Nevralgica per l’opinione pubblica nazionale, la stampa periodica del Risorgimento ebbe a Siena caratteri sia originali che emblematici. L’antica tradizione dell’Ateneo trovò nell’impegno giornalistico un nuovo mezzo per diffondere le idee, il sapere e il confronto intellettuale, investendo la comunità cittadina. Fermenti giacobini, dibattiti tra giuristi, cospirazioni, stampa clandestina alimentarono un periodo intenso e vivace. Studenti e docenti furono accumunati dagli ideali “liberali” fino alla stagione neoguelfa con la mobilitazione per Curtatone e Montanara, mantenendo l’opposizione al governo dopo il 1849. Si conferma così il ruolo della Toscana nell’unificazione, con il superamento della tradizione leopoldina e la scelta piemontese. L’Università era protagonista anche nella modernizzazione tipica del Risorgimento: pur legata al mito medievale della Repubblica, Siena visse il processo risorgimentale quale veicolo e sponda verso la modernità. Viene inoltre ridimensionata l’immagine di città legittimista, con il ceto imprenditoriale che si affiancò all’aristocrazia come nuova classe dirigente, ma anche con una variegata componente democratica. I rapporti con i giornali toscani furono costanti e particolarmente significativo si dimostrò il “Popolo”, nato dalla svolta riformista del 1847. Il percorso di alcuni studenti, poi famosi giornalisti, consente di guardare alla costruzione dell’opinione pubblica nel Regno d’Italia mentre la nuova stampa senese si presentava ricca e articolata. Il clima postunitario comunque smorzò la tensione ideale del Risorgimento, ma a Siena restava la memoria di una vicenda che aveva segnato tutta la città.
Cherubini, D. (2012). Stampa periodica e Università nel Risorgimento: giornali e giornalisti a Siena. Milano : FRANCOANGELI.
Stampa periodica e Università nel Risorgimento: giornali e giornalisti a Siena
CHERUBINI, DONATELLA
2012-01-01
Abstract
Nevralgica per l’opinione pubblica nazionale, la stampa periodica del Risorgimento ebbe a Siena caratteri sia originali che emblematici. L’antica tradizione dell’Ateneo trovò nell’impegno giornalistico un nuovo mezzo per diffondere le idee, il sapere e il confronto intellettuale, investendo la comunità cittadina. Fermenti giacobini, dibattiti tra giuristi, cospirazioni, stampa clandestina alimentarono un periodo intenso e vivace. Studenti e docenti furono accumunati dagli ideali “liberali” fino alla stagione neoguelfa con la mobilitazione per Curtatone e Montanara, mantenendo l’opposizione al governo dopo il 1849. Si conferma così il ruolo della Toscana nell’unificazione, con il superamento della tradizione leopoldina e la scelta piemontese. L’Università era protagonista anche nella modernizzazione tipica del Risorgimento: pur legata al mito medievale della Repubblica, Siena visse il processo risorgimentale quale veicolo e sponda verso la modernità. Viene inoltre ridimensionata l’immagine di città legittimista, con il ceto imprenditoriale che si affiancò all’aristocrazia come nuova classe dirigente, ma anche con una variegata componente democratica. I rapporti con i giornali toscani furono costanti e particolarmente significativo si dimostrò il “Popolo”, nato dalla svolta riformista del 1847. Il percorso di alcuni studenti, poi famosi giornalisti, consente di guardare alla costruzione dell’opinione pubblica nel Regno d’Italia mentre la nuova stampa senese si presentava ricca e articolata. Il clima postunitario comunque smorzò la tensione ideale del Risorgimento, ma a Siena restava la memoria di una vicenda che aveva segnato tutta la città.File | Dimensione | Formato | |
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