Nel corso degli anni il tema dell’integrazione è riuscito ad attirare l’attenzione di ricercatori, policy maker, media e di chiunque si interessi di fenomeni migratori, producendo pubblicazioni, rapporti, progetti operativi spesso di grande valore. Nonostante questo interesse, il limite principale che ruota intorno all’integrazione è quello di essere pensata e progettata, con rare eccezioni, come una questione macrosociale, per lo più riguardante i singoli Stati-nazione. Al contrario, è sempre più diffusa l’opinione che la ricerca di modelli generali, viziata da una visione nazionalista dell’integrazione, non è né ideologicamente giustificabile né sostenibile in termini di interesse pubblico. Il saggio sviluppa l’idea che l’integrazione non è un processo che si realizza cercando di adottare un modello teorico o precostituito che vada bene ovunque ma, al contrario, prende forma nei luoghi dove i diversi attori sociali sono protagonisti delle loro interazioni quotidiane; per questi motivi le “forme” assunte dall’integrazione variano di territorio in territorio, di città in città, di quartiere in quartiere, sulla base delle risorse disponibili e delle opportunità di accesso a livello locale.
Berti, F. (2011). L'importanza del fattore locale nei processi di integrazione. In Le dinamiche locali dell'integrazione. Esperienze di ricerca in Toscana (pp. 19-39). MILANO : FrancoAngeli.
L'importanza del fattore locale nei processi di integrazione
BERTI, FABIO
2011-01-01
Abstract
Nel corso degli anni il tema dell’integrazione è riuscito ad attirare l’attenzione di ricercatori, policy maker, media e di chiunque si interessi di fenomeni migratori, producendo pubblicazioni, rapporti, progetti operativi spesso di grande valore. Nonostante questo interesse, il limite principale che ruota intorno all’integrazione è quello di essere pensata e progettata, con rare eccezioni, come una questione macrosociale, per lo più riguardante i singoli Stati-nazione. Al contrario, è sempre più diffusa l’opinione che la ricerca di modelli generali, viziata da una visione nazionalista dell’integrazione, non è né ideologicamente giustificabile né sostenibile in termini di interesse pubblico. Il saggio sviluppa l’idea che l’integrazione non è un processo che si realizza cercando di adottare un modello teorico o precostituito che vada bene ovunque ma, al contrario, prende forma nei luoghi dove i diversi attori sociali sono protagonisti delle loro interazioni quotidiane; per questi motivi le “forme” assunte dall’integrazione variano di territorio in territorio, di città in città, di quartiere in quartiere, sulla base delle risorse disponibili e delle opportunità di accesso a livello locale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/22611
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