Dai libri di ricordanze, fioriti nel basso Medioevo, soprattutto nelle casate fiorentine di mercanti, banchieri, artigiani, ai libri di famiglia, tipiche raccolte di ricordi legate a famiglie aristocratiche nell’età moderna, il genere dei libri di memorie ha conosciuto una fortuna ininterrotta. Sono spesso ricordi o appunti stesi da antenati, oppure archivi privati, conservati per secoli da famiglie ricche e potenti, ad offrire la base documentaria per ricostruire le vicende genealogiche, patrimoniali, politiche di una casata e più in generale per studiare la storia della famiglia. Ormai sulla storia della famiglia, e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli, abbiamo un’abbondante letteratura, meno ricche sono invece le “storie di famiglia”, ossia i percorsi concreti, le scelte individuali, le strategie politiche, economiche e dinastiche di singoli nuclei familiari, nelle varie realtà locali, ricostruite nel lungo periodo. In questo libro di Ricordi della famiglia De’ Giudici di Arezzo dall’anno 1493 all’anno 1769, attraverso la vicenda di una nobile famiglia toscana, entra in scena tutta la vita di una città. Nel corso di quasi tre secoli ogni nucleo familiare di qualche rilievo nella vita cittadina entra in contatto con questa casata e diviene oggetto di riferimenti, sia per matrimoni, sia per compravendite, cariche pubbliche, vicende giudiziarie. Attraverso la storia di una famiglia si intercettano altre storie; il singolo caso diventa contemporaneamente centro e periferia di una realtà sociale molto più ampia. I De’ Giudici compaiono nella documentazione storica del comune di Arezzo come famiglia, i cui membri ricoprono cariche pubbliche nella città, a partire dagli ultimi decenni del Trecento. Nel XV secolo compaiono fra i rettori della Fraternita dei Laici e fra i gonfalonieri del comune di Arezzo; da allora partecipano alla vita pubblica cittadina ininterrottamente per oltre cinque secoli, stabilendo legami matrimoniali o di consorteria con le principali famiglie della nobiltà aretina, dai Bacci, la casata dalla quale proviene anche Pietro l’Aretino, agli Albergotti, Brandaglia, Burali, Caponsacchi, Chiaromanni, Fossombroni, Guazzesi, Guelfi-Camaiani, Guillichini. La città di Arezzo, nonostante l’opprimente dominio fiorentino e l’elevata fiscalità, si caratterizza anche nei primi secoli dell’età moderna, oltre che per l’apporto di letterati, scienziati e artisti, anche per il forte contributo, offerto dalle sue maggiori famiglie, all’esercizio dei pubblici uffici nella Repubblica fiorentina e poi nel Granducato mediceo. I Ricordi della famiglia De’ Giudici, documentano ampiamente questo processo di inserimento delle casate nelle istituzioni granducali: sia nella città di Arezzo, sia fuori, come capitani, sergenti, alfieri, comandanti di rocche e guarnigioni in decine di località del Granducato, al comando di galere dell’Ordine di Santo Stefano, e anche alla corte dei Medici. Le vicende di dieci generazioni della famiglia scorrono in questo libro di Ricordi che costituisce un testo a metà strada fra i libri di bottega, che annotano gli affari giornalieri del mercante o dell’artigiano, e le ricordanze, che danno conto di vicende familiari ma anche politiche e religiose di una determinata comunità. Si tratta di un documento sui generis, che conserva la grande tradizione dei libri di famiglia, di derivazione medievale, ma la coniuga con la pratica della ricerca storica documentaria, come si era venuta definendo con la grande lezione di Ludovico Antonio Muratori; infatti i Ricordi attingono alle fonti di ogni tipo, coniugando la documentazione domestica della casa con altre fonti documentarie, provenienti da archivi pubblici, ecclesiastici, notarili, incorporano spezzoni di memorie familiari contenuti in vacchette, trascritte integralmente, oppure riportano passi significativi, tratti da atti pubblici più complessi, come particole di testamento, sentenze giudiziarie, contratti di compravendita o di dote.

Biagianti, I. (2004). Storie di famiglia. Nobili, capitani, dottori nei “Ricordi della famiglia De’ Giudici di Arezzo (1493-1769)”. FIRENZE : Olschki.

