Il presente volume ripropone al pubblico italiano, adeguandola ai nuovi e risolutivi apporti scientifici forniti dall’edizione critica curata da Robert Volk per la serie degli Schriften des Johannes von Damaskos (De Gruyter, Berlin - New York 2009), la versione integrale della Storia di Barlaam e Ioasaf pubblicata dai curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Rusconi, Milano) in base all’edizione Woodward-Mattingly. Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l’ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha se ne erano accorti già gli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all’edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, Paolo Cesaretti consegna ai lettori una puntuale revisione della traduzione (di entrambi i curatori) e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l’informazione aggiornata sull’insieme dell’opera fornita nel saggio introduttivo. Tutto questo rinnova profondamente l’edizione firmata dai due studiosi nel 1980. Si possono così apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj. Il saggio introduttivo della co-traduttrice e co-curatrice (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traccia in cento pagine il primo ancorché sintetico bilancio storico-filologico sulla questione del Barlaam e Ioasaf stilato tenendo presente la nuova edizione critica di Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, che solo oggi di fatto ha rimpiazzato l’editio princeps ottocentesca di Jean François Boissonade) e in particolare i suoi monumentali prolegomeni (Einführung, ivi, vol. II). Dà anzitutto conto delle nuove e cruciali acquisizioni scientifiche presenti in questi ultimi, e in generale emerse dalla comunità degli studiosi nei più di trent’anni che separano questa nuova edizione italiana dalla prima pubblicata dai due curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, introd., trad. it., note e repertorio biblico di S. RONCHEY e P. CESARETTI, Milano, Rusconi, 1980, 317 pp.). Delucida quindi l’evoluzione del nucleo narrativo, dalle versioni orientali della vita del Buddha alla cristianizzazione georgiana alla formalizzazione e all’attribuzione autoriale della narrazione greco-bizantina (per cui sono dirimenti le acquisizioni di Volk), sino alla fortuna del Barlaam e Ioasaf e dei suoi apologhi in età moderna. Tutti gli aspetti filologici toccati da Volk sono analizzati in termini sintetici e quanto meglio possibile chiariti, ma sono integrati nel quadro anche gli elementi da Volk volutamente tralasciati, come quelli legati agli studi orientalistici, in particolare sul buddhismo e sul manicheismo, o la fortuna del testo nella storia della letteratura medievale e moderna, o in generale il senso culturale e letterario dell’opera nell’ambito della civiltà bizantina e più circostanziatamente nel contesto della speculazione post-iconoclasta e del cosiddetto enciclopedismo del X-XI sec. Il saggio si presenta dunque come un'introduzione globale al Barlaam e Ioasaf e ai suoi vari aspetti, alla storia degli studi intorno ad esso e all’immensa vicenda della sua fortuna. Ne emerge un “romanzo di filologia” che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente. The present volume re-introduces to an Italian audience the complete version of the Life of Barlaam and Ioasaph, published by the editors in 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Milan: Rusconi), now updated with the results of new research and of the critical edition by Robert Volk (De Gruyter, Berlin - New York 2009). Original source of all of the Christianised stories of Buddha, this Byzantine text dating from the end of the 10th or beginning of the 11th century presents a genesis between the Caucasus and Mount Athos, in a web of different languages, cultures, and religions. The Barlaam and Ioasaph recounts the story of an Indian prince who, influenced by the teachings of an anchorite, flees the palace where his father has imprisoned him to protect him from the evils of the world, abandons his royal destiny, and sets off on his own mystical-hermetic journey. That the story mirrored that of the bodhisattva was recognised by scholars already at the end of the 19th century, but the various stages and mediations were unravelled only in recent years, thanks in large part to the critical edition published by Robert Volk between 2006 (vol. II) and 2009 (vol. I). Basing his work on Volk’s text and apparatuses, Paolo Cesaretti provides readers with a revision of the translation (by both editors) and of the notes and indices. In the introduction Silvia Ronchey provides exhaustive updated information on the entire work (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii). This effort marks a profound renewal of the two scholars’ 1980 edition. It is now possible to fully appreciate both the narrative qualities of the text and the allusive, philosophical richness of the various trajectories of the story, which have fascinated and influenced scores of writers over the