Nel corso dei secoli il ruolo delle Muse ha subito continue oscillazioni, passando da divine garanti dell’ispirazione artistica a figure superflue e fittizie, e viceversa. Eppure le Muse non sono sempre esistite. Se la letteratura occidentale comincia con l’Iliade e l’invocazione alla non meglio identificata ‘dea’ cui l’aedo chiede di cantare l’ira funesta del Pelide Achille, se le Muse fanno la loro comparsa ufficiale nel libro successivo prima del “Catalogo delle navi” (v. 484), nei documenti scritti che ci sono giunti dalle antiche località del Medio Oriente le Muse non compaiono - con questo nome, almeno. Come si legge nell’intervento di Paolo Xella (Prima delle Muse. Maestri, scribi e cantori nel Vicino Oriente preclassico), quando si parla delle opere ‘letterarie’ del mondo cuneiforme bisogna distinguere tra la loro ‘paternità’ (che è nella maggior parte dei casi divina o in qualche modo straordinaria, se non addirittura soprannaturale) e la loro trasmissione (che si deve a redattori e copisti il cui compito principale consiste soprattutto nell'essere fedeli agli originali). Il volume presenta una serie di contributi originali dedicati alle Muse (nell'antichità, e non solo): dopo il saggio di Xella, ci sono quelli di Carlo Brillante, Maurizio Bettini, Talia Pecker Berio, Pietro Clemente, Maurizio Agamennone e Alessandro Fo. A Simone Beta si devono l'introduzione (pp. 7-12) e l'intervento "Il sorriso della Musa (alla ricerca della Musa ‘comica’)" (pp. 59-75).

Beta, S. (a cura di). (2006). I poeti credevano nelle loro Muse? Atti della giornata di studio, Siena, 2 aprile 2003, a cura di S. Beta.. FIESOLE (FI) : Cadmo.

I poeti credevano nelle loro Muse? Atti della giornata di studio, Siena, 2 aprile 2003, a cura di S. Beta.

BETA, SIMONE
2006-01-01

Abstract

Nel corso dei secoli il ruolo delle Muse ha subito continue oscillazioni, passando da divine garanti dell’ispirazione artistica a figure superflue e fittizie, e viceversa. Eppure le Muse non sono sempre esistite. Se la letteratura occidentale comincia con l’Iliade e l’invocazione alla non meglio identificata ‘dea’ cui l’aedo chiede di cantare l’ira funesta del Pelide Achille, se le Muse fanno la loro comparsa ufficiale nel libro successivo prima del “Catalogo delle navi” (v. 484), nei documenti scritti che ci sono giunti dalle antiche località del Medio Oriente le Muse non compaiono - con questo nome, almeno. Come si legge nell’intervento di Paolo Xella (Prima delle Muse. Maestri, scribi e cantori nel Vicino Oriente preclassico), quando si parla delle opere ‘letterarie’ del mondo cuneiforme bisogna distinguere tra la loro ‘paternità’ (che è nella maggior parte dei casi divina o in qualche modo straordinaria, se non addirittura soprannaturale) e la loro trasmissione (che si deve a redattori e copisti il cui compito principale consiste soprattutto nell'essere fedeli agli originali). Il volume presenta una serie di contributi originali dedicati alle Muse (nell'antichità, e non solo): dopo il saggio di Xella, ci sono quelli di Carlo Brillante, Maurizio Bettini, Talia Pecker Berio, Pietro Clemente, Maurizio Agamennone e Alessandro Fo. A Simone Beta si devono l'introduzione (pp. 7-12) e l'intervento "Il sorriso della Musa (alla ricerca della Musa ‘comica’)" (pp. 59-75).
2006
9788879233538
Beta, S. (a cura di). (2006). I poeti credevano nelle loro Muse? Atti della giornata di studio, Siena, 2 aprile 2003, a cura di S. Beta.. FIESOLE (FI) : Cadmo.
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