Fino alla metà dell’Ottocento un antico lago segnava con la sua presenza la profonda depressione fra la pianura lucchese e il corso dell’Arno. Bonificato attraverso un complesso meccanismo di canalizzazioni nell’immediata vigilia dell’unità d’Italia, era stato protagonista di una storia secolare segnata dai conflitti e dalla difficile gestione di un ambiente allo stesso tempo «selvaggio» e «ostile» ma anche «prodigo» di risorse per le popolazioni rivierasche. Paesaggio complesso segnato dall’alternarsi di acque, di terre, di vegetazione, costituiva un osservatorio ideale per misurare e analizzare il progressivo modificarsi del rapporto dell’uomo con questo tipo di ambiente, di come il prelievo alternativo delle risorse dell’«incolto» fosse stato per secoli un fenomeno di grande importanza. La comunità di Bientina, fin dalle sue origini in epoca medievale, aveva sviluppato un rapporto del tutto particolare con l’area umida. Il lago, infatti, sebbene fosse solcato da un confine di stato con Lucca, nella parte «fiorentina» apparteneva alla comunità, era un bene «indiviso» dei suoi abitanti, competeva, come si diceva, agli «originari» bientinesi. Il lago e la comunità sono dunque i protagonisti delle vicende narrate in questo volume, in un intreccio di rapporti che coinvolgono gli aspetti economici, il tessuto sociale, le vicende familiari, l’identità culturale. Di qui la scelta di una ricostruzione dal basso, tutta condotta su documentazione d’archivio, per far emergere, fin dove possibile, la vita di quelle lontane popolazioni di pescatori, di contadini, di piccole élites di provincia. Il tipo di organizzazione che si era venuta modellando, così segnato da una diffusa «cultura delle acque» e da un orizzonte ambientale così particolare, iniziò a subire profonde trasformazioni assai prima che la scelta della bonifica divenisse una scelta di politica territoriale non più differibile. La scomparsa del lago fu l’atto finale di un lento e contrastato processo di cambiamento che investì il microcosmo bientinese fin dalla fine del ‘700.
Zagli, A. (2001). Il lago e la comunità. Storia di Bientina un "Castello" di pescatori nella Toscana moderna. FIRENZE : Edizioni Polistampa.
Il lago e la comunità. Storia di Bientina un "Castello" di pescatori nella Toscana moderna
ZAGLI, ANDREA
2001-01-01
Abstract
Fino alla metà dell’Ottocento un antico lago segnava con la sua presenza la profonda depressione fra la pianura lucchese e il corso dell’Arno. Bonificato attraverso un complesso meccanismo di canalizzazioni nell’immediata vigilia dell’unità d’Italia, era stato protagonista di una storia secolare segnata dai conflitti e dalla difficile gestione di un ambiente allo stesso tempo «selvaggio» e «ostile» ma anche «prodigo» di risorse per le popolazioni rivierasche. Paesaggio complesso segnato dall’alternarsi di acque, di terre, di vegetazione, costituiva un osservatorio ideale per misurare e analizzare il progressivo modificarsi del rapporto dell’uomo con questo tipo di ambiente, di come il prelievo alternativo delle risorse dell’«incolto» fosse stato per secoli un fenomeno di grande importanza. La comunità di Bientina, fin dalle sue origini in epoca medievale, aveva sviluppato un rapporto del tutto particolare con l’area umida. Il lago, infatti, sebbene fosse solcato da un confine di stato con Lucca, nella parte «fiorentina» apparteneva alla comunità, era un bene «indiviso» dei suoi abitanti, competeva, come si diceva, agli «originari» bientinesi. Il lago e la comunità sono dunque i protagonisti delle vicende narrate in questo volume, in un intreccio di rapporti che coinvolgono gli aspetti economici, il tessuto sociale, le vicende familiari, l’identità culturale. Di qui la scelta di una ricostruzione dal basso, tutta condotta su documentazione d’archivio, per far emergere, fin dove possibile, la vita di quelle lontane popolazioni di pescatori, di contadini, di piccole élites di provincia. Il tipo di organizzazione che si era venuta modellando, così segnato da una diffusa «cultura delle acque» e da un orizzonte ambientale così particolare, iniziò a subire profonde trasformazioni assai prima che la scelta della bonifica divenisse una scelta di politica territoriale non più differibile. La scomparsa del lago fu l’atto finale di un lento e contrastato processo di cambiamento che investì il microcosmo bientinese fin dalla fine del ‘700.File | Dimensione | Formato | |
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