La Grotta Santa Croce, in contrada Matina degli Staffi, 7 km circa da Bisceglie, è la principale di una serie di cavità, tutte accessibili all’uomo, che si aprono nel sistema carsico attraversato dalla omonima Lama. La grotta si sviluppa in un corridoio N-S percorribile per un centinaio di metri, con diametri di larghezza e altezza mediamente intorno ai 5 m. Presenta due ingressi: uno superiore, corrispondente ad un camino che raggiunge il pianoro soprastante, e uno inferiore, il principale, attualmente chiuso da un cancello, in corrispondenza del piano di calpestio della cavità. Al momento della scoperta un cono detritico alto 6-7 m ostacolava l’apertura principale di accesso. Il riempimento della grotta prosegue all’esterno in forma di talus che, con pendio profondamente alterato dai lavori di terrazzamento agricoli, raggiunge l’attuale alveo della Lama, situato a una distanza di 40 m e 12 m circa al di sotto del piano di calpestio della cavità. Nella serie interna, alla base dei livelli neolitici, è venuta in luce una stuoia di fibre vegetali, di forma grosso modo ellittica, in un’area caratterizzata dalla presenza di tre vaschette concrezionate dovute all’azione di stillicidio e colmate dal sedimento di copertura della stuoia. Di particolare interesse il ritrovamento, all’interno di una di queste vaschette, di alcuni frammenti ceramici che ipotizziamo adibiti a raccogliere (o fors’anche ad attingere) le acque di stillicidio della volta.

Radina, F., Ronchitelli, A.M. (2002). Grotta Santa Croce.. In Le ceramiche impresse del Neolitico Antico. Italia e Mediterraneo. (pp. 601-614). ROMA : Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Grotta Santa Croce.

RONCHITELLI, ANNA MARIA
2002-01-01

Abstract

La Grotta Santa Croce, in contrada Matina degli Staffi, 7 km circa da Bisceglie, è la principale di una serie di cavità, tutte accessibili all’uomo, che si aprono nel sistema carsico attraversato dalla omonima Lama. La grotta si sviluppa in un corridoio N-S percorribile per un centinaio di metri, con diametri di larghezza e altezza mediamente intorno ai 5 m. Presenta due ingressi: uno superiore, corrispondente ad un camino che raggiunge il pianoro soprastante, e uno inferiore, il principale, attualmente chiuso da un cancello, in corrispondenza del piano di calpestio della cavità. Al momento della scoperta un cono detritico alto 6-7 m ostacolava l’apertura principale di accesso. Il riempimento della grotta prosegue all’esterno in forma di talus che, con pendio profondamente alterato dai lavori di terrazzamento agricoli, raggiunge l’attuale alveo della Lama, situato a una distanza di 40 m e 12 m circa al di sotto del piano di calpestio della cavità. Nella serie interna, alla base dei livelli neolitici, è venuta in luce una stuoia di fibre vegetali, di forma grosso modo ellittica, in un’area caratterizzata dalla presenza di tre vaschette concrezionate dovute all’azione di stillicidio e colmate dal sedimento di copertura della stuoia. Di particolare interesse il ritrovamento, all’interno di una di queste vaschette, di alcuni frammenti ceramici che ipotizziamo adibiti a raccogliere (o fors’anche ad attingere) le acque di stillicidio della volta.
2002
Radina, F., Ronchitelli, A.M. (2002). Grotta Santa Croce.. In Le ceramiche impresse del Neolitico Antico. Italia e Mediterraneo. (pp. 601-614). ROMA : Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
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