Il volume si basa su una vasta gamma di fonti di archivi pubblici e privati, di diari e di memorie e, con l'ausilio di un ricco apparato fotografico su protagonisti, luoghi ed eventi, inquadra la guerra in un arco temporale che va dal ventennio fascista alle origini della Repubblica. L'obiettivo è rileggere questi difficili anni interrogandosi sul segno delle difficoltà incontrate dalle donne e sulle strategie di resistenza attuate, nonché scandagliare le forme di una memoria collettiva che ? valorizzando l'immagine della madre oblativa e quella del partigiano uomo in armi ? ha trascurato o dimenticato le tante aretine che si prodigarono in forme di solidarietà; provvidero durante il conflitto bellico alla salvaguardia di sé, dei propri cari e della comunità di appartenenza; dopo l'8 settembre parteciparono sia alla resistenza organizzata sia a quella civile e, infine, nel post-Liberazione, con il conseguimento del diritto al suffragio e la nascita delle associazioni femminili di massa, declinarono un nuovo paradigma della cittadinanza democratica.
Gabrielli, P., Gigli, L. (2006). Arezzo in guerra. Gli spazi della quotidianità e la dimensione pubblica. ROMA : CAROCCI.
Arezzo in guerra. Gli spazi della quotidianità e la dimensione pubblica
GABRIELLI, PATRIZIA;GIGLI L.
2006-01-01
Abstract
Il volume si basa su una vasta gamma di fonti di archivi pubblici e privati, di diari e di memorie e, con l'ausilio di un ricco apparato fotografico su protagonisti, luoghi ed eventi, inquadra la guerra in un arco temporale che va dal ventennio fascista alle origini della Repubblica. L'obiettivo è rileggere questi difficili anni interrogandosi sul segno delle difficoltà incontrate dalle donne e sulle strategie di resistenza attuate, nonché scandagliare le forme di una memoria collettiva che ? valorizzando l'immagine della madre oblativa e quella del partigiano uomo in armi ? ha trascurato o dimenticato le tante aretine che si prodigarono in forme di solidarietà; provvidero durante il conflitto bellico alla salvaguardia di sé, dei propri cari e della comunità di appartenenza; dopo l'8 settembre parteciparono sia alla resistenza organizzata sia a quella civile e, infine, nel post-Liberazione, con il conseguimento del diritto al suffragio e la nascita delle associazioni femminili di massa, declinarono un nuovo paradigma della cittadinanza democratica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/20610
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