Storie di famiglia. Nobili, capitani, dottori nei “Ricordi della famiglia De’ Giudici di Arezzo (1493-1769)”

BIAGIANTI, IVO
2004-01-01

Abstract

Dai libri di ricordanze, fioriti nel basso Medioevo, soprattutto nelle casate fiorentine di mercanti, banchieri, artigiani, ai libri di famiglia, tipiche raccolte di ricordi legate a famiglie aristocratiche nell’età moderna, il genere dei libri di memorie ha conosciuto una fortuna ininterrotta. Sono spesso ricordi o appunti stesi da antenati, oppure archivi privati, conservati per secoli da famiglie ricche e potenti, ad offrire la base documentaria per ricostruire le vicende genealogiche, patrimoniali, politiche di una casata e più in generale per studiare la storia della famiglia. Ormai sulla storia della famiglia, e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli, abbiamo un’abbondante letteratura, meno ricche sono invece le “storie di famiglia”, ossia i percorsi concreti, le scelte individuali, le strategie politiche, economiche e dinastiche di singoli nuclei familiari, nelle varie realtà locali, ricostruite nel lungo periodo. In questo libro di Ricordi della famiglia De’ Giudici di Arezzo dall’anno 1493 all’anno 1769, attraverso la vicenda di una nobile famiglia toscana, entra in scena tutta la vita di una città. Nel corso di quasi tre secoli ogni nucleo familiare di qualche rilievo nella vita cittadina entra in contatto con questa casata e diviene oggetto di riferimenti, sia per matrimoni, sia per compravendite, cariche pubbliche, vicende giudiziarie. Attraverso la storia di una famiglia si intercettano altre storie; il singolo caso diventa contemporaneamente centro e periferia di una realtà sociale molto più ampia. I De’ Giudici compaiono nella documentazione storica del comune di Arezzo come famiglia, i cui membri ricoprono cariche pubbliche nella città, a partire dagli ultimi decenni del Trecento. Nel XV secolo compaiono fra i rettori della Fraternita dei Laici e fra i gonfalonieri del comune di Arezzo; da allora partecipano alla vita pubblica cittadina ininterrottamente per oltre cinque secoli, stabilendo legami matrimoniali o di consorteria con le principali famiglie della nobiltà aretina, dai Bacci, la casata dalla quale proviene anche Pietro l’Aretino, agli Albergotti, Brandaglia, Burali, Caponsacchi, Chiaromanni, Fossombroni, Guazzesi, Guelfi-Camaiani, Guillichini. La città di Arezzo, nonostante l’opprimente dominio fiorentino e l’elevata fiscalità, si caratterizza anche nei primi secoli dell’età moderna, oltre che per l’apporto di letterati, scienziati e artisti, anche per il forte contributo, offerto dalle sue maggiori famiglie, all’esercizio dei pubblici uffici nella Repubblica fiorentina e poi nel Granducato mediceo. I Ricordi della famiglia De’ Giudici, documentano ampiamente questo processo di inserimento delle casate nelle istituzioni granducali: sia nella città di Arezzo, sia fuori, come capitani, sergenti, alfieri, comandanti di rocche e guarnigioni in decine di località del Granducato, al comando di galere dell’Ordine di Santo Stefano, e anche alla corte dei Medici. Le vicende di dieci generazioni della famiglia scorrono in questo libro di Ricordi che costituisce un testo a metà strada fra i libri di bottega, che annotano gli affari giornalieri del mercante o dell’artigiano, e le ricordanze, che danno conto di vicende familiari ma anche politiche e religiose di una determinata comunità. Si tratta di un documento sui generis, che conserva la grande tradizione dei libri di famiglia, di derivazione medievale, ma la coniuga con la pratica della ricerca storica documentaria, come si era venuta definendo con la grande lezione di Ludovico Antonio Muratori; infatti i Ricordi attingono alle fonti di ogni tipo, coniugando la documentazione domestica della casa con altre fonti documentarie, provenienti da archivi pubblici, ecclesiastici, notarili, incorporano spezzoni di memorie familiari contenuti in vacchette, trascritte integralmente, oppure riportano passi significativi, tratti da atti pubblici più complessi, come particole di testamento, sentenze giudiziarie, contratti di compravendita o di dote.
2004
8822254147
Biagianti, I. (2004). Storie di famiglia. Nobili, capitani, dottori nei “Ricordi della famiglia De’ Giudici di Arezzo (1493-1769)”. FIRENZE : Olschki.
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