Illustrando il senso della tradizione e la ricca osmosi con i classici propri della civiltà e della letteratura bizantina, l’autrice offre l’esempio della sfida ermeneutica posta al traduttore dall’Exegesis in canonem iambicum de Pentecoste, l’ultima opera di Eustazio di Tessalonica. Ne vengono citati e commentati alcuni passi in cui sono avvertibili eco omeriche, sofoclee, euripidee, platoniche, bibliche, per fornire un saggio del “cromatismo allusivo” della scrittura eustaziana, che mescola e sottilmente dissimula le proprie fonti con libertà, ma anche con una sorta di gusto enigmistico. In relating the significance of the classical tradition in Byzantine civilisation and the extensive exchange between Byzantine literature and the classics, the author illuminates an example of the hermeneutical challenges facing the translators of Byzantine texts: the Exegesis in canonem iambicum de Pentecoste, Eustathius of Thessalonica’s last work. She cites and comments on several passages which echo Homer, Sophocles, Euripides, Plato, as well as the Bible, in an essay on the “allusive chromatism” of Eustathius’ writing, which mixes and subtly and freely masks his sources, thereby testing with a touch of malice and a certain taste for mystery, the learning and skill of both his Byzantine students, and modern exegetes.
Ronchey, S. (2011). Come tradurre i testi bizantini: il caso di Eustazio. In Del tradurre (pp. 87-94). Padova : Antenore.
Come tradurre i testi bizantini: il caso di Eustazio
RONCHEY, SILVIA
2011-01-01
Abstract
Illustrando il senso della tradizione e la ricca osmosi con i classici propri della civiltà e della letteratura bizantina, l’autrice offre l’esempio della sfida ermeneutica posta al traduttore dall’Exegesis in canonem iambicum de Pentecoste, l’ultima opera di Eustazio di Tessalonica. Ne vengono citati e commentati alcuni passi in cui sono avvertibili eco omeriche, sofoclee, euripidee, platoniche, bibliche, per fornire un saggio del “cromatismo allusivo” della scrittura eustaziana, che mescola e sottilmente dissimula le proprie fonti con libertà, ma anche con una sorta di gusto enigmistico. In relating the significance of the classical tradition in Byzantine civilisation and the extensive exchange between Byzantine literature and the classics, the author illuminates an example of the hermeneutical challenges facing the translators of Byzantine texts: the Exegesis in canonem iambicum de Pentecoste, Eustathius of Thessalonica’s last work. She cites and comments on several passages which echo Homer, Sophocles, Euripides, Plato, as well as the Bible, in an essay on the “allusive chromatism” of Eustathius’ writing, which mixes and subtly and freely masks his sources, thereby testing with a touch of malice and a certain taste for mystery, the learning and skill of both his Byzantine students, and modern exegetes.File | Dimensione | Formato | |
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