Il libro affronta le forme della parentela romana, e in parte greca, partendo da più punti di vista: le testimonianze giuridiche, in particolare romane, al fine di ricostruire un quadro coerente del sistema secondo cui si articolano le categorie di agnatio e cognatio; la terminologia linguistica, che spesso è capace di rivelare forme profonde, e spesso sconosciute, del modo in cui le relazioni parentali venivano percepite; i racconti mitologici, in cui i rapporti di parentela hanno spesso un ruolo determinante; infine le testimonianze letterarie, il corpus più cospicuo, in cui l’intreccio fra linguaggio, trame e predilezioni nella scelta dei temi, gettano spesso molta luce sulle categorie culturali della parentela antica. Il volume si compone di tre parti. La prima contiene studi di carattere linguistico e storico, di ambito prevalentemente romano. Gli argomenti trattati sono la terminologia di parentela, i divieti matrimoniali, determinati aspetti (più misteriosi) del contesto religioso in cui si inserisce la parentela romana, alcuni problemi di metodo negli studi di storia sociale. La seconda parte è invece dedicata al ricorrere di temi parentali nell’ambito della letteratura latina - Seneca, Ovidio e Virgilio in particolare - a riprova della misura, decisamente rilevante, in cui la parentela prende forma, e nello stesso tempo funge da stimolo creativo, all’interno della produzione poetica romana. La terza parte, infine, getta uno sguardo sulla cultura e sulla letteratura della Grecia antica. Essa comprende infatti un saggio dedicato ad un termine di parentela omerico, ethéios, che presenta però dei risvolti interessanti dal punto di vista, più generale, della pragmatica linguistica; seguito da uno studio su uno dei temi parentali forse più noti, e controversi, della letteratura greca, ossia la scelta di Antigone a favore del proprio fratello. Tutte le ricerche svolte qui, comunque, indifferentemente dalla loro declinazione, storica linguistica o letteraria, romana o greca, vanno sotto il segno della disciplina che porta il nome di antropologia del mondo antico. Anche se questo genere di studi non può essere praticato fuori dal territorio della filologia: che nel lavoro dell’antropologo del mondo antico costituisce ciò che è il “terreno” per l’antropologo della modernità e, spesso, assume addirittura le inedite vesti di un “informante”.
Bettini, M. (2009). Affari di famiglia. La parentela nella cultura e nella letteratura antica. BOLOGNA : Il Mulino.
Affari di famiglia. La parentela nella cultura e nella letteratura antica
BETTINI, MAURIZIO
2009-01-01
Abstract
Il libro affronta le forme della parentela romana, e in parte greca, partendo da più punti di vista: le testimonianze giuridiche, in particolare romane, al fine di ricostruire un quadro coerente del sistema secondo cui si articolano le categorie di agnatio e cognatio; la terminologia linguistica, che spesso è capace di rivelare forme profonde, e spesso sconosciute, del modo in cui le relazioni parentali venivano percepite; i racconti mitologici, in cui i rapporti di parentela hanno spesso un ruolo determinante; infine le testimonianze letterarie, il corpus più cospicuo, in cui l’intreccio fra linguaggio, trame e predilezioni nella scelta dei temi, gettano spesso molta luce sulle categorie culturali della parentela antica. Il volume si compone di tre parti. La prima contiene studi di carattere linguistico e storico, di ambito prevalentemente romano. Gli argomenti trattati sono la terminologia di parentela, i divieti matrimoniali, determinati aspetti (più misteriosi) del contesto religioso in cui si inserisce la parentela romana, alcuni problemi di metodo negli studi di storia sociale. La seconda parte è invece dedicata al ricorrere di temi parentali nell’ambito della letteratura latina - Seneca, Ovidio e Virgilio in particolare - a riprova della misura, decisamente rilevante, in cui la parentela prende forma, e nello stesso tempo funge da stimolo creativo, all’interno della produzione poetica romana. La terza parte, infine, getta uno sguardo sulla cultura e sulla letteratura della Grecia antica. Essa comprende infatti un saggio dedicato ad un termine di parentela omerico, ethéios, che presenta però dei risvolti interessanti dal punto di vista, più generale, della pragmatica linguistica; seguito da uno studio su uno dei temi parentali forse più noti, e controversi, della letteratura greca, ossia la scelta di Antigone a favore del proprio fratello. Tutte le ricerche svolte qui, comunque, indifferentemente dalla loro declinazione, storica linguistica o letteraria, romana o greca, vanno sotto il segno della disciplina che porta il nome di antropologia del mondo antico. Anche se questo genere di studi non può essere praticato fuori dal territorio della filologia: che nel lavoro dell’antropologo del mondo antico costituisce ciò che è il “terreno” per l’antropologo della modernità e, spesso, assume addirittura le inedite vesti di un “informante”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/24205
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