La ricerca muove da una analisi dei movimenti pacifisti allo scoppio della Prima guerra mondiale, quando da un lato si ebbe il crollo dell'Internazionale socialista, ma dall'altro si prospettarono soluzioni concrete alla crisi europea, basate sull'uso di strumenti giuridici e diplomatici e fondate sull'idea di fratellanza tra i popoli. In questo quadro viene analizzato il rapporto della rinata Internazionale socialista con il pacifismo democratico europeo, attraverso l'impegno dell'antifascista e socialista italiano G.E. Modigliani - uno dei maggiori esponenti del movimento pacifista di Zimmerwald. Modigliani si distinse tempestivamente anche nella denuncia del fascismo come fenomeno europeo, che perciò andava combattuto dalle forze democratiche sul piano internazionale. Con gli anni '30 e l'ascesa di Hitler al potere, la sua aspirazione a una revisione dei Trattati di pace, a un ruolo più incisivo per la Società delle Nazioni e alla sua “europeizzazione” mantenne dunque una costante attualità, a fronte del progressivo cambiamento dei fragili equilibri europei. Particolare attenzione viene quindi riservata alla ambiguità e miopìa delle democrazie europee di fronte alle mire espansionistiche di Hitler, ma anche al ruolo dell'Unione sovietica nel contesto internazionale. Da parte sua, Modigliani fu infatti sempre fermamente avverso alla teoria e alla pratica del bolscevismo, e soprattutto agli aspetti dittatoriali del regime staliniano: alla vigilia della Seconda guerra mondiale rifiutò quindi l'alleanza del "patto di unità d'azione" che univa le forze democratiche e socialiste ai comunisti. A dargli temporaneamente ragione fu poi la firma del Patto Ribbentrop-Molotov, che portava l'Unione sovietica a schierarsi con il nazismo. Anche in seguito - durante la guerra - Modigliani continuò a richiamarsi allo spirito di Zimmerwald. Convinto che tutte le guerre sono imperialistiche, tornava ad affermare che la causa del socialismo non poteva identificarsi con quella di una singola potenza, o di un gruppo di paesi tra loro alleati, poiché solo con la pace il proletariato avrebbe conservato la propria autonomia; un punto fermo rimanevano gli Stati Uniti d'Europa, che egli aveva reclamato fin dal 1916. Le fonti principali sono state il Fondo SAI-IOS presso l'Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam e il bollettino della Internazionale operaia e socialista, "Informations Internationales" (di cui Modigliani fu costante collaboratore fin dal 1923) insieme ad altri periodici dell’antifascismo, oltre alla vasta letteratura italiana e internazionale.

Cherubini, D. (2008). Giuseppe Emanuele Modigliani dalla "paix quelconque" alla "europeizzazione" della Società delle Nazioni. Roma : Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani.

Giuseppe Emanuele Modigliani dalla "paix quelconque" alla "europeizzazione" della Società delle Nazioni

CHERUBINI, DONATELLA
2008-01-01

Abstract

La ricerca muove da una analisi dei movimenti pacifisti allo scoppio della Prima guerra mondiale, quando da un lato si ebbe il crollo dell'Internazionale socialista, ma dall'altro si prospettarono soluzioni concrete alla crisi europea, basate sull'uso di strumenti giuridici e diplomatici e fondate sull'idea di fratellanza tra i popoli. In questo quadro viene analizzato il rapporto della rinata Internazionale socialista con il pacifismo democratico europeo, attraverso l'impegno dell'antifascista e socialista italiano G.E. Modigliani - uno dei maggiori esponenti del movimento pacifista di Zimmerwald. Modigliani si distinse tempestivamente anche nella denuncia del fascismo come fenomeno europeo, che perciò andava combattuto dalle forze democratiche sul piano internazionale. Con gli anni '30 e l'ascesa di Hitler al potere, la sua aspirazione a una revisione dei Trattati di pace, a un ruolo più incisivo per la Società delle Nazioni e alla sua “europeizzazione” mantenne dunque una costante attualità, a fronte del progressivo cambiamento dei fragili equilibri europei. Particolare attenzione viene quindi riservata alla ambiguità e miopìa delle democrazie europee di fronte alle mire espansionistiche di Hitler, ma anche al ruolo dell'Unione sovietica nel contesto internazionale. Da parte sua, Modigliani fu infatti sempre fermamente avverso alla teoria e alla pratica del bolscevismo, e soprattutto agli aspetti dittatoriali del regime staliniano: alla vigilia della Seconda guerra mondiale rifiutò quindi l'alleanza del "patto di unità d'azione" che univa le forze democratiche e socialiste ai comunisti. A dargli temporaneamente ragione fu poi la firma del Patto Ribbentrop-Molotov, che portava l'Unione sovietica a schierarsi con il nazismo. Anche in seguito - durante la guerra - Modigliani continuò a richiamarsi allo spirito di Zimmerwald. Convinto che tutte le guerre sono imperialistiche, tornava ad affermare che la causa del socialismo non poteva identificarsi con quella di una singola potenza, o di un gruppo di paesi tra loro alleati, poiché solo con la pace il proletariato avrebbe conservato la propria autonomia; un punto fermo rimanevano gli Stati Uniti d'Europa, che egli aveva reclamato fin dal 1916. Le fonti principali sono state il Fondo SAI-IOS presso l'Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam e il bollettino della Internazionale operaia e socialista, "Informations Internationales" (di cui Modigliani fu costante collaboratore fin dal 1923) insieme ad altri periodici dell’antifascismo, oltre alla vasta letteratura italiana e internazionale.
2008
Cherubini, D. (2008). Giuseppe Emanuele Modigliani dalla "paix quelconque" alla "europeizzazione" della Società delle Nazioni. Roma : Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/16724