Il saggio affronta il tema del mutamento socioculturale con specifico riferimento alla sfera interpersonale e evidenzia come le relazioni siano sempre state difficili da gestire ma oggi lo siano in modo particolare, perché da alcuni decenni sono radicalmente cambiate i valori, le aspettative e le modalità di relazione, sia nella vita privata sia in quella lavorativa e pubblica, sovvertendo valori e consuetudini vecchie di secoli. Siamo infatti passati da relazioni impostate su copioni socialmente prestabiliti e rigidi a rapporti autodeterminati e flessibili, dalla comunicazione formale alla spontaneità, dai tabù sessuali alla totale libertà, dal controllo e repressione delle emozioni all’espressività senza freni. L’autore sottolinea come ciò dipenda in larga misura dal fatto che nella società patriarcale dalla quale proveniamo i rapporti sociali non venivano liberamente costituiti dalle persone, ma erano predefiniti da norme rigide imposte dall’alto, così come la comunicazione era per lo più a senso unico, in quanto basata su gerarchie e ruoli; oggi invece, grazie all’avvento della democrazia il confronto, il dialogo, la gestione costruttiva dei conflitti divengono elementi indispensabili per il buon andamento di ogni genere di relazione, sia essa affettiva o lavorativa, formale o informale. Di fronte a questo cambiamento epocale, di per sé positivo, le persone sono però per lo più del tutto impreparate e affrontano le nuove situazioni e opportunità con le stesse vecchie conoscenze e strumenti dei loro padri e nonni, con ovvie ripercussioni negative. Se dunque da un lato questa rivoluzione interpersonale rappresenta un cambiamento evolutivo positivo, in direzione di una società più democratica, libera e creativa, dall’altro essa contribuisce molto ad aumentare i livelli di conflittualità sociale e di sofferenza emozionale delle persone. Uno degli assunti chiave su cui poggia questo saggio è che la nuova libertà relazionale dischiusa da questa rivoluzione vada saputa gestire, e che a tal fine occorrano adeguati “strumenti” conoscitivi e educativi che mettano le persone in grado di orientarsi nei nuovi territori sociali; strumenti assai più complessi di quelli utilizzati finora, poiché un conto è seguire binari prestabiliti uguali per tutti come facevano i nostri antenati, altra cosa è orientarsi tra più strade possibili e scegliere da soli le direzioni e le modalità del relazionarsi. L’autore mette quindi in evidenza come da qualche anno siano emerse alcune figure professionali – consulenti, counselor relazionali, facilitatori del lavoro in team, formatori specializzati sullo sviluppo delle abilità comunicativo-relazionali etc. - che rispondono specificamente aisuddetti nuovi bisogni e che sono rivolte a facilitare i processi relazionali interpersonali nei diversi ambiti, dalla coppia alla famiglia, dalla scuola al lavoro e conclude auspicando una più stretta collaborazione tra istituzioni educative, agenzie formative, studiosi e professionisti al fine di creare una più solida cultura della comunicazione, della consapevolezza di sé e dell’altro, delle relazioni costruttive e parrallelamente nuove e più efficaci modalità di intervento in tal senso.
Cheli, E. (2004). La rivoluzione interpersonale: comunicazione, consapevolezza e crescita nelle relazioni con gli altri. In Comunicazione e nonviolenza. Dai problemi di comunicazione alla comunicazione come risorsa. (pp. 22-29). Firenze : Mediascape.
La rivoluzione interpersonale: comunicazione, consapevolezza e crescita nelle relazioni con gli altri
CHELI, ENRICO
2004-01-01
Abstract
Il saggio affronta il tema del mutamento socioculturale con specifico riferimento alla sfera interpersonale e evidenzia come le relazioni siano sempre state difficili da gestire ma oggi lo siano in modo particolare, perché da alcuni decenni sono radicalmente cambiate i valori, le aspettative e le modalità di relazione, sia nella vita privata sia in quella lavorativa e pubblica, sovvertendo valori e consuetudini vecchie di secoli. Siamo infatti passati da relazioni impostate su copioni socialmente prestabiliti e rigidi a rapporti autodeterminati e flessibili, dalla comunicazione formale alla spontaneità, dai tabù sessuali alla totale libertà, dal controllo e repressione delle emozioni all’espressività senza freni. L’autore sottolinea come ciò dipenda in larga misura dal fatto che nella società patriarcale dalla quale proveniamo i rapporti sociali non venivano liberamente costituiti dalle persone, ma erano predefiniti da norme rigide imposte dall’alto, così come la comunicazione era per lo più a senso unico, in quanto basata su gerarchie e ruoli; oggi invece, grazie all’avvento della democrazia il confronto, il dialogo, la gestione costruttiva dei conflitti divengono elementi indispensabili per il buon andamento di ogni genere di relazione, sia essa affettiva o lavorativa, formale o informale. Di fronte a questo cambiamento epocale, di per sé positivo, le persone sono però per lo più del tutto impreparate e affrontano le nuove situazioni e opportunità con le stesse vecchie conoscenze e strumenti dei loro padri e nonni, con ovvie ripercussioni negative. Se dunque da un lato questa rivoluzione interpersonale rappresenta un cambiamento evolutivo positivo, in direzione di una società più democratica, libera e creativa, dall’altro essa contribuisce molto ad aumentare i livelli di conflittualità sociale e di sofferenza emozionale delle persone. Uno degli assunti chiave su cui poggia questo saggio è che la nuova libertà relazionale dischiusa da questa rivoluzione vada saputa gestire, e che a tal fine occorrano adeguati “strumenti” conoscitivi e educativi che mettano le persone in grado di orientarsi nei nuovi territori sociali; strumenti assai più complessi di quelli utilizzati finora, poiché un conto è seguire binari prestabiliti uguali per tutti come facevano i nostri antenati, altra cosa è orientarsi tra più strade possibili e scegliere da soli le direzioni e le modalità del relazionarsi. L’autore mette quindi in evidenza come da qualche anno siano emerse alcune figure professionali – consulenti, counselor relazionali, facilitatori del lavoro in team, formatori specializzati sullo sviluppo delle abilità comunicativo-relazionali etc. - che rispondono specificamente aisuddetti nuovi bisogni e che sono rivolte a facilitare i processi relazionali interpersonali nei diversi ambiti, dalla coppia alla famiglia, dalla scuola al lavoro e conclude auspicando una più stretta collaborazione tra istituzioni educative, agenzie formative, studiosi e professionisti al fine di creare una più solida cultura della comunicazione, della consapevolezza di sé e dell’altro, delle relazioni costruttive e parrallelamente nuove e più efficaci modalità di intervento in tal senso.File | Dimensione | Formato | |
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