La Costituente e le riforme dei socialisti

Viene descritta e analizzata la ricostituzione del Partito socialista in Toscana sullo sfondo della vicenda nazionale fino all’insediamento dell’Assemblea Costituente e al dibattito al suo interno. Attraverso la stampa locale (non solo di partito) e sempre in riferimento a quella nazionale, emerge un quadro alquanto variegato, che nelle diverse aree geografiche e provinciali vide lo sviluppo di componenti che se in parte si collegavano alla tradizione prefascista, dall’altro presentavano nuove istanze attraverso una nuova generazione di militanti. Emblematici a tale proposito sono Foscolo Lombardi, esponente della sinistra, Segretario del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, poi Segretario della Federazione fiorentina e infine membro della Direzione del PSIUP; Gaetano Pieraccini, ex-deputato riformista che nel 1944 venne scelto come Sindaco di Firenze per insediarsi ufficialmente dopo la liberazione della città; Giovanni Pieraccini, giovane esponente della sinistra e “uomo di punta” del socialismo nella “Nazione del popolo”, per poi diventare capo redattore di un giornale assai originale e significativo come il “Nuovo corriere”. Come nel resto d’Italia il tema centrale restava il confronto tra le componenti di estrazione riformista e autonomista e quelle più strettamente legate alle scelte di Pietro Nenni nel rapporto con il Pci e destinate a costituire la maggioranza in quasi tutta la regione. Tuttavia il caso toscano dimostra la vivacità dei nuclei e delle figure segnate dalla tradizione democratica, socialista liberale e azionista locale, capaci di guardare con maggiore apertura al regionalismo, all’europeismo e ad altri temi istituzionali, che nel dibattito sulla stampa furono rappresentati soprattutto da Alessandro Levi, giurista di ascendenza mazziniana ma già vicino al riformismo turatiano e ora incisivo collaboratore della “Critica sociale” fino alla scissione del 1947.