Il saggio parte dalla constatazione che fino ad oggi le scienze della comunicazione hanno circoscritto il proprio campo di studio essenzialmente ai due ambiti della comunicazione interpersonale e della comunicazione di massa (via mass media). Vari studiosi hanno evidenziato che esistono molteplici interrelazioni ed isomorfismi tra i due ambiti, tali che: a) la comprensione dell'uno può agevolare la comprensione dell'altro e viceversa; b) i processi dell'uno sono, in misura variabile, influenzati da quelli dell'altro e viceversa. E' altresì noto che a monte e a valle dei due ambiti suddetti esistono altri livelli di realtà con essi interagenti: il sistema socio-culturale nella sua generalità e il sistema individuo nelle sue specificità. Questi due ultimi livelli, macro e micro, pur rilevanti, vengono solitamente trascurati dagli studi sulla comunicazione, e ciò per vari motivi, sia legati alla eccessiva complessità da gestire, sia perché gran parte dei contributi riguardanti più approfonditamente l'ambito individuale pertengono l'ambito clinico e terapeutico più che accademico, adottando punti di vista e linguaggi troppo diversi da quelli tipici delle scienze della comunicazione e dunque di difficile integrazione. Inoltre, su un piano più generale, ha contribuito a questa esclusione anche il fatto che nei campi disciplinari più direttamente coinvolti sono stati seguiti approcci spesso rigidi e settoriali, riassumibili nei termini "sociologismo e psicologismo". Non è un mistero che fino a tempi recenti e per certi versi fino ad oggi, lo studio della dimensione socioculturale è stato considerato dagli psicologi un ambito per lo più estraneo ai loro interessi, così come l'analisi della soggettività è stata vista dalla gran parte dei sociologi e degli antropologi come un territorio appannaggio di altre discipline; ciò sulla base di una delimitazione del campo esplicitamente argomentata da pochi (Durkheim, in primis) ma tacitamente accettata dalla maggior parte degli studiosi . Tuttavia qualcosa sta cambiando da alcuni anni a questa parte e si aprono quindi nuove possibilità di dialogo, in vista di quell'approccio più ampio definito a seconda dei casi olistico, sistemico, interdisciplinare. Sulla base di ciò appare possibile e auspicabile ampliare il campo di studio delle scienze della comunicazione includendovi l'ambito della comunicazione intrapersonale. Il saggio illustra quindi a mo’ d’esempio il modello psicoterapeutico denominato “Psychology of selves” (H. Stone, S. Stone, 1995 e 1999) che vede la dinamica intrapsichica dell’individuo come processo comunicativo tra molteplici sé compresenti nella sua personalità, mostrando come esso potrebbe rappresentare un valido contributo per ampliare il campo di studio delle scienze della comunicazione includendovi l'ambito della comunicazione intrapersonale, consentendo anche a studiosi della comunicazione non di formazione psicologica di penetrare un po' più a fondo nelle dinamiche intrapsichiche, grazie anche al fatto che si tratta di un modello che si richiama esplicitamente a modelli e linguaggi della psicologia sociale e della microsociologia, più familiari spesso agli studiosi della comunicazione di quanto lo siano invece quelli inerenti la psicologia del profondo. Il saggio si conclude evidenziando che il modello esaminato non è un caso unico, e vi sono altri interessanti lavori che possono contribuire ad una impostazione meno riduzionista e più globale e interdipendente delle scienze della comunicazione, soprattutto considerando che la comunicazione è, per certi versi, l’essenza dell'interdipendenza, nel senso che quest'ultima si attua proprio mediante scambi di materiali, di energia o di informazione (e va considerato come, man mano che dai sistemi inanimati si passa a quelli biologici e ancor più a quelli umani, cresce l’importanza del livello informazionale rispetto a quello energetico o materiale). Pertanto, se finora le scienze cosiddette "esatte" e la loro visione meccanicistica della materia hanno fatto da modello di riferimento per le teorie sull'uomo e il suo agire, nel futuro appare sempre più probabile un rovesciamento di ruoli, con le scienze della comunicazione umana che forniscono nuovi punti di vista non solo alle scienze psico-sociali ma anche alla scienza nel suo complesso.

Cheli, E. (2002). La comunicazione intrapersonale. I processi intrapsichici visti come comunicazione: spunti per un ampliamento dei modelli teorici delle scienze della comunicazione.. In Dal controllo alla condivisione. Studi brasiliani e italiani sulla comunicazione. (pp. 21-30). Firenze : Mediascape.

La comunicazione intrapersonale. I processi intrapsichici visti come comunicazione: spunti per un ampliamento dei modelli teorici delle scienze della comunicazione.

