Lavoro e gioia non sono antitetici. Organizzazione e benessere soggettivo non sono incompatibili. Contesto lavorativo e agio personale non sono conflittuali. Buon funzionamento dell’azienda e soddisfazione dei dipendenti non sono antagonisti. Traguardi aziendali e desideri personali non sono in contraddizione. Agio dei lavoratori e positivo funzionamento dell’organizzazione sono in un rapporto di reciproca dipendenza. Muovendo da questi assunti, il volume si impegna a dare evidenza al contributo che il sapere pedagogico può offrire alla riscrittura delle organizzazioni come luoghi di lavoro felice. Osservando e criticando l’organizzazione della postmodernità, il testo propone il ripensamento umanistico del lavoro, la riprogettazione personalistica della cultura organizzativa e dei modelli gestionali delle risorse umane, un nuovo modo di essere e di agire nei contesti del lavoro. La formazione è discussa come esperienza in grado di contribuire apprezzabilmente alla realizzazione di una vita organizzativa buona e bella. L’obiettivo prioritario che ispira e sostiene l’elaborazione pedagogica e la correlata progettualità formativa non riguarda tanto l’efficienza tecnica, i risultati, la redditività e il fatturato quanto la difesa dell’identità e dell’integrità del soggetto-al-lavoro e la coltivazione della sua intelligenza emotiva e morale, con il convincimento che in ciò sta la possibilità per la persona di provare il piacere di lavorare, di lavorare meglio e soprattutto di vivere meglio all’interno e fuori dell’organizzazione.
Rossi, B. (2012). Il lavoro felice. Formazione e benessere organizzativo. Brescia : La Scuola.
Il lavoro felice. Formazione e benessere organizzativo
ROSSI, BRUNO
2012-01-01
Abstract
Lavoro e gioia non sono antitetici. Organizzazione e benessere soggettivo non sono incompatibili. Contesto lavorativo e agio personale non sono conflittuali. Buon funzionamento dell’azienda e soddisfazione dei dipendenti non sono antagonisti. Traguardi aziendali e desideri personali non sono in contraddizione. Agio dei lavoratori e positivo funzionamento dell’organizzazione sono in un rapporto di reciproca dipendenza. Muovendo da questi assunti, il volume si impegna a dare evidenza al contributo che il sapere pedagogico può offrire alla riscrittura delle organizzazioni come luoghi di lavoro felice. Osservando e criticando l’organizzazione della postmodernità, il testo propone il ripensamento umanistico del lavoro, la riprogettazione personalistica della cultura organizzativa e dei modelli gestionali delle risorse umane, un nuovo modo di essere e di agire nei contesti del lavoro. La formazione è discussa come esperienza in grado di contribuire apprezzabilmente alla realizzazione di una vita organizzativa buona e bella. L’obiettivo prioritario che ispira e sostiene l’elaborazione pedagogica e la correlata progettualità formativa non riguarda tanto l’efficienza tecnica, i risultati, la redditività e il fatturato quanto la difesa dell’identità e dell’integrità del soggetto-al-lavoro e la coltivazione della sua intelligenza emotiva e morale, con il convincimento che in ciò sta la possibilità per la persona di provare il piacere di lavorare, di lavorare meglio e soprattutto di vivere meglio all’interno e fuori dell’organizzazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/42380
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