nei dipinti neo-impressionisti di Ciardo, nell'espressionismo intimista di Giovanni Brancaccio, ma anche negli impianti neorealisti di alcuni esponenti del Gruppo Sud, sia dall’ “insistente intellettualismo” mondano. La posizione che egli assumerà sembra in parte corrispondere al carattere di quell'artista che Franco Rosi tratteggia nell'articolo intitolato Arte e tendenza apparso nel 1945 nel primo numero della rivista “Sud”. Esperienze di confronto con la realtà, condotte da Vitiello nel corso degli anni Cinquanta, sul filo di un dettato immaginifico che tiene conto, rilevava Filiberto Menna nel 1977, di «una definizione più matura e propria della pittura attraverso uno schiarimento progressivo della tavolozza, un più franco uso di colori puri, soprattutto mediante l'impiego di un filtro rappresentativo che lascia passare ormai le strutture essenziali del visibile e lascia cadere tutta quella serie di aneddoti realistici propria della tradizione naturalistica».
Bignardi, M. (2012). "Desidero essere libero con i miei pensieri". In Vitiello. Dipinti 1928-1962 (pp. 5-32). Fisciano (SA) : Gutenberg Edizioni.
"Desidero essere libero con i miei pensieri"
BIGNARDI, MASSIMO
2012-01-01
Abstract
E' la prima completa monografia dedicata alla pittura di Pasquale Vitiello (Torre Annunziata 1912 - 1962). Nel panorama dell’arte italiana dell’immediato secondo dopoguerra la pittura di Vitiello testimonia di un'esperienza che vive il difficile confronto della realtà artistica napoletana con quanto era accaduto ed accadeva in quegli anni in Europa, nell’ambito della cultura figurativa. L’artista prende distanza sia da quel naturalismo narrativo sempre latente “postulato di una realtà etnica” come aveva osservato Lea Vergine che in quegli anni ritroviamo nei dipinti neo-impressionisti di Ciardo, nell'espressionismo intimista di Giovanni Brancaccio, ma anche negli impianti neorealisti di alcuni esponenti del Gruppo Sud, sia dall’ “insistente intellettualismo” mondano. La posizione che egli assumerà sembra in parte corrispondere al carattere di quell'artista che Franco Rosi tratteggia nell'articolo intitolato Arte e tendenza apparso nel 1945 nel primo numero della rivista “Sud”. Esperienze di confronto con la realtà, condotte da Vitiello nel corso degli anni Cinquanta, sul filo di un dettato immaginifico che tiene conto, rilevava Filiberto Menna nel 1977, di «una definizione più matura e propria della pittura attraverso uno schiarimento progressivo della tavolozza, un più franco uso di colori puri, soprattutto mediante l'impiego di un filtro rappresentativo che lascia passare ormai le strutture essenziali del visibile e lascia cadere tutta quella serie di aneddoti realistici propria della tradizione naturalistica».File | Dimensione | Formato | |
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