CHELI, ENRICO
2002-01-01

Abstract

Il saggio parte dalla constatazione che fino ad oggi le scienze della comunicazione hanno circoscritto il proprio campo di studio essenzialmente ai due ambiti della comunicazione interpersonale e della comunicazione di massa (via mass media). Vari studiosi hanno evidenziato che esistono molteplici interrelazioni ed isomorfismi tra i due ambiti, tali che: a) la comprensione dell'uno può agevolare la comprensione dell'altro e viceversa; b) i processi dell'uno sono, in misura variabile, influenzati da quelli dell'altro e viceversa. E' altresì noto che a monte e a valle dei due ambiti suddetti esistono altri livelli di realtà con essi interagenti: il sistema socio-culturale nella sua generalità e il sistema individuo nelle sue specificità. Questi due ultimi livelli, macro e micro, pur rilevanti, vengono solitamente trascurati dagli studi sulla comunicazione, e ciò per vari motivi, sia legati alla eccessiva complessità da gestire, sia perché gran parte dei contributi riguardanti più approfonditamente l'ambito individuale pertengono l'ambito clinico e terapeutico più che accademico, adottando punti di vista e linguaggi troppo diversi da quelli tipici delle scienze della comunicazione e dunque di difficile integrazione. Inoltre, su un piano più generale, ha contribuito a questa esclusione anche il fatto che nei campi disciplinari più direttamente coinvolti sono stati seguiti approcci spesso rigidi e settoriali, riassumibili nei termini "sociologismo e psicologismo". Non è un mistero che fino a tempi recenti e per certi versi fino ad oggi, lo studio della dimensione socioculturale è stato considerato dagli psicologi un ambito per lo più estraneo ai loro interessi, così come l'analisi della soggettività è stata vista dalla gran parte dei sociologi e degli antropologi come un territorio appannaggio di altre discipline; ciò sulla base di una delimitazione del campo esplicitamente argomentata da pochi (Durkheim, in primis) ma tacitamente accettata dalla maggior parte degli studiosi . Tuttavia qualcosa sta cambiando da alcuni anni a questa parte e si aprono quindi nuove possibilità di dialogo, in vista di quell'approccio più ampio definito a seconda dei casi olistico, sistemico, interdisciplinare. Sulla base di ciò appare possibile e auspicabile ampliare il campo di studio delle scienze della comunicazione includendovi l'ambito della comunicazione intrapersonale. Il saggio illustra quindi a mo’ d’esempio il modello psicoterapeutico denominato “Psychology of selves” (H. Stone, S. Stone, 1995 e 1999) che vede la dinamica intrapsichica dell’individuo come processo comunicativo tra molteplici sé compresenti nella sua personalità, mostrando come esso potrebbe rappresentare un valido contributo per ampliare il campo di studio delle scienze della comunicazione includendovi l'ambito della comunicazione intrapersonale, consentendo anche a studiosi della comunicazione non di formazione psicologica di penetrare un po' più a fondo nelle dinamiche intrapsichiche, grazie anche al fatto che si tratta di un modello che si richiama esplicitamente a modelli e linguaggi della psicologia sociale e della microsociologia, più familiari spesso agli studiosi della comunicazione di quanto lo siano invece quelli inerenti la psicologia del profondo. Il saggio si conclude evidenziando che il modello esaminato non è un caso unico, e vi sono altri interessanti lavori che possono contribuire ad una impostazione meno riduzionista e più globale e interdipendente delle scienze della comunicazione, soprattutto considerando che la comunicazione è, per certi versi, l’essenza dell'interdipendenza, nel senso che quest'ultima si attua proprio mediante scambi di materiali, di energia o di informazione (e va considerato come, man mano che dai sistemi inanimati si passa a quelli biologici e ancor più a quelli umani, cresce l’importanza del livello informazionale rispetto a quello energetico o materiale). Pertanto, se finora le scienze cosiddette "esatte" e la loro visione meccanicistica della materia hanno fatto da modello di riferimento per le teorie sull'uomo e il suo agire, nel futuro appare sempre più probabile un rovesciamento di ruoli, con le scienze della comunicazione umana che forniscono nuovi punti di vista non solo alle scienze psico-sociali ma anche alla scienza nel suo complesso.
2002
8890094109
Cheli, E. (2002). La comunicazione intrapersonale. I processi intrapsichici visti come comunicazione: spunti per un ampliamento dei modelli teorici delle scienze della comunicazione.. In Dal controllo alla condivisione. Studi brasiliani e italiani sulla comunicazione. (pp. 21-30). Firenze : Mediascape.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/27860
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo