Nel corso dell’ultimo quarto dell’800 abbiamo il passaggio dal modello fondato sugli enti di beneficenza e mutualistici alla «terza epoca», fondata sulla previdenza pubblica . Nell’ambito della previdenza pubblica vanno tenuti presenti tre segmenti costituivi, ordinati cronologicamente: 1. le pensioni erogate ai dipendenti dell’amministrazione centrale, sotto la voce del debito vitalizio, direttamente dal Tesoro (dalla costituzione del Regno d’Italia); 2. gli istituti di previdenza amministrati dalla Cassa Depositi e prestiti, CDP (dalla fondazione del primo istituto, il Monte pensioni degli insegnanti elementari, nel 1878); 3. la Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia sino all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (dalla fondazione della Cassa nazionale nel 1898). Il tema oggetto di questo scritto trova trattazione in letteratura, poiché per quella fase storica esiste abbondanza e continuità nella produzione dell’informazione statistica nel campo previdenziale da parte della Direzione di statistica dell’allora Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, MAIC. Le ragioni di questo saggio e del titolo prescelto stanno nello scarso peso riconosciuto agli istituti di previdenza amministrati dalla CDP, creati nell’ultimo quarto del secolo XIX a favore di alcune figure professionali dell’area pubblica (non incluse tra le unità soggette alle erogazioni del Tesoro). Si trattava dei seguenti enti: 1. il Monte pensioni per gli insegnanti delle scuole pubbliche elementari (operante dal 1879); 2. la Cassa pensioni per i medici condotti (dal 1899); le Casse di previdenza per: 3. il personale tecnico aggiunto del catasto e dei servizi tecnici finanziari (1903); 4. i segretari e gli altri “impiegati” dei comuni, delle province, e delle istituzioni pubbliche di beneficenza (1905), cassa estesa più avanti ai “salariati” di dette istituzioni e delle aziende municipalizzate (1916); 5. gli ufficiali giudiziari (1908); 6. gli impiegati degli archivi notarili (1909); ecc. Il contenuto spessore normativo di questi istituti (che coinvolsero soltanto alcune categorie professionali “pub-bliche”, anche quando divennero obbligatori) non implica, a nostro giudizio, una conco-mitante irrilevanza dimensionale. Anzi, quello che mostreremo nel saggio è il rilievo che questi istituti hanno avuto anche dopo la creazione nel 1898 della Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia (che diverrà l’INPS) sino alla metà degli anni ’30. La presenza degli istituti di previdenza amministrati dalla CDP è recepita nella letteratura in argomento, ma solo con brevi cenni. Il saggio privilegia la scansione cronologica dell’emergere delle tre tipologie previ-denziali pubbliche. Pertanto, nel § 2 affrontiamo l’evoluzione delle erogazioni del Tesoro dello Stato per il “debito vitalizio” dall’unificazione nazionale. Nel § 3 trattiamo dei con-tributi previdenziali e delle erogazioni degli istituti di previdenza gestiti dalla CDP dal 1878 e forniamo indicazioni sull’importanza relativa dei singoli istituti (in particolare, il Monte pensioni degli insegnanti elementari, la Cassa di previdenza dei sanitari e la Cassa dei segretari comunali et alii). Nel § 4 dedichiamo la nostra attenzione a contributi ed e-rogazioni della Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia sino all’INPS, dal 1898 alla metà degli anni ‘30. Nel § 5 affrontiamo il confronto relativo tra le dimensioni del debito vitalizio, della Cassa nazionale – INPS, e degli istituti gestiti dalla CDP.
DELLA TORRE, G., Maio, M., Schisani, M.C. (2006). ‘Prima’ dell’INPS: gli istituti di previdenza amministrati dalla Cassa Depositi e Prestiti, 1878-1934. In Assistenza, previdenza e mutualità nel Mezzogiorno moderno e contemporaneo (pp. 237-248). MILANO : Franco Angeli.
‘Prima’ dell’INPS: gli istituti di previdenza amministrati dalla Cassa Depositi e Prestiti, 1878-1934
DELLA TORRE, GIUSEPPE;
2006-01-01
Abstract
Nel corso dell’ultimo quarto dell’800 abbiamo il passaggio dal modello fondato sugli enti di beneficenza e mutualistici alla «terza epoca», fondata sulla previdenza pubblica . Nell’ambito della previdenza pubblica vanno tenuti presenti tre segmenti costituivi, ordinati cronologicamente: 1. le pensioni erogate ai dipendenti dell’amministrazione centrale, sotto la voce del debito vitalizio, direttamente dal Tesoro (dalla costituzione del Regno d’Italia); 2. gli istituti di previdenza amministrati dalla Cassa Depositi e prestiti, CDP (dalla fondazione del primo istituto, il Monte pensioni degli insegnanti elementari, nel 1878); 3. la Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia sino all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (dalla fondazione della Cassa nazionale nel 1898). Il tema oggetto di questo scritto trova trattazione in letteratura, poiché per quella fase storica esiste abbondanza e continuità nella produzione dell’informazione statistica nel campo previdenziale da parte della Direzione di statistica dell’allora Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, MAIC. Le ragioni di questo saggio e del titolo prescelto stanno nello scarso peso riconosciuto agli istituti di previdenza amministrati dalla CDP, creati nell’ultimo quarto del secolo XIX a favore di alcune figure professionali dell’area pubblica (non incluse tra le unità soggette alle erogazioni del Tesoro). Si trattava dei seguenti enti: 1. il Monte pensioni per gli insegnanti delle scuole pubbliche elementari (operante dal 1879); 2. la Cassa pensioni per i medici condotti (dal 1899); le Casse di previdenza per: 3. il personale tecnico aggiunto del catasto e dei servizi tecnici finanziari (1903); 4. i segretari e gli altri “impiegati” dei comuni, delle province, e delle istituzioni pubbliche di beneficenza (1905), cassa estesa più avanti ai “salariati” di dette istituzioni e delle aziende municipalizzate (1916); 5. gli ufficiali giudiziari (1908); 6. gli impiegati degli archivi notarili (1909); ecc. Il contenuto spessore normativo di questi istituti (che coinvolsero soltanto alcune categorie professionali “pub-bliche”, anche quando divennero obbligatori) non implica, a nostro giudizio, una conco-mitante irrilevanza dimensionale. Anzi, quello che mostreremo nel saggio è il rilievo che questi istituti hanno avuto anche dopo la creazione nel 1898 della Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia (che diverrà l’INPS) sino alla metà degli anni ’30. La presenza degli istituti di previdenza amministrati dalla CDP è recepita nella letteratura in argomento, ma solo con brevi cenni. Il saggio privilegia la scansione cronologica dell’emergere delle tre tipologie previ-denziali pubbliche. Pertanto, nel § 2 affrontiamo l’evoluzione delle erogazioni del Tesoro dello Stato per il “debito vitalizio” dall’unificazione nazionale. Nel § 3 trattiamo dei con-tributi previdenziali e delle erogazioni degli istituti di previdenza gestiti dalla CDP dal 1878 e forniamo indicazioni sull’importanza relativa dei singoli istituti (in particolare, il Monte pensioni degli insegnanti elementari, la Cassa di previdenza dei sanitari e la Cassa dei segretari comunali et alii). Nel § 4 dedichiamo la nostra attenzione a contributi ed e-rogazioni della Cassa nazionale per la vecchiaia e la malattia sino all’INPS, dal 1898 alla metà degli anni ‘30. Nel § 5 affrontiamo il confronto relativo tra le dimensioni del debito vitalizio, della Cassa nazionale – INPS, e degli istituti gestiti dalla CDP.File | Dimensione | Formato | |
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