Il saggio si inserisce in un lavoro collettaneo sull'atteggiamento dei partiti politici italiani nei confronti del tentativo di costruire un esercito europeo, operato all'inizio degli anni Cinquanta - tema sul quale la storiografia è stata a lungo lacunosa. In particolare, questo contributo ricostruisce l'atteggiamento dei socialisti e dei comunisti italiani di fronte al problema della difesa nell'Europa occidentale, tentando di superare l'approccio storiografico limitato ad un quadro di riferimento scandito dai parametri della guerra fredda, dove l'esercito comune europeo veniva interpretato nell'ottica di un "cordone sanitario" antisovietico. Decisamente contrario era stato l'atteggiamento del PCI, portato dal proprio internazionalismo ad allinearsi alle scelte espresse dall'URSS. Maggiormente articolata era invece la posizione del PSI che si confrontava con le socialdemocrazie europee. La metodologia utilizzata nel saggio è infatti quella di una comparazione con la SPD, contraria ad un esercito europeo in quanto temeva mettesse in pericolo un'eventuale futura riunificazione della Germania; con il Labour party, contrario in quanto il progetto di una Comunità politica europea, abbinato alla CED, avrebbe messo in pericolo la sovranità nazionale particolarmente cara agli anglosassoni; con la SFIO, contraria perchè timorosa di un riarmo tedesco e ostile al progetto promosso dagli USA di cui veniva contestata l'egemonia in politica estera, in quanto avrebbe impedito la costituzione di un'Europa "Terza forza" tra USA e URSS, dove la Francia avrebbe potuto svolgere un ruolo centrale.
Landuyt, A. (2009). I socialisti, i comunisti e i problemi della difesa nell'Europa occidentale. In La Comunità Europea di Difesa (CED) (pp. 161-183). SOVERIA MANNELLI : Rubbettino Editore.
I socialisti, i comunisti e i problemi della difesa nell'Europa occidentale
LANDUYT, ARIANE
2009-01-01
Abstract
Il saggio si inserisce in un lavoro collettaneo sull'atteggiamento dei partiti politici italiani nei confronti del tentativo di costruire un esercito europeo, operato all'inizio degli anni Cinquanta - tema sul quale la storiografia è stata a lungo lacunosa. In particolare, questo contributo ricostruisce l'atteggiamento dei socialisti e dei comunisti italiani di fronte al problema della difesa nell'Europa occidentale, tentando di superare l'approccio storiografico limitato ad un quadro di riferimento scandito dai parametri della guerra fredda, dove l'esercito comune europeo veniva interpretato nell'ottica di un "cordone sanitario" antisovietico. Decisamente contrario era stato l'atteggiamento del PCI, portato dal proprio internazionalismo ad allinearsi alle scelte espresse dall'URSS. Maggiormente articolata era invece la posizione del PSI che si confrontava con le socialdemocrazie europee. La metodologia utilizzata nel saggio è infatti quella di una comparazione con la SPD, contraria ad un esercito europeo in quanto temeva mettesse in pericolo un'eventuale futura riunificazione della Germania; con il Labour party, contrario in quanto il progetto di una Comunità politica europea, abbinato alla CED, avrebbe messo in pericolo la sovranità nazionale particolarmente cara agli anglosassoni; con la SFIO, contraria perchè timorosa di un riarmo tedesco e ostile al progetto promosso dagli USA di cui veniva contestata l'egemonia in politica estera, in quanto avrebbe impedito la costituzione di un'Europa "Terza forza" tra USA e URSS, dove la Francia avrebbe potuto svolgere un ruolo centrale.File | Dimensione | Formato | |
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