La produzione libraria della penisola iberica in età altomedievale, a partire almeno dal VII-VIII secolo e fino al XII, è la testimonianza della centralità della regione dal punto di vista culturale, che si avvale di influssi non solo provenienti dal nord-Africa musulmano, ma anche del resto della cultura dell’Europa continentale come di quelli di ambito greco-bizantino e insulare. Altrettanto efficaci a questo scopo sono i porti del sud come il mai interrotto flusso di pellegrini per il “camino” di Compostella, che proprio dal X secolo ricomincia ad acquistare maggiore importanza, grazie agli scambi economici che favorisce e alla costituzione conseguente di mercati e poi di città lungo il percorso. Le zone pirenaiche del nord come quelle del regno di Leon e del sud mozarabo elaborano tali influssi differenziati e li coniugano con elementi di produzione autoctona di stampo monastico, che porta, tra X e XII secolo, all’allestimento di libri unici nella loro tipologia, come i cosiddetti “Beati”, commenti ai vangeli di Beato di Liébana, che parlano per immagini, strumento di conoscenza e di comunicazione della cultura religiosa e “armi” per l’evangelizzazione ideate perché fossero efficaci fuori delle mura del monastero, in un periodo di grande espansione del movimento benedettino.
Tristano, C. (2002). Periferia del mondo occidentale o centro della cultura mediterranea? Qualche considerazione sulla produzione di manoscritti nella penisola iberica altomedievale. In Libri, documenti, epigrafi medievali: possibilità di studi comparativi (pp. 145-178). Spoleto : CISAM.
Periferia del mondo occidentale o centro della cultura mediterranea? Qualche considerazione sulla produzione di manoscritti nella penisola iberica altomedievale
TRISTANO, CATERINA
2002-01-01
Abstract
La produzione libraria della penisola iberica in età altomedievale, a partire almeno dal VII-VIII secolo e fino al XII, è la testimonianza della centralità della regione dal punto di vista culturale, che si avvale di influssi non solo provenienti dal nord-Africa musulmano, ma anche del resto della cultura dell’Europa continentale come di quelli di ambito greco-bizantino e insulare. Altrettanto efficaci a questo scopo sono i porti del sud come il mai interrotto flusso di pellegrini per il “camino” di Compostella, che proprio dal X secolo ricomincia ad acquistare maggiore importanza, grazie agli scambi economici che favorisce e alla costituzione conseguente di mercati e poi di città lungo il percorso. Le zone pirenaiche del nord come quelle del regno di Leon e del sud mozarabo elaborano tali influssi differenziati e li coniugano con elementi di produzione autoctona di stampo monastico, che porta, tra X e XII secolo, all’allestimento di libri unici nella loro tipologia, come i cosiddetti “Beati”, commenti ai vangeli di Beato di Liébana, che parlano per immagini, strumento di conoscenza e di comunicazione della cultura religiosa e “armi” per l’evangelizzazione ideate perché fossero efficaci fuori delle mura del monastero, in un periodo di grande espansione del movimento benedettino.File | Dimensione | Formato | |
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