I risultati delle indagini e delle ricerche condotte sulle vasche e sui materiali di Pietralba, tra loro sostanzialmente coerenti, porterebbero ad ipotizzare, per questo straordinario complesso, una probabile attività di tipo produttivo dedicata, almeno nell’ultima fase di utilizzo, all’estrazione di sostanze organiche di natura oleosa – la cui cronologia sarebbe da collocare tra l’epoca Romana e il basso Medioevo (ma tendenzialmente più verso quest’ultimo periodo). L’aver proposto un’interpretazione crono funzionale basata su dati oggettivi non significa che Pietralba abbia rivestito solo questo ruolo e che la sua storia si sia esaurita in questo “breve” lasso di tempo: non possiamo e non vogliamo respingere a priori opinioni e tesi diverse anche se esulano dall’impostazione pragmatica finora assunta. Abbiamo avuto modo di rilevare infatti come per molte delle vasche rupestri prese in considerazione in questo lavoro si siano conservate nella tradizione orale tracce talora consistenti di una loro posizione significativa nella sfera del sacro/terapeutico/miracolistico (basti pensare alla Tina dell’Omo Salvatico e ad alcune vasche della Valmarecchia)154. Nel caso di Pietralba, però, non sembra sia rimasta alcuna memoria orale né su fonti scritte che attesti un’eventuale passata funzione cultuale e rituale. Forse possiamo addurre anche questa evidenza negativa a conferma di una prevalente connotazione funzionale di tipo economico. Il modello interpretativo proposto per Pietralba non è comunque generalizzabile né le metodologie impiegate esportabili tout court: ogni caso rappresenta un problema a se stante e va affrontato in modo multidisciplinare tenendo conto di tutte le variabili implicate nel relativo contesto.
Benvenuti, M., Cipriani, S., Gennusa, R., Giardino, C., Gonnelli, T., Laurenzi, G.P., et al. (2011). Concludendo?. In Pietralba. indagine multidisciplinare su alcuni manufatti rupestri dell'Alta Valtiberina (pp. 81-88). Sansepolcro : Aboca Edizioni.
Concludendo?
Moroni, Adriana;
2011-01-01
Abstract
I risultati delle indagini e delle ricerche condotte sulle vasche e sui materiali di Pietralba, tra loro sostanzialmente coerenti, porterebbero ad ipotizzare, per questo straordinario complesso, una probabile attività di tipo produttivo dedicata, almeno nell’ultima fase di utilizzo, all’estrazione di sostanze organiche di natura oleosa – la cui cronologia sarebbe da collocare tra l’epoca Romana e il basso Medioevo (ma tendenzialmente più verso quest’ultimo periodo). L’aver proposto un’interpretazione crono funzionale basata su dati oggettivi non significa che Pietralba abbia rivestito solo questo ruolo e che la sua storia si sia esaurita in questo “breve” lasso di tempo: non possiamo e non vogliamo respingere a priori opinioni e tesi diverse anche se esulano dall’impostazione pragmatica finora assunta. Abbiamo avuto modo di rilevare infatti come per molte delle vasche rupestri prese in considerazione in questo lavoro si siano conservate nella tradizione orale tracce talora consistenti di una loro posizione significativa nella sfera del sacro/terapeutico/miracolistico (basti pensare alla Tina dell’Omo Salvatico e ad alcune vasche della Valmarecchia)154. Nel caso di Pietralba, però, non sembra sia rimasta alcuna memoria orale né su fonti scritte che attesti un’eventuale passata funzione cultuale e rituale. Forse possiamo addurre anche questa evidenza negativa a conferma di una prevalente connotazione funzionale di tipo economico. Il modello interpretativo proposto per Pietralba non è comunque generalizzabile né le metodologie impiegate esportabili tout court: ogni caso rappresenta un problema a se stante e va affrontato in modo multidisciplinare tenendo conto di tutte le variabili implicate nel relativo contesto.File | Dimensione | Formato | |
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