Partendo da alcune “memorie” inedite presentate all’Accademia dei Georgofili di Firenze per proporre al governo granducale, nei primi decenni dell’800, di regolamentare il settore della pesca (perché anche la “coltivazione” dell’acqua, al pari di quella della terra, se ben regolata, avrebbe potuto fornire al nutrimento e ai bisogni dell’uomo “frutti” copiosi tutt’altro che secondari), il testo affronta con uno sguardo d’insieme le “economie d’acqua”, cioè quelle forme di sfruttamento degli “incolti palustri” che costituivano in passato un fenomeno di una certa importanza. Soprattutto in quelle aree della Toscana dove vi era una diffusione non marginale delle zone umide secondo le loro diverse tipologie. Oggetto dell’indagine in particolare la Toscana nord-occidentale lungo il bacino dell’Arno dove in età moderna esistevano numerose aree umide intensamente sfruttate e vissute almeno fino all’affermarsi della “cultura delle bonifiche” nel XVIII secolo quando si iniziò sempre di più a limitare e ridurre tali spazi in favore del progresso agricolo e della produzione di cereali.
Zagli, A. (2006). Le antiche "economie degli incolti palustri" nella Toscana occidentale. In Aqua/Aquae. I vari usi di una risorsa preziosa nel territorio dell'ATO2. Dal Medioevo ai nostri giorni (pp. 83-96). PISA : Felici Editore.
Le antiche "economie degli incolti palustri" nella Toscana occidentale
ZAGLI, ANDREA
2006-01-01
Abstract
Partendo da alcune “memorie” inedite presentate all’Accademia dei Georgofili di Firenze per proporre al governo granducale, nei primi decenni dell’800, di regolamentare il settore della pesca (perché anche la “coltivazione” dell’acqua, al pari di quella della terra, se ben regolata, avrebbe potuto fornire al nutrimento e ai bisogni dell’uomo “frutti” copiosi tutt’altro che secondari), il testo affronta con uno sguardo d’insieme le “economie d’acqua”, cioè quelle forme di sfruttamento degli “incolti palustri” che costituivano in passato un fenomeno di una certa importanza. Soprattutto in quelle aree della Toscana dove vi era una diffusione non marginale delle zone umide secondo le loro diverse tipologie. Oggetto dell’indagine in particolare la Toscana nord-occidentale lungo il bacino dell’Arno dove in età moderna esistevano numerose aree umide intensamente sfruttate e vissute almeno fino all’affermarsi della “cultura delle bonifiche” nel XVIII secolo quando si iniziò sempre di più a limitare e ridurre tali spazi in favore del progresso agricolo e della produzione di cereali.File | Dimensione | Formato | |
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