Principi consolidati e nuovi trends nella giurisprudenza costituzionale in materia di buon andamento della p.a

Il saggio, in tema di buon andamento della pubblica amministrazione, analizza la giurisprudenza della Corte costituzionale al fine di indicare quali siano gli orientamenti ormai consolidati e di individuare, se vi siano in materia nuovi trends giurisprudenziali. Dopo una breve premessa riguardante la difficile ricerca di trends giurisprudenziali ben definiti in sede di applicazione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione, l’A. prende le mosse dai contributi dottrinali allo studio della giurisprudenza costituzionale in tema di buon andamento, soffermandosi sul sindacato di costituzionalità ex art. 97 e sul criterio di ragionevolezza. L’analisi si sposta in seguito sull’evoluzione legislativa e quindi sul nuovo modello di amministrazione introdotto dalle recenti riforme legislative. Tali riforme hanno infatti permesso alla Corte di applicare il parametro dell’art. 97 Cost., in maniera più incisiva, sebbene il quadro che ne risulta sia caratterizzato ancora da luci ed ombre. Infine, l’analisi sui sofferma sulle linee generali della recente riforma del pubblico impiego; tale analisi è indispensabile premessa per esaminare la giurisprudenza costituzionale più recente: in particolare in tema della dicotomia del personale dirigente, esaminato alla luce della sent. n. 313 del 1996 e in materia di disciplina del pubblico concorso. In sede di conclusioni emerge quindi come la Corte fortifichi i confini del principio di buon andamento e censuri le sanatorie delle promozioni "illegittime" (ad esempio con la sent. n. 1 del 1996); più in generale viene in evidenza attraverso l’esame dell’applicazione dell’art. 97 della Costituzione, come la Corte si spinga talvolta nel campo riservato alle scelte discrezionali del legislatore ridisegnando in tal modo il proprio ruolo all’interno della forma di governo italiana.