La collocazione della musica nel contesto britannico del Novecento costituisce un problema storiografico che non riguarda soltanto la storiografia della musica in senso stretto, ma coinvolge anche la storia della filosofia, dell'estetica in particolare, e in generale la storia della cultura contemporanea. Si è molto discusso sul significato e ruolo della musica britannica nello sviluppo della musica del Novecento. Riprendendo il filo di ricerche cominciate alcuni anni fa e che si sono concretizzate in un volume del 2001 e in alcuni contributi, questo volume del 2013 discute alcuni aspetti del rapporto tra filosofia, religione e la creazione musicale nel Novecento britannico. Il volume contiene alcuni saggi pubblicati in varie sedi ma che sono stati sottoposti ad una drastica riscrittura e a un aggiornamento bibliografico e alcuni saggi inediti. Il primo capitolo considera il rapporto tra musica, società e religione in E. Elgar, con particolare attenzione all'oratorio The Dream of Gerontius op. 38 sul poema del cardinale W. Newman e mette il luce il problema della collocazione sociale e religiosa del cattolico Elgar rispetto al contesto protestante britannico. Il secondo capitolo analizza le concezioni di estetica musicale di W.Pater, uno dei più celebri esponenti del neoellenismo vittoriano e le idee di Pater sull'arte, assai influenti in tutt' Europa, sono messe in collegamento con l'estetica filosofica britannica del tempo e con la tradizione platonica. Il terzo capitolo presenta uno studio del rapporto tra marxismo, socialismo e pacifismo nella musica britannica del Novecento, con riferimenti a Sir Michael Tippett che da marxista si convertì a un pacifismo radicale, a Rutland Boughton,musicista e esponente del socialismo britannico, a Alan Bush, che fu musicista coerentemente comunista per tutta la sua vita e al più giovane Cornelius Cardew che, in nome del maoismo, abbandonò l'avanguardia musicale a favore di una musica popolare. Il quarto capitolo contiene un'analisi filosofica e tematica di due capolavori del teatro musicale britannico, ossia The Midsummer Marriage di Tippett e A Midsummer Night's Dream di Benjamin Britten. Quest'analisi consente di fare il punto sugli studi su Tippett e Britten e di verificare il diverso impianto filosofico delle loro opere in musica. Gli ultimi due capitoli sono dedicati a opere di esponenti della cosiddetta Manchester school: il quinto capitolo considera la drammaturgia musicale di Harrison Birtwistle, in particolare il suo approccio al mito di Orfeo, che è stato da lui tradotto in una grande composizione drammatica. Il saggio mette in luce quanto il mito sia influente su Sir Harrison e la sua musica e accenna anche a The Minotaur che è opera del 2008 che considera di nuovo una figura mitologica. L'ultimo capitolo studia due esempi di drammaturgia musicale contemporanea che fanno rispettivamente riferimento alla storia britannica, ossia Taverner di Sir Peter Maxwell Davies, e al mito, ossia Arianna sul testo seicentesco di O. Rinuccini che è stato musicalmente intonato da Alexander Goehr.
Abbri, F. (2013). Miti, sogni e storie : filosofia e musica nel Novecento britannico. Milano : Franco Angeli.
Miti, sogni e storie : filosofia e musica nel Novecento britannico
ABBRI, FERDINANDO
2013-01-01
Abstract
La collocazione della musica nel contesto britannico del Novecento costituisce un problema storiografico che non riguarda soltanto la storiografia della musica in senso stretto, ma coinvolge anche la storia della filosofia, dell'estetica in particolare, e in generale la storia della cultura contemporanea. Si è molto discusso sul significato e ruolo della musica britannica nello sviluppo della musica del Novecento. Riprendendo il filo di ricerche cominciate alcuni anni fa e che si sono concretizzate in un volume del 2001 e in alcuni contributi, questo volume del 2013 discute alcuni aspetti del rapporto tra filosofia, religione e la creazione musicale nel Novecento britannico. Il volume contiene alcuni saggi pubblicati in varie sedi ma che sono stati sottoposti ad una drastica riscrittura e a un aggiornamento bibliografico e alcuni saggi inediti. Il primo capitolo considera il rapporto tra musica, società e religione in E. Elgar, con particolare attenzione all'oratorio The Dream of Gerontius op. 38 sul poema del cardinale W. Newman e mette il luce il problema della collocazione sociale e religiosa del cattolico Elgar rispetto al contesto protestante britannico. Il secondo capitolo analizza le concezioni di estetica musicale di W.Pater, uno dei più celebri esponenti del neoellenismo vittoriano e le idee di Pater sull'arte, assai influenti in tutt' Europa, sono messe in collegamento con l'estetica filosofica britannica del tempo e con la tradizione platonica. Il terzo capitolo presenta uno studio del rapporto tra marxismo, socialismo e pacifismo nella musica britannica del Novecento, con riferimenti a Sir Michael Tippett che da marxista si convertì a un pacifismo radicale, a Rutland Boughton,musicista e esponente del socialismo britannico, a Alan Bush, che fu musicista coerentemente comunista per tutta la sua vita e al più giovane Cornelius Cardew che, in nome del maoismo, abbandonò l'avanguardia musicale a favore di una musica popolare. Il quarto capitolo contiene un'analisi filosofica e tematica di due capolavori del teatro musicale britannico, ossia The Midsummer Marriage di Tippett e A Midsummer Night's Dream di Benjamin Britten. Quest'analisi consente di fare il punto sugli studi su Tippett e Britten e di verificare il diverso impianto filosofico delle loro opere in musica. Gli ultimi due capitoli sono dedicati a opere di esponenti della cosiddetta Manchester school: il quinto capitolo considera la drammaturgia musicale di Harrison Birtwistle, in particolare il suo approccio al mito di Orfeo, che è stato da lui tradotto in una grande composizione drammatica. Il saggio mette in luce quanto il mito sia influente su Sir Harrison e la sua musica e accenna anche a The Minotaur che è opera del 2008 che considera di nuovo una figura mitologica. L'ultimo capitolo studia due esempi di drammaturgia musicale contemporanea che fanno rispettivamente riferimento alla storia britannica, ossia Taverner di Sir Peter Maxwell Davies, e al mito, ossia Arianna sul testo seicentesco di O. Rinuccini che è stato musicalmente intonato da Alexander Goehr.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/44595
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