Siena medievale. L'architettura civile

La presente opera espone i risultati maturati, nell’ambito della ricerca scientifica dell’Università degli Studi di Siena, in un decennio di indagini condotte lungo le strade della città, avvicinandosi il più possibile al testo materiale e approfittando di tutte le occasioni di studio che la presenza di cantieri allestiti per i restauri ha reso di volta in volta possibile. Il cuore del volume è il Duecento e la prima metà del Trecento, vale a dire il periodo culminante della storia di Siena, rivisitato alla luce delle testimonianze di architettura civile ancora esistenti e leggibili nel tessuto urbano. Il taglio privilegia volutamente la dimensione pubblica dell’edilizia, vale a dire i fronti esterni degli edifici, così come dovevano apparire sette-otto secoli fa e come ancora oggi in larga misura appaiono lungo le strade e le piazze del centro storico, nel tentativo di cogliere i caratteri salienti di un’epoca e ricostruire la loro evoluzione in rapporto ai cambiamenti economici e politici. La lettura dei fronti, ancor più per un’età in cui la dimensione dell’abitare proiettava verso la pubblica via l’interno degli edifici, nel quadro di un’intensa correlazione tra spazio pubblico e privato, diventa chiave sostanziale per intendere non solo gli sviluppi degli stili e delle forme ma anche la natura tipologica degli edifici stessi, le aspettative della committenza, la radicalità delle tradizioni costruttive e l’introduzione di nuovi schemi funzionali e compositivi. Il Duecento si configura non solo come il secolo della grande ascesa economica e demografica ma anche quello della massima intensità costruttiva, con la città che lievita in pietre e in mattoni, nel quadro di una graduale affermazione di nuovi valori rappresentativi e di un progressivo passaggio dalle tipologie edilizie chiuse delle casetorri a quelle aperte dei palazzi. Il primo Trecento è il momento dell’apogeo, nell’affermarsi e nella codificazione di uno stile senese, nella realizzazione di grandi opere pubbliche, nella creazione di un’identità che in larga misura ancora permea l’immagine della città. Ma è anche il secolo delle contraddizioni, della crisi economica incipiente e poi conclamata, al tempo stesso apice e fine di un mondo che solo i clamorosi esiti nel campo delle arti e della cultura riescono a riscattare fino in fondo. Uno sguardo a ciò che era stato prima, alla città delle torri e dei castellari, e a ciò che sarà dopo, vale a dire alla persistenza di un codice gotico che in parallelo ai nuovi linguaggi accompagnerà gli sviluppi dell’edilizia urbana fino a tutto il Quattrocento, consente poi di contestualizzare in un più ampio percorso l’età d’oro della città e i caratteri specifici della sua architettura.