Il saggio apre il libro dedicato alle esperienze di un gruppo di artisti campani, comparsi sulla scena espositiva nei primi anni Settanta e che daranno vita allo spazio “Taide”; una vera e propria galleria autogestita che segnerà un importante crocevia dell’”Arte nel sociale” nel Mezzogiorno d’Italia. Nella sua breve e pur intensa stagione nella sede di Mercato S. Severino, “Taide spazio per” traduceva l’invito rivolto ai giovani operatori “estetici” di una cittadina della provincia meridionale a rinnovare il proprio orizzonte operativo accogliendo i venti di una nuova sensibilità che porta con sé le sollecitazioni, non ancora acquietatesi, del Maggio francese.. È una linea d’orizzonte che va dalle esperienze romane operate al Testaccio all’articolato progetto “Operazione Roma eterna” (1974-76) alle iniziative della Cooperativa Alzaia nella periferia romana, alle esperienze che Sergio Borghese avvierà a Volterra dopo la grande rassegna del 1973. In ambito campano saranno le attività promosse da Enrico Crispolti tra Napoli e Salerno, ove insegna presso il giovane Ateneo, a connotare la scena di una nuova operatività estetica: esperienze di animazione, situazioni, momenti di operatività urbana che saranno documentati nel Padiglione italiano, della Biennale di Venezia del 1976. Tutto ciò è all’insegna di un ritrovato impegno politico dell’arte che convoglia pratiche di confronto sociale unitamente a quelle di una “creatività” partecipata che, coscientemente, prende una misurata distanza, per quanto riguarda la oramai dilatata area delle arti visive, dalle esperienze che avevano caratterizzato la fine del decennio precedente.
Bignardi, M. (2013). Taide, crocevia di ridisegnate prospettive. In Lo spazio di taide. Un luogo della creatività nel cuore degli anni Settanta (pp. 5-27). Fisciano (SA) : Gutenberg Edizioni.
Taide, crocevia di ridisegnate prospettive
BIGNARDI, MASSIMO
2013-01-01
Abstract
Il saggio apre il libro dedicato alle esperienze di un gruppo di artisti campani, comparsi sulla scena espositiva nei primi anni Settanta e che daranno vita allo spazio “Taide”; una vera e propria galleria autogestita che segnerà un importante crocevia dell’”Arte nel sociale” nel Mezzogiorno d’Italia. Nella sua breve e pur intensa stagione nella sede di Mercato S. Severino, “Taide spazio per” traduceva l’invito rivolto ai giovani operatori “estetici” di una cittadina della provincia meridionale a rinnovare il proprio orizzonte operativo accogliendo i venti di una nuova sensibilità che porta con sé le sollecitazioni, non ancora acquietatesi, del Maggio francese.. È una linea d’orizzonte che va dalle esperienze romane operate al Testaccio all’articolato progetto “Operazione Roma eterna” (1974-76) alle iniziative della Cooperativa Alzaia nella periferia romana, alle esperienze che Sergio Borghese avvierà a Volterra dopo la grande rassegna del 1973. In ambito campano saranno le attività promosse da Enrico Crispolti tra Napoli e Salerno, ove insegna presso il giovane Ateneo, a connotare la scena di una nuova operatività estetica: esperienze di animazione, situazioni, momenti di operatività urbana che saranno documentati nel Padiglione italiano, della Biennale di Venezia del 1976. Tutto ciò è all’insegna di un ritrovato impegno politico dell’arte che convoglia pratiche di confronto sociale unitamente a quelle di una “creatività” partecipata che, coscientemente, prende una misurata distanza, per quanto riguarda la oramai dilatata area delle arti visive, dalle esperienze che avevano caratterizzato la fine del decennio precedente.File | Dimensione | Formato | |
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