Il volume Arte in terra d’Arezzo. Il Novecento. E’ nato con l’intento, al contrario degli altri volumi precedentemente editi, di evidenziare e valorizzare personalità ed artisti aretini di nascita che hanno lasciato un notevole contributo culturale ed artistico all’interno della città di Arezzo e della provincia. Per quanto riguarda l’oreficeria e la medaglistica sorge quindi la necessità di estrapolare ed evidenziare personalità e profili di personaggi che se pur cresciuti all’ombra di enti, aziende, scuole professionali si sono maggiormente distinti nel panorama nazionale ed oltre. Ecco Bruno Galoppi è uno di questi. Aretino, amante della sua città, uno fra pochi che nell’arco di un trentennio è cresciuto da autodidatta diventando all’interno di una azienda il primo designer aretino di gioielli a livello industriale. Il suo successo personale è cresciuto di pari passo con quello dell’azienda che è diventata leader del settore negli anni sessanta del secolo XX. Oltre a disegnare gioielli, medaglie, sculture, Galoppi è stato l’ideatore all’interno dell’azienda di iniziative e progetti che hanno contribuito alla crescita culturale di una città e di tanta gente che con l’azienda collaborava. Grande esperto e conoscitore di tecniche orafe e di fusione, sensibile ed attento cultore di pittura e scultura ha portato in azienda grandi artisti come Manzù, Greco, Messina, Annigoni, Dalì, etc… Ideatore all’interno della Uno A Erre del concorso internazionale per la medaglia e la targhetta d’arte dal 1963 al 1970. Ha curato e preso parte a convegni sulle tecniche artistiche. Una personalità caratterialmente defilata ma di spessore, talent scout di artisti come Enzo Scatragli oggi affermato scultore a livello Internazionale Amico di pittori e poeti aretini come Villoresi, Dario Tenti, Lani, Rossano Naldi con i quali ha condiviso la passione per l’arte a trecentosessanta gradi, creando e sollecitando il dibattito all’interno della cultura artistica aretina . Consulente artistico dell’Ente Provinciale per il Turismo di Arezzo e Direttore artistico della scuola interna di Specializzazione della Gori e Zucchi, poi direttore artistico del Centro studi di oreficeria Superiore. Premio Crogiolo d’oro alla Mostra Internazionale di Vicenza e primo premio per la Medaglia allegorica italiana. Presente su invito alle più importanti mostre nazionali ed internazionali nel campo del gioiello d’arte e della medaglia dell’epoca Roma, Firenze, Ginevra, Parigi, Tokio, Helsinki, Praga, Atene etc…. Riconoscimento su nomina del Ministero degli Interni di Maestro del Lavoro, fine anni settanta Quello che va riconosciuto a Galoppi è che ha lasciato una eredità importante umana e professionale e ha segnato un solco sul quale tanti giovani - molti figli di quei padri che erano cresciuti e si erano formati all’interno delle scuole aretine e della Uno A Erre che Galoppi aveva educato – si sono via via formati dando vita ad una tradizione che è andata consolidandosi nel tempo.
Torriti, P. (2009). "La conquista della Luna". Suggestioni dallo spazio nelle creazioni di Bruno Galoppi. In Arte in terra d'Arezzo. Il Novecento (pp. 201-208). Firenze : Edifir. Edizioni Firenze.
"La conquista della Luna". Suggestioni dallo spazio nelle creazioni di Bruno Galoppi
TORRITI, PAOLO
2009-01-01
Abstract
Il volume Arte in terra d’Arezzo. Il Novecento. E’ nato con l’intento, al contrario degli altri volumi precedentemente editi, di evidenziare e valorizzare personalità ed artisti aretini di nascita che hanno lasciato un notevole contributo culturale ed artistico all’interno della città di Arezzo e della provincia. Per quanto riguarda l’oreficeria e la medaglistica sorge quindi la necessità di estrapolare ed evidenziare personalità e profili di personaggi che se pur cresciuti all’ombra di enti, aziende, scuole professionali si sono maggiormente distinti nel panorama nazionale ed oltre. Ecco Bruno Galoppi è uno di questi. Aretino, amante della sua città, uno fra pochi che nell’arco di un trentennio è cresciuto da autodidatta diventando all’interno di una azienda il primo designer aretino di gioielli a livello industriale. Il suo successo personale è cresciuto di pari passo con quello dell’azienda che è diventata leader del settore negli anni sessanta del secolo XX. Oltre a disegnare gioielli, medaglie, sculture, Galoppi è stato l’ideatore all’interno dell’azienda di iniziative e progetti che hanno contribuito alla crescita culturale di una città e di tanta gente che con l’azienda collaborava. Grande esperto e conoscitore di tecniche orafe e di fusione, sensibile ed attento cultore di pittura e scultura ha portato in azienda grandi artisti come Manzù, Greco, Messina, Annigoni, Dalì, etc… Ideatore all’interno della Uno A Erre del concorso internazionale per la medaglia e la targhetta d’arte dal 1963 al 1970. Ha curato e preso parte a convegni sulle tecniche artistiche. Una personalità caratterialmente defilata ma di spessore, talent scout di artisti come Enzo Scatragli oggi affermato scultore a livello Internazionale Amico di pittori e poeti aretini come Villoresi, Dario Tenti, Lani, Rossano Naldi con i quali ha condiviso la passione per l’arte a trecentosessanta gradi, creando e sollecitando il dibattito all’interno della cultura artistica aretina . Consulente artistico dell’Ente Provinciale per il Turismo di Arezzo e Direttore artistico della scuola interna di Specializzazione della Gori e Zucchi, poi direttore artistico del Centro studi di oreficeria Superiore. Premio Crogiolo d’oro alla Mostra Internazionale di Vicenza e primo premio per la Medaglia allegorica italiana. Presente su invito alle più importanti mostre nazionali ed internazionali nel campo del gioiello d’arte e della medaglia dell’epoca Roma, Firenze, Ginevra, Parigi, Tokio, Helsinki, Praga, Atene etc…. Riconoscimento su nomina del Ministero degli Interni di Maestro del Lavoro, fine anni settanta Quello che va riconosciuto a Galoppi è che ha lasciato una eredità importante umana e professionale e ha segnato un solco sul quale tanti giovani - molti figli di quei padri che erano cresciuti e si erano formati all’interno delle scuole aretine e della Uno A Erre che Galoppi aveva educato – si sono via via formati dando vita ad una tradizione che è andata consolidandosi nel tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/25533
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