centuries, from Jacopo da Varazze to Boccaccio, Shakespeare, and Tolstoy. The co-translator’s and co-editor’s introductory essay (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traces in one hundred pages the first, albeit concise, historical-philological evaluation of the issue of the Barlaam and Ioasaph compiled in mind with the new critical edition by Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, which only now replaces the nineteenth century editio princeps by Jean François Boissonade) and, in particular, his monumental prolegomena (Einführung, ivi, vol. II). The introduction takes into account the crucial new research results present in the latter and, in general, which have emerged from the more than thirty years of research separating this new Italian edition from the first published by the two editors in 1980 (S. Ronchey and P. Cesaretti, eds., Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Introduction, Notes, Biblical Repertory, Italian translation. Milan: Rusconi, 1980, 317 pp.). The essay sheds light on the evolution of the narrative nucleus from Eastern versions of the life of Buddha to the Georgian Christianisation, as well as to the formalisation, and authorial attribution of the Greek Byzantine narrative (for which Volk’s results are decisive), up until the success of the History of Barlaam and Ioasaph and its apologists in the modern age. All of the philological aspects touched on by Volk are analysed concisely and clarified as much as possible, with the addition of elements intentionally bypassed by Volk, such as those relating to Buddhist or Manichaean studies, or the reception of the text in the history of Medieval and modern literature or, eventually, the more general cultural and literary meaning of the work in the world of Byzantine civilisation and, more tangentially, in the context of post-iconoclast speculation and the so-called encyclopaedism of the 10th and 11th centuries. Therefore, the essay represents an overall introduction to the Barlaam and Ioasaph and its various aspects and the history of the scholarship surrounding it, as well as the enormous circumstances of its influence. What emerges is a “philological novel” that reveals how the study of textual tradition can touch the heart of cultural exchange and, in this case, the intricate relations between East and West.
Ronchey, S., P., C. (a cura di). (2012). Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddha. Torino : Einaudi.
Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddha
RONCHEY, SILVIA;
2012-01-01
Abstract
Il presente volume ripropone al pubblico italiano, adeguandola ai nuovi e risolutivi apporti scientifici forniti dall’edizione critica curata da Robert Volk per la serie degli Schriften des Johannes von Damaskos (De Gruyter, Berlin - New York 2009), la versione integrale della Storia di Barlaam e Ioasaf pubblicata dai curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Rusconi, Milano) in base all’edizione Woodward-Mattingly. Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l’ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha se ne erano accorti già gli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all’edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, Paolo Cesaretti consegna ai lettori una puntuale revisione della traduzione (di entrambi i curatori) e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l’informazione aggiornata sull’insieme dell’opera fornita nel saggio introduttivo. Tutto questo rinnova profondamente l’edizione firmata dai due studiosi nel 1980. Si possono così apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj. Il saggio introduttivo della co-traduttrice e co-curatrice (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traccia in cento pagine il primo ancorché sintetico bilancio storico-filologico sulla questione del Barlaam e Ioasaf stilato tenendo presente la nuova edizione critica di Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, che solo oggi di fatto ha rimpiazzato l’editio princeps ottocentesca di Jean François Boissonade) e in particolare i suoi monumentali prolegomeni (Einführung, ivi, vol. II). Dà anzitutto conto delle nuove e cruciali acquisizioni scientifiche presenti in questi ultimi, e in generale emerse dalla comunità degli studiosi nei più di trent’anni che separano questa nuova edizione italiana dalla prima pubblicata dai due curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, introd., trad. it., note e repertorio biblico di S. RONCHEY e P. CESARETTI, Milano, Rusconi, 1980, 317 pp.). Delucida quindi l’evoluzione del nucleo narrativo, dalle versioni orientali della vita del Buddha alla cristianizzazione georgiana alla formalizzazione e all’attribuzione autoriale della narrazione greco-bizantina (per cui sono dirimenti le acquisizioni di Volk), sino alla fortuna del Barlaam e Ioasaf e dei suoi apologhi in età moderna. Tutti gli aspetti filologici toccati da Volk sono analizzati in termini sintetici e quanto meglio possibile