L’Autore intende riflettere su come il concetto di flexicurity, sempre più prospettato nell’ambito delle politiche occupazionali europee non solo come “ricetta” di modernizzazione, ma anche come “cura” da somministrare ai mercati del lavoro per rispondere ai bisogni nuovi, sia stato declinato nell’ordinamento italiano. Ad assumere rilievo è il mutato atteggiamento del legislatore negli ultimi interventi di riforma del mercato del lavoro nei confronti del lavoro a termine, nel momento in cui questo cessa di essere configurato come strumento eccezionale per essere chiamato a soddisfare anche le esigenze ordinarie dell’impresa; nello specifico, sono prese in esame le riforme degli ultimi anni (l. n. 92/2012; l. n. 99/2013) al fine di verificare le modalità con cui il legislatore, a fronte dell’introduzione del principio di acausalità del contratto a termine, abbia inteso contrastare l’uso improprio e strumentale degli elementi di flessibilità, reindirizzando la domanda di lavoro verso il contratto a tempo indeterminato, quale tipologia contrattuale dominante. Costituiscono oggetto di analisi critica i meccanismi di controllo sulla quantità dell’occupazione a termine impiegati dal legislatore, la disciplina legale e negoziale in materia di successione di contratti, nonché le tecniche di incentivazione di forme di lavoro stabile, quali in primis l’attribuzione dei diritti di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato.
Faleri, C. (2013). Le tecniche di stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine e i diritti di precedenza. In I rapporti di lavoro a termine (pp. 273-322). Milano : A. Giuffrè Editore.
Le tecniche di stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine e i diritti di precedenza
FALERI, CLAUDIA
2013-01-01
Abstract
L’Autore intende riflettere su come il concetto di flexicurity, sempre più prospettato nell’ambito delle politiche occupazionali europee non solo come “ricetta” di modernizzazione, ma anche come “cura” da somministrare ai mercati del lavoro per rispondere ai bisogni nuovi, sia stato declinato nell’ordinamento italiano. Ad assumere rilievo è il mutato atteggiamento del legislatore negli ultimi interventi di riforma del mercato del lavoro nei confronti del lavoro a termine, nel momento in cui questo cessa di essere configurato come strumento eccezionale per essere chiamato a soddisfare anche le esigenze ordinarie dell’impresa; nello specifico, sono prese in esame le riforme degli ultimi anni (l. n. 92/2012; l. n. 99/2013) al fine di verificare le modalità con cui il legislatore, a fronte dell’introduzione del principio di acausalità del contratto a termine, abbia inteso contrastare l’uso improprio e strumentale degli elementi di flessibilità, reindirizzando la domanda di lavoro verso il contratto a tempo indeterminato, quale tipologia contrattuale dominante. Costituiscono oggetto di analisi critica i meccanismi di controllo sulla quantità dell’occupazione a termine impiegati dal legislatore, la disciplina legale e negoziale in materia di successione di contratti, nonché le tecniche di incentivazione di forme di lavoro stabile, quali in primis l’attribuzione dei diritti di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato.File | Dimensione | Formato | |
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