Il titolo del lavoro richiama la rilevanza della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nel finanziamento del Tesoro e nella gestione del debito pubblico, ruolo che non è circoscritto a momenti specifici1, ma costituisce un elemento strutturale nella storia della finanza pubblica del nostro Paese. Trattando dei finanziamenti della Cassa Depositi e Prestiti è scontato centrare l’attenzione sul finanziamento agli enti locali (per la costruzione delle opere pubbliche, la copertura dei disavanzi di bilancio e la sistemazione dei debiti pregressi). Tuttavia, dalla legge che imponeva alla CDP l’obbligo d’investimento minimo in titoli di Stato (1895), il differenziale tra i finanziamenti al Tesoro e quelli agli enti territoriali è andato crescendo, per raggiungere i massimi storici con il secondo conflitto mondiale. Nell’ambito del funzionamento della CDP, va ricordato che la fondazione delle Casse postali apre un canale di finanziamento della CDP assai più consistente della raccolta di depositi “in numerario” (a scopi cauzionali, amministrativi e giudiziari) e in costante espansione. La CDP storicamente nasce intorno alla “Gestione principale” (1863), preposta alla raccolta di depositi in numerario e all’impiego in mutui agli enti locali e a vantaggio del Tesoro. Occorre precisare che la Gestione principale non esaurisce l’attività della CDP, essendo questa comprensiva di altre unità create successivamente con competenze specifiche. Ci si riferisce alle Gestioni annesse, agli Istituti di previdenza ferroviari e agli Istituti di previdenza amministrati dalla CDP. Ne segue che le risorse della Cassa sono solo in parte riferibili alla raccolta postale: sono da aggiungere i depositi di titoli di terzi presso la Gestione principale, i depositi presso le Gestioni annesse, e le eccedenze delle gestioni degli Istituti di previdenza. Il lavoro è così strutturato. Nel § 2 sono evidenziate le istituzioni che compongono il “gruppo” CDP e nel § 3 le relative forme di finanziamento al Tesoro. Nel § 4 è analizzato il ruolo complessivo della CDP nel finanziamento del Tesoro, ponderando questo con lo stock totale del debito pubblico in esistenza. Nel § 5 viene prestata attenzione alle funzioni svolte dalla CDP nelle conversioni dei consolidati e nei consolidamenti dei titoli redimibili e del debito fluttuante tra il 1872 e il 1936. Nell’Appendice sono riportati gli aspetti tecnici, normativi e istituzionali, utili alla comprensione del ruolo dell’istituto.
DELLA TORRE, G. (2002). Circuito del Tesoro e Cassa Depositi e Prestiti, 1863-1943. ROMA : Cassa Depositi e Prestiti.
Circuito del Tesoro e Cassa Depositi e Prestiti, 1863-1943
DELLA TORRE, GIUSEPPE
2002-01-01
Abstract
Il titolo del lavoro richiama la rilevanza della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nel finanziamento del Tesoro e nella gestione del debito pubblico, ruolo che non è circoscritto a momenti specifici1, ma costituisce un elemento strutturale nella storia della finanza pubblica del nostro Paese. Trattando dei finanziamenti della Cassa Depositi e Prestiti è scontato centrare l’attenzione sul finanziamento agli enti locali (per la costruzione delle opere pubbliche, la copertura dei disavanzi di bilancio e la sistemazione dei debiti pregressi). Tuttavia, dalla legge che imponeva alla CDP l’obbligo d’investimento minimo in titoli di Stato (1895), il differenziale tra i finanziamenti al Tesoro e quelli agli enti territoriali è andato crescendo, per raggiungere i massimi storici con il secondo conflitto mondiale. Nell’ambito del funzionamento della CDP, va ricordato che la fondazione delle Casse postali apre un canale di finanziamento della CDP assai più consistente della raccolta di depositi “in numerario” (a scopi cauzionali, amministrativi e giudiziari) e in costante espansione. La CDP storicamente nasce intorno alla “Gestione principale” (1863), preposta alla raccolta di depositi in numerario e all’impiego in mutui agli enti locali e a vantaggio del Tesoro. Occorre precisare che la Gestione principale non esaurisce l’attività della CDP, essendo questa comprensiva di altre unità create successivamente con competenze specifiche. Ci si riferisce alle Gestioni annesse, agli Istituti di previdenza ferroviari e agli Istituti di previdenza amministrati dalla CDP. Ne segue che le risorse della Cassa sono solo in parte riferibili alla raccolta postale: sono da aggiungere i depositi di titoli di terzi presso la Gestione principale, i depositi presso le Gestioni annesse, e le eccedenze delle gestioni degli Istituti di previdenza. Il lavoro è così strutturato. Nel § 2 sono evidenziate le istituzioni che compongono il “gruppo” CDP e nel § 3 le relative forme di finanziamento al Tesoro. Nel § 4 è analizzato il ruolo complessivo della CDP nel finanziamento del Tesoro, ponderando questo con lo stock totale del debito pubblico in esistenza. Nel § 5 viene prestata attenzione alle funzioni svolte dalla CDP nelle conversioni dei consolidati e nei consolidamenti dei titoli redimibili e del debito fluttuante tra il 1872 e il 1936. Nell’Appendice sono riportati gli aspetti tecnici, normativi e istituzionali, utili alla comprensione del ruolo dell’istituto.File | Dimensione | Formato | |
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