chiariti, ma sono integrati nel quadro anche gli elementi da Volk volutamente tralasciati, come quelli legati agli studi orientalistici, in particolare sul buddhismo e sul manicheismo, o la fortuna del testo nella storia della letteratura medievale e moderna, o in generale il senso culturale e letterario dell’opera nell’ambito della civiltà bizantina e più circostanziatamente nel contesto della speculazione post-iconoclasta e del cosiddetto enciclopedismo del X-XI sec. Il saggio si presenta dunque come un'introduzione globale al Barlaam e Ioasaf e ai suoi vari aspetti, alla storia degli studi intorno ad esso e all’immensa vicenda della sua fortuna. Ne emerge un “romanzo di filologia” che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente. The present volume re-introduces to an Italian audience the complete version of the Life of Barlaam and Ioasaph, published by the editors in 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Milan: Rusconi), now updated with the results of new research and of the critical edition by Robert Volk (De Gruyter, Berlin - New York 2009). Original source of all of the Christianised stories of Buddha, this Byzantine text dating from the end of the 10th or beginning of the 11th century presents a genesis between the Caucasus and Mount Athos, in a web of different languages, cultures, and religions. The Barlaam and Ioasaph recounts the story of an Indian prince who, influenced by the teachings of an anchorite, flees the palace where his father has imprisoned him to protect him from the evils of the world, abandons his royal destiny, and sets off on his own mystical-hermetic journey. That the story mirrored that of the bodhisattva was recognised by scholars already at the end of the 19th century, but the various stages and mediations were unravelled only in recent years, thanks in large part to the critical edition published by Robert Volk between 2006 (vol. II) and 2009 (vol. I). Basing his work on Volk’s text and apparatuses, Paolo Cesaretti provides readers with a revision of the translation (by both editors) and of the notes and indices. In the introduction Silvia Ronchey provides exhaustive updated information on the entire work (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii). This effort marks a profound renewal of the two scholars’ 1980 edition. It is now possible to fully appreciate both the narrative qualities of the text and the allusive, philosophical richness of the various trajectories of the story, which have fascinated and influenced scores of writers over the centuries, from Jacopo da Varazze to Boccaccio, Shakespeare, and Tolstoy. The co-translator’s and co-editor’s introductory essay (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traces in one hundred pages the first, albeit concise, historical-philological evaluation of the issue of the Barlaam and Ioasaph compiled in mind with the new critical edition by Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, which only now replaces the nineteenth century editio princeps by Jean François Boissonade) and, in particular, his monumental prolegomena (Einführung, ivi, vol. II). The introduction takes into account the crucial new research results present in the latter and, in general, which have emerged from the more than thirty years of research separating this new Italian edition from the first published by the two editors in 1980 (S. Ronchey and P. Cesaretti, eds., Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Introduction, Notes, Biblical Repertory, Italian translation. Milan: Rusconi, 1980, 317 pp.). The essay sheds light on the evolution of the narrative nucleus from Eastern versions of the life of Buddha to the Georgian Christianisation, as well as to the formalisation, and authorial attribution of the Greek Byzantine narrative (for which Volk’s results are decisive), up until the success of the History of Barlaam and Ioasaph and its apologists in the modern age. All of the philological aspects touched on by Volk are analysed concisely and clarified as much as possible, with the addition of elements intentionally bypassed by Volk, such as those relating to Buddhist or Manichaean studies, or the reception of the text in the history of Medieval and modern literature or, eventually, the more general cultural and literary meaning of the work in the world of Byzantine civilisation and, more tangentially, in the context of post-iconoclast speculation and the so-called encyclopaedism of the 10th and 11th centuries. Therefore, the essay represents an overall introduction to the Barlaam and Ioasaph and its various aspects and the history of the scholarship surrounding it, as well as the enormous circumstances of its influence. What emerges is a “philological novel” that reveals how the study of textual tradition can touch the heart of cultural exchange and, in this case, the intricate relations between East and West.File | Dimensione | Formato | |
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