La ricerca ha ricostruito il quadro dei principali orientamenti di filosofia dell’educazione, nel nostro paese, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e durante tutto il Novecento. Lo scenario è apparso in tutta la sua complessità e ricchezza per gli inevitabili intrecci che questi problemi hanno con l’intero contesto socio-politico-culturale. Un contesto, poi, che non è, come non lo è stato, soltanto quello italiano. La nostra pedagogia è sempre stata massimamente attenta alle altre e questo anche quando - nella prima metà del Novecento, durante la stagione del neoidealismo - è sembrata chiudersi (favorita, per altro, da un panorama politico). Le disponibilità e le aperture (la nostra pedagogia è sempre stata pronta a confrontarsi con le altre senza ricevere forse quell’attenzione che meritava e che meriterebbe) di fine Ottocento e del primo Novecento non vengono meno nella seconda metà del secolo appena trascorso. Anzi si fanno persino più forti e significative. La nostra letteratura pedagogica - anche per quel che concerne l’ambito del filosofare dei pedagogisti (rappresentando in questo modo l’ottica, il significato e i compiti d’una filosofia dell’educazione considerata dalla parte del pedagogista) - non ha, nelle sue differenti voci ed espressioni, nulla di angusto e provinciale.
Serafini, G. (2008). Pedagogie del Novecento in Italia. ROMA : Bulzoni.
Pedagogie del Novecento in Italia
SERAFINI, GIUSEPPE
2008-01-01
Abstract
La ricerca ha ricostruito il quadro dei principali orientamenti di filosofia dell’educazione, nel nostro paese, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e durante tutto il Novecento. Lo scenario è apparso in tutta la sua complessità e ricchezza per gli inevitabili intrecci che questi problemi hanno con l’intero contesto socio-politico-culturale. Un contesto, poi, che non è, come non lo è stato, soltanto quello italiano. La nostra pedagogia è sempre stata massimamente attenta alle altre e questo anche quando - nella prima metà del Novecento, durante la stagione del neoidealismo - è sembrata chiudersi (favorita, per altro, da un panorama politico). Le disponibilità e le aperture (la nostra pedagogia è sempre stata pronta a confrontarsi con le altre senza ricevere forse quell’attenzione che meritava e che meriterebbe) di fine Ottocento e del primo Novecento non vengono meno nella seconda metà del secolo appena trascorso. Anzi si fanno persino più forti e significative. La nostra letteratura pedagogica - anche per quel che concerne l’ambito del filosofare dei pedagogisti (rappresentando in questo modo l’ottica, il significato e i compiti d’una filosofia dell’educazione considerata dalla parte del pedagogista) - non ha, nelle sue differenti voci ed espressioni, nulla di angusto e provinciale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/